Conclusasi lo scorso 6 giugno, l’ottava edizione del Paris Gallery Weekend ha potuto contare, fra le gallerie aderenti, anche sull’italiana Tornabuoni, con l’esposizione Carla Accardi e Dadamaino: tra segno e trasparenza, visitabile fino al prossimo 18 settembre. Una mostra significativa perché mette insieme, per la prima volta in assoluto, i lavori di due grandi protagoniste dell’Astrattismo nostrano.
“Penso sia sorprendente il fatto che le due artiste non siano mai state mostrate insieme, e nemmeno in maniera più completa, nonostante fossero della stessa generazione ed entrambe impegnate nella pittura astratta. Carla Accardi nasce a Trapani 1924 e Dadamaino a Milano nel 1930”, spiega la curatrice Valérie Da Costa. “Nessuna esposizione collettiva ha, finora, avuto il merito di approfondire in parallelo il loro percorso degli Anni Cinquanta e Sessanta, come se le questioni artistiche riguardanti le città in cui operarono, Roma e Milano, fossero state fondamentalmente opposte”.
LA RISCOPERTA DELL’ASTRAZIONE FEMMINILE
Più in generale, assistiamo a un momento di riscoperta e di messa in valore delle protagoniste dell’Astrattismo, come confermato anche dalla recente esposizione del Museo del Novecento di Milano su Carla Accardi e da quella del Musée Pompidou di Parigi intitolata Elles font l’Abstraction, in corso fino al 23 agosto, a cui la stessa galleria Tornabuoni ha partecipato con il prestito di alcune opere. “Credo che stiamo vivendo un cambiamento. Da molti anni ci sono studi, libri e approfondimenti sulle artiste femminili, ma adesso percepiamo una vera e propria accelerazione perché la società sta cambiando e la storia dell’arte con essa, dimostrando di non essere una disciplina rigida ma in continua evoluzione. Lo studio delle artiste femminili non è, quindi, qualcosa di nuovo, ma la novità è il totale ripensamento del posto della donna all’interno della società”, prosegue Valérie Da Costa.
ACCARDI E DADAMAINO DA TORNABUONI A PARIGI
Tornabuoni Art propone, quindi, un dialogo inedito di segni e materie tra due donne che hanno segnato la loro epoca e influenzato molte generazioni di artisti. Due figure emblematiche della scena culturale italiana del dopoguerra, che hanno condiviso la stessa volontà di creare dei nuovi linguaggi a partire dai codici di espressione inesplorati. Ognuna ha inventato il suo alfabeto indecifrabile di segni quasi calligrafici, ripetuto in maniera ossessiva su vari supporti, in particolare la plastica.
Due percorsi unici per due vocabolari artistici diversi, ma accomunati dall’interesse per il linguaggio e per la trasparenza, nuovo elemento che apporta dinamismo alle loro composizioni, invitando il segno a vibrare in uno spazio fluido. Due personalità simili anche per principi e valori, convinte della pertinenza del discorso artistico nell’ambito di un impegno politico e sociale, prendendo parte alle lotte militanti del loro tempo. La loro arte fu, infatti, testimonianza di un cambiamento e del desiderio di rompere con gli schemi tradizionali della pittura e di conquistare la libertà culturale che appartiene all’era della rivoluzione sociale del 1968.
ARTISTE DA RISCOPRIRE
Grande importanza riveste il catalogo, con i contributi di Valérie Da Costa, Margit Rowell, Jean-Pierre Criqui ed Elisabeth de Bertier, che offre una lettura dialettica, fornendo delle nuove chiavi interpretative per i linguaggi sviluppati dalle artiste. In particolare, il saggio di Valérie Da Costa analizza il periodo di straordinario dinamismo intellettuale che fu la seconda metà del XX secolo in Italia, e la profonda rinascita del linguaggio artistico che ne conseguì.
“La galleria Tornabuoni Art ha saputo proporre un’associazione inedita, fornendo nuovi spunti di riflessione, nonostante la scelta delle opere non sia esaustiva e comunque finalizzata al mercato. Tuttavia, questo può essere un primo passo per la creazione in Italia di una grande esposizione museale dedicata alle donne dell’Astrattismo. Basti pensare che molte di esse, come Laura Grisi, Carla Accardi e Marisa Merz, solo per citarne alcune, rappresentano sì dei nomi conosciuti e con alle spalle delle importanti carriere internazionali, ma ancora per nulla popolari in Italia”, conclude la curatrice.
Molto resta ancora da fare sul fronte delle artiste, soprattutto nel nostro Paese, la speranza è un giorno di riempire tutte queste pagine ancora bianche.
‒ Arianna Piccolo
Parigi // fino al 18 settembre
Carla Accardi e Dadamaino: tra segno e trasparenza
TORNABUONI ART GALLERY
16 Avenue Matignon
https://www.tornabuoniart.com
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