C’è molta Italia nella lista dei siti Unesco. Dopo Padova Urbs Picta e Montecatini, inclusa nel sito transnazionale delle Grandi città termali d’Europa, Bologna ha fatto salire a 58 i siti nostrani riconosciuti raggiungendo, insieme ai 14 che compaiono in quanto Patrimonio Immateriale dell’Umanità, un numero totale di 71. La selezione è stata discussa durante la quarantaquattresima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, riunitasi a Fuzhou, in Cina. Ma sono tanti i siti nel mondo che si sono aggiunti alla importante lista: 13 nello specifico, insieme ai più antichi monasteri del XVI secolo sulle pendici di Popocatepetl, in Messico, già iscritti dal 1994, che hanno subito un’estensione con l’aggiunta del complesso Nostra Signora dell’Assunzione di Tlaxcala. Ecco quali sono.
– Giorgia Basili
INDIA, DHOLAVIRA: UNA CITTÀ HARAPPANA
Si tratta di un centro meridionale della Civiltà Harappa, sull’isola di Khadir nello Stato del Gujarat. Il sito archeologico è antichissimo, risale al periodo tra il 3000 e il 1500 a.C., vanta fortificazioni e un luogo deputato alla sepoltura con cenotafi di 6 diverse tipologie. Possedeva un ingegnoso metodo per gestire i due corsi d’acqua e un sistema sociale stratificato. Gli Harappa erano un popolo marittimo che amava commerciare, in particolare con i popoli della Mesopotamia. Sono stati rinvenuti alcuni sigilli in terracotta che rappresentano animali, un enorme struttura circolare in mattoni di fango che dovrebbe consistere in un memoriale, una statuetta maschile in arenaria con fallo eretto, bracciali con conchiglie, anelli, perline, orecchini d’oro e incisioni calcografiche. È il quarantesimo sito indiano ad entrare nella lista Unesco ed è stato scoperto nel 1968 dall’archeologo Jagat Pati Joshi. Dopo Mohen-jo-Daro, Ganweriwala e Harappa in Pakistan e Rakhigarhi in Haryana, Dholavira era la quinta metropoli per grandezza nel IV sec. a.C.
IRAN, PAESAGGIO CULTURALE DI HAWRAMAN / URAMANAT
Il paesaggio montuoso di Hawraman/Uramanat testimonia la cultura tradizionale del popolo Hawrami, una tribù curda agropastorale che abita la regione dal 3000 a.C. Si trova nel cuore dei monti Zagros nelle province del Kurdistan e del Kermanshah lungo il confine occidentale dell’Iran. La pianificazione e l’architettura dei ripidissimi declivi, il sistema di coltivazione su terrazze di pietra a secco, l’allevamento del bestiame e la stagionale migrazione sono tra le caratteristiche distintive della cultura locale e della vita del popolo seminomade Hawrami. Il paesaggio, altresì connotato da un’eccezionale biodiversità e endemismo, registra la presenza ininterrotta di questo popolo grazie alla presenta di strumenti di pietra, grotte e ripari, tumuli, resti di siti di insediamento permanente e temporaneo, e botteghe, cimiteri, strade, villaggi, castelli. Nella zona sono presenti 12 villaggi che dimostrano la capacità di adattamento, nel corso di millenni, di questo popolo all’asprezza di questo ambiente montano, scarso di terreni adatti alla produzione.
SITI PREISTORICI DI JOMON NEL NORD DEL GIAPPONE
Il patrimonio consiste in 17 siti archeologici nella parte meridionale dell’isola di Hokkaido e nel nord di Tohoku. Questi mirabili siti archeologici tratteggiano un racconto unico, per il suo carattere di testimonianza, sullo sviluppo della cultura Jomon pre-agricola ma sedentaria nel corso di quasi 10.000 anni. Una civiltà con un complesso sistema di credenze spirituali e rituali, che contava su cacciatori, pescatori e raccoglitori e che si è sviluppata a partire dal 13.000 a.C. circa. Alcuni dei manufatti che documentano la loro storia sono vasi laccati, tavolette di argilla con l’impronta dei piedi, le famose statuette dogu dagli occhi a palla. La geografia di questa area è contraddistinta da una varietà notevole: si va montagne e dalle colline alle pianure e ai bassifondi, dalle baie interne ai laghi e ai fiumi.
ROMANIA, PAESAGGIO MINERARIO DI ROȘIA MONTANĂ
Una realtà fortemente a rischio, inserita di corsa nella lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo, per cercare di salvaguardarne in extremis l’identità. Le minacce derivano dalla volontà locale di riprendere l’attività mineraria che comprometterebbe tuttavia una consistente porzione del sito. Roșia Montană si trova nella catena Metallifera dei Monti Apuseni, Romania occidentale, presenta il più significativo, vasto e tecnicamente eterogeneo complesso minerario d’oro romano ipogeo conosciuto sinora. Venne praticata un’intensiva attività estrattiva durante l’Impero romano, allo stesso modo del sito Alburnus Maior, dal 106 d.C. nell’arco di 166 anni si crede siano state ricavate 500 tonnellate d’oro, per fare ciò i romani costruirono sistemi all’avanguardia e gallerie per 7 chilometri.
GIORDANIA, AS-SALT – IL LUOGO DELLA TOLLERANZA E DELL’OSPITALITÀ URBANA
La città di As-Salt era un importante collegamento commerciale tra il deserto orientale e quello occidentale, essendo sorta su tre colline adiacenti nell’altopiano di Balqa nella Giordania centro-occidentale. Durante gli ultimi 60 anni del periodo ottomano, la regione prosperò in virtù dell’arrivo e dell’insediamento di mercanti provenienti da Nablus, Siria e Libano che costruirono la loro fortuna nei settori commerciale, bancario e agricolo. Questo benessere attirò abili artigiani che concepirono un tracciato urbanistico caratteristico e un’architettura connotata da grandi edifici pubblici e residenze familiari costruite in pietra calcarea gialla locale. Il sito include circa 650 edifici storici: una miscela di stili europei Art Nouveau e Neo-Coloniali fusi con peculiarità locali. Inoltre, questo luogo si distingue per la forte tradizione di ospitalità e per la tolleranza tra comunità musulmane e cristiane.
MOSCHEE IN STILE SUDANESE NEL NORD DELLA COSTA D’AVORIO
Le otto piccole moschee in adobe (dall’arabo “cotto”, tipologia di mattoni), a Tengréla, Kouto, Sorobango, Samatiguila, M’Bengué, Kong e Kaouara sono caratterizzate da travi sporgenti, contrafforti verticali coronati da ceramiche o uova di struzzo, e minareti affusolati. Probabilmente questi edifici religiosi si ispirano per il loro aspetto ad uno stile architettonico che si diffuse verso il XIV secolo nella città di Djenné, al tempo parte dell’Impero del Mali, fiorente grazie al commercio di oro e sale attraverso il Sahara verso il Nord Africa. Le moschee sono le migliori in termini di conservazione pertinenti a questa tipologia e testimonia un momento importante del commercio trans-sahariano, responsabile dell’espansione dell’Islam e della cultura islamica.
FRANCIA, NIZZA, LOCALITÀ DI VILLEGGIATURA INVERNALE DELLA RIVIERA
Alla frontiera con l’Italia, Nizza si trova sul mare ai piedi delle Alpi. A partire dalla metà del Cinquecento iniziò ad essere meta di famiglie aristocratiche inglesi che ivi trascorrevano il periodo invernale. Agli inizi dell’Ottocento era parte del Regno di Savoia-Piemonte-Sardegna e adottò un piano regolatore per attrarre un numero ingente di stranieri. Celebre il suo Promenade des Anglais, una passeggiata larga 2 metri lungo la riva del mare, che prese questo nome dopo che la città fu ceduta alla Francia nel 1860. Si distingue da altre mete invernali per il suo carattere cosmopolita e per lo stile eclettico che si diffuse in risposta alle molteplici influenze culturali.
BRASILE, SÍTIO ROBERTO BURLE MARX
Si tratta dell’antica casa dell’architetto paesaggista Roberto Burle Marx situata nell’area occidentale di Rio de Janeiro. Eccezionale per la biodiversità – presenta più di 3.500 specie di piante native – questo sito, donato nel 1985 al governo federale dall’architetto, è considerato un laboratorio per la sperimentazione botanica e paesaggistica.
“Il giardino è caratterizzato da forme sinuose, esuberanti piantagioni di massa, disposizioni architettoniche delle piante, drammatici contrasti di colore, uso di piante tropicali e l’incorporazione di elementi della cultura popolare tradizionale” riporta l’Unesco. In questo vasto polmone verde si ammirano piante tropicali e semi-tropicali, in armonica fusione con la foresta atlantica nativa, e 3.000 opere d’arte precolombiana e moderna. Roberto Burle Marx è stato riconosciuto come uno dei più importanti paesaggisti del XX secolo anche grazie alla sua rigenerazione del concetto di giardino tropicale.
PERÙ, COMPLESSO ARCHEOASTRONOMICO CHANKILLO
Questo complesso è identificato con un sito preistorico del 250-200 a.C. sulla costa centro-settentrionale del Perù, nella Valle di Casma. Si distende in un paesaggio desertico che funzionava come strumento calendrico: la potenza del sole veniva sfruttata per definire la scansione temporale durante l’anno. È testimonianza dello sviluppo della cultura astronomica: sfruttando il ciclo solare e un orizzonte artificiale era possibile indicare i solstizi, gli equinozi, i giorni della settimana per ogni mese, con un minimo scarto di 1-2 giorni. Il sito conta un Tempio Fortificato, di due complessi di edifici chiamati Osservatorio e Centro Amministrativo, di una linea di 13 torri cubiche lungo la cresta di una collina, e il Cerro Mucho Malo, marcatore naturale a chiosa delle tredici torri.
URUGUAY, L’OPERA DELL’INGEGNERE ELADIO DIESTE: CHIESA DI ATLÁNTIDA
La chiesa si trova nella Estación Atlántida, a 45 km da Montevideo. È caratterizzata da un campanile cilindrico e un battistero sotterraneo in stile modernista ed è stato progettata dal Eladio Dieste, che si è contraddistinto per aver realizzato in Uruguay strutture essenziali per funzione ma eleganti nella resa estetica: silos per il grano, capannoni industriali, mercati e chiese. Le pareti e il tetto presentano una struttura ondulata di mattoni a vista rinforzati, la pianta è a sala unica e si ispira alle chiese paleocristiane italiane. Modello dell’architettura moderna nell’America Latina, punta nella sua concezione alla ricerca dell’uguaglianza sociale e si segnala per un uso parsimonioso delle risorse materiali.
CILE, INSEDIAMENTO E MUMMIFICAZIONE ARTIFICIALE DELLA CULTURA CHINCHORRO
Si tratta di 3 nuclei archeologici: Faldeo Norte del Morro de Arica, Colón 10, nella città di Arica, e Desembocadura de Camarones, in un ambiente rurale circa 100 km più a sud.
La loro importanza è dovuta al ruolo di testimonianza della cultura settentrionale cilena dei Chinchorro organizzata in un popolo di cacciatori e raccoglitori marini che si stabilì nell’arida costa settentrionale del deserto di Atacama, dal 5450 a.C. all’890 a.C. circa. Quest’area conserva la più antica prova archeologica della mummificazione artificiale. Si può desumere la preminenza del culto dei morti grazie al sofisticato sistema di conservazione dei corpi, pertinenti a uomini diversi per rango e genere, e all’accurata decorazione delle mummie con “utensili fatti di materiali minerali e vegetali, così come semplici strumenti fatti di ossa e conchiglie”.
MESSICO, COMPLESSO FRANCESCANO DEL MONASTERO E CATTEDRALE DI NOSTRA SIGNORA DELL’ASSUNZIONE DI TLAXCALA
Il complesso Francescano di Nostra Signora dell’Assunzione di Tlaxcala è uno dei primi cinque monasteri fondati da frati (francescani, domenicani e agostiniani) e uno dei tre ancora in piedi. Gli altri due erano già iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. L’insieme è parta di una campagna di costruzione lanciata nel Cinquecento per evangelizzare i territori settentrionali messicani. In particolare, questo complesso religioso possiede due tratti distintivi non presenti negli altri monasteri: una torre indipendente e un mudéjar in legno.
GERMANIA / PAESI BASSI, FRONTIERE DELL’IMPERO ROMANO
Questo patrimonio transnazionale consiste in 102 componenti di una sezione delle frontiere dell’Impero Romano che nel II sec. d.C. si estendeva per oltre 7.500 km.
“I resti archeologici nella proprietà includono basi militari, forti, fortini, torri, accampamenti effimeri, strade, porti, una base per la flotta, un canale e un acquedotto, così come insediamenti civili, città, cimiteri, santuari, un anfiteatro e un palazzo”.
GERMANIA, SITI SHUM DI SPEYER, WORMS E MAINZ
Il sito comprende le città imperiali cattedrali di Spira, Worms e Magonza, nell’Alta Valle del Reno. Si annoverano la Corte ebraica di Spira, con le strutture della sinagoga e della shul delle donne, le tracce archeologiche dell’antica yeshiva, il cortile e il mikveh ipogeo (bagno rituale) ancora intatto; la Sinagoga di Worms e i cimiteri della stessa città e di Magonza. Questi siti documentano il precoce emergere nell’area delle tradizioni degli Ashkenaz – ebrei discendenti, tradizionalmente di lingua e cultura yiddish – e della comunità ShUM. L’acronimo ShUM sta per le iniziali ebraiche di Speyer, Worms e Mainz.
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