Da anni la Fondazione Mapfre promuove in Spagna l’arte italiana tra Otto e Novecento. Mostre dedicate ai macchiaioli, al Divisionismo e Futurismo o la bellissima monografica su Boldini hanno riscosso notevole successo di pubblico e critica. È la volta ora della retrospettiva su Giorgio Morandi, allestita a Madrid fino al 9 gennaio, e poi alla Casa Pedrera di Barcellona dal 3 febbraio al 22 maggio 2022. La mostra, prodotta interamente da Mapfre, è curata da Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari del Mart di Trento e Rovereto, con la consulenza di Alessia Masi del Museo Morandi di Bologna.
GIORGIO MORANDI IN SPAGNA
Giorgio Morandi (Bologna, 1890-1964) è senz’altro fra gli artisti più noti e rappresentativi della pittura italiana del Novecento, ma era da tempo (perlomeno in Spagna) che non si celebrava con una mostra di tale portata. A Madrid sono esposte 106 opere di piccolo e medio formato che ripercorrono quasi tutta la sua traiettoria, in un allestimento classico, che evidenzia il senso ossessivamente ripetitivo della sua pittura, e con una serie di prestiti importanti provenienti dal Museo Morandi, da Brera, dal Pompidou e dal Thyssen, ma anche molti pezzi di collezioni private, come la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo e la Collezione Giovanardi di Milano.
PAESAGGI E NATURE MORTE, FIORI E STAMPE
Dagli esordi figurativi degli Anni Venti alle astrazioni con oggetti dell’ultima fase, Morandi sviluppa un percorso nell’ambito della natura morta fatto di un meticoloso studio di forme, spazio e luce che si riflette di tela in tela attraverso graduali ma sensibili variazioni cromatiche e materiche. Sono bellissime le prime composizioni cubiste ispirate a Braque e Picasso (come Le Bagnanti del 1915, della Fondazione Cariverona) o i tanti paesaggi, alcuni in stile Cézanne, e le vedute inquadrate in maniera quasi fotografica dalla finestra di casa a Bologna e nella campagna intorno a Grizzana. La poetica silenziosa dei vasi di fiori anticipa invece le bianche trasparenze degli oggetti in ceramica o terracotta che popolano le tante nature morte degli Anni Quaranta e Cinquanta, sempre più astratte ed evanescenti.
Bella anche la sezione dedicata alle stampe, quasi tutte acqueforti, che l’artista realizza durante tutta la sua vita da autodidatta, con un interesse quasi sperimentale ma con assoluta maestria, tanto da ottenere la cattedra all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1930. Gli oggetti e le composizioni sono le stesse della pittura, ma il gioco di luci e ombre è ottenuto con perizia usando il nero dell’incisione e il bianco del foglio.
MORANDI E IL CONTEMPORANEO
Lo stile, le forme e l’estetica di Morandi, maestro di maestri, esercitano tutt’ora un’influenza diretta e potente nei confronti di artisti di diverse discipline. Molti di loro chiedono infatti di poter trascorrere un periodo nella casa di via Fondazza, a Bologna, o nell’atelier di Grizzana, tra i paesaggi dell’appennino tosco-emiliano, per immergersi nell’universo creativo del grande maestro. Pur essendo una tendenza diffusa quella di accostare i contemporanei ai classici, la mostra di Madrid risulta tutt’altro che banale e scontata nell’incontro-raffronto fra sensibilità artistiche diverse, spesso anche complementari. Il titolo Risonanza infinita allude proprio all’atemporalità della pittura di Morandi, che ritroviamo delicatamente riflessa in 26 opere di venti artisti contemporanei, tra i quali anche alcuni nomi del panorama spagnolo, in un fecondo dialogo che talora travalica i limiti della semplice ispirazione o dell’omaggio d’artista. È il caso degli splendidi vasi dei ceramisti imolesi Bertozzi & Casoni, ravvivati dalla presenza di insetti (quasi un memento mori); delle nature morte tridimensionali di Luigi Ontani o dello spagnolo Alfredo Alcaín; della raffinata pittura in ceramica di Edmund de Waal; ma soprattutto dell’imponente quanto fragilissimo Eroded Landscape di Tony Cragg, cattedrale di oggetti in vetro sabbiato, proprietà del MAMbo di Bologna. Bellissime anche le foto di Carlo Benvenuto e Franco Vimercati, Catherina Wagner e Joel Meyerowitz oltre al video in pellicola otto millimetri di Tacita Dean. Interessante, infine, anche il contributo di due pittori milanesi, i gemelli Alessandro e Riccardo Taiana, che con coraggio si misurano con i paesaggi morandiani. I dialoghi contemporanei con Morandi svelano tutta la profondità del suo sguardo e la forza espressiva della sua estetica, solo apparentemente statica e ripetitiva.
‒ Federica Lonati
Madrid // fino al 9 gennaio 2022
Morandi. Resonancia infinita
FUNDACIÓN MAPFRE
Paseo Recoletos 23
https://www.fundacionmapfre.org
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