Ha aperto Plateforme 10, il nuovo polo museale di Losanna
Inaugurato lo scorso giugno, riunisce l'Mcba, il Mudac e il Museo dell'Elysée, dedicati rispettivamente alle belle arti, al design e alla fotografia. Qualche mese fa ne avevamo parlato con Chantal Prod’hom, la direttrice del Mudac
Ha inaugurato a Losanna Plateforme 10, il nuovo polo culturale della città. Inaugurato lo scorso giugno, riunisce l’Mcba, il Mudac e il Museo dell’Elysée, dedicati rispettivamente alle belle arti, al design e alla fotografia. Il Musée de design et d’arts appliqués contemporains si è installato assieme al Musée de l’Elysée (Musée cantonal de la photographie) a giugno di quest’anno nel nuovo contenitore museale progettato dal portoghese Manuel Aires Mateus (Lisbona, 1963) e dall’ingegnere Rui Furtado, con panche esclusive firmate da Pierre Charpin e prodotte da Tectona Paris.
In occasione della cerimonia di consegna delle chiavi del nuovo edificio che completa il progetto, lo scorso novembre, abbiamo incontrato la direttrice del Mudac Chantal Prod’hom. “Quello su cui nasce il progetto Plateforme 10 era uno spazio di oltre 25mila metri quadrati totalmente inaccessibile alla città, fino a che le Ferrovie Federali hanno deciso di dismettere il deposito e di delocalizzarlo. C’è stato uno scambio di terreni e la città ha avuto l’opportunità unica di destinare a vari musei – come il Mudac, finora ospitati in edifici storici vicino alla cattedrale – un’area su cui costruire un autentico quartiere delle arti”, spiega Prod’hom.
IL PROGETTO PLATEFORME 10
Nell’ottobre 2019 era stato inaugurato il Musée cantonal des Beaux-Arts (Mcba), il primo edificio che si incontra arrivando dalla stazione di Losanna, a poche decine di metri dalla nuova area museale. Come progettato dallo studio EBV Estudio Barozzi Veiga, l’atrio d’ingresso è aperto con una vetrata di affaccio sul tracciato ferroviario che ancora fiancheggia il nuovo museo. E anche sul fronte d’ingresso, a ricordare simbolicamente l’antica destinazione dell’area, sono stati lasciati dei binari che, a lavori conclusi, proseguiranno fino al secondo edificio consegnato nei giorni scorsi. “La scelta politica è stata quella di non avere due edifici uguali e quindi procedere a due concorsi. Uno dei problemi affrontati dal secondo progetto era rendere ben visibile una struttura che è più distante dalla stazione e in parte coperta dal Musée cantonal des Beaux-Arts”.
Manuel Aires Mateus ha optato per una grande facciata bianca, solcata da un’apertura vetrata a forma di V allungata “che mi piace immaginare come un sorriso”, aggiunge Prod’hom. L’ingresso, un foyer basso che richiama una grotta, è comune ai due musei e ospiterà una caffetteria e la libreria-boutique, mentre un grande ristorante con terrazza è stato inaugurato in occasione dell’apertura sotto le arcate del muro nord che affacciano sulla piazza centrale di Plateforme 10.
FOTOGRAFIA E DESIGN INSIEME
La direttrice del Mudac ci ha fatto scendere anche negli spazi espositivi (1.520 metri quadrati) che ospitano il Musée de l’Elysée, diretto da Tatyana Franck. “È importante che i visitatori capiscano che ci sono due musei con esigenze diverse: un museo di fotografia ha bisogno di luce controllata, quello di design di maggiore luminosità”. L’Elysée, che ha aperto con un nuovo logo e il nuovo nome di Photo Elysée, dispone di una superficie totale di 3800 metri quadrati comprese le tre riserve con climi differenziati: 6° C per i negativi, 10° C per le stampe a colori e 17° C per i monocromi. Trovano qui una nuova sede importanti fondi fotografici, fra i quali quelli di Charlie Chaplin, René Burri ed Ella Maillart.
Al primo piano del nuovo edificio, ecco i 1.580 metri quadrati a disposizione del Mudac, con uno spazio dedicato alla mediazione didattica di 89 metri quadrati che la direttrice ha voluto nel cuore della superficie espositiva e non separato da essa. Il museo duplica così la metratura e può pensare a grandi progetti di valorizzazione delle collezioni e mirare a diversi tipi di pubblico.
IL PROGRAMMA DI PLATEFORME 10
Abbiamo chiesto a Prod’hom quali sono le prime iniziative in programma per la riapertura. “Una prima grande mostra nel periodo estivo sul tema del treno coinvolge tutti e tre i musei di Plateforme 10: la stazione, gli oggetti di design legati al viaggio, le partenze, i distacchi o, viceversa, l’incontro. Con un risvolto letterario: il coinvolgimento di due scrittori sul tema ‘roman de la gare’. Parallelamente, si tiene una mostra con i recenti acquisti sul tema della sostenibilità. La seconda iniziativa, in autunno, è un progetto molto complesso e ambizioso a cui lavoro da tempo: si chiamerà ‘A Chair and You’ e avrà come tema la sedia. Le sedie della collezione di Thierry Barbier-Mueller saranno le star della mostra, ma il curatore e lo scenografo dell’esposizione è Bob Wilson, quindi ci possiamo aspettare qualcosa di davvero sorprendente”.
Chantal Prod’hom è particolarmente soddisfatta della riuscita architettonica dell’edificio: “Mi piace la luce diffusa che c’è in questi spazi, sarà un ambiente vivo con la luminosità che cambia al passare di una nuvola all’esterno”. C’è stato dialogo con l’architetto? “Sì, ci siamo sempre confrontati, anche quando c’è stata qualche divergenza di idee. Mateus aveva pensato a uno spazio totalmente chiuso, senza aperture sulle pareti. Io ho chiesto una finestra, perché gli ambienti interni potessero rapportarsi con l’esterno. Mi ha risposto di no, ma dopo un mese è tornato con una proposta e lavorando sulle sue geometrie ha aperto sulla parete sud-ovest quella che, con ironia, ha chiamato la fenêtre Chantal”.
GLI INTERVENTI DI CHRISTIAN MARCLAY
La cerimonia di consegna delle chiavi è stata anche l’occasione per un fine settimana a porte aperte del nuovo edificio: il 6 e 7 novembre scorsi il pubblico ha potuto circolare liberamente negli spazi dell’edificio di Manuel Aires Mateus che ospitava l’installazione Déballage di Christian Marclay. Le pareti bianche dell’architetto portoghese sono state una tela vergine dove l’artista premiato con il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2011 per l’opera The Clock ha proiettato in loop dalla velocità variabile una selezione di migliaia di fotografie del patrimonio dell’Elysée. Al piano superiore, negli spazi del Mudac, Marclay ha invece allestito una sorta di concerto visuale con centinaia di schermi posti a terra su cui apparivano sempre in loop 2500 oggetti posseduti dal museo.
IL NUOVO EDIFICIO IN NUMERI
Costo: 102 milioni di franchi svizzeri
42 milioni dal Cantone del Vaud
40 milioni da donazioni e sponsor
20 milioni dalla Città di Losanna
42 metri di lunghezza (per ciascun lato)
3 pilastri portanti al centro dell’edificio
1291 giorni di cantiere
72 le sfaccettature sul cemento armato del foyer d’ingresso
– Dario Bragaglia
Articolo aggiornato il 13 luglio 2022.
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