Il Garage Museum di Mosca chiude fino alla fine della “tragedia umana e politica” dell’invasione
Il museo di arte contemporanea di Gorky Park si dissocia nonostante le tacite (o meno) imposizioni di silenzio dall'alto. Intanto il famoso artista islandese Ragnar Kjartansson ha chiuso in anticipo la sua mostra al museo moscovita GES-2, che sospende tutte le attività.
Il coraggio del dissenso. Il Garage Museum of Contemporary Art di Mosca chiude i battenti come forma di protesta “fino a quando la tragedia umana e politica che si sta svolgendo in Ucraina non sarà cessata“. Il museo di arte contemporanea nel cuore di Gorky Park sottolinea la drammaticità e l’ingiustizia dell’attacco russo – nonostante le imposizioni più o meno tacite da parte del governo di non esporsi contro l’invasione dell’Ucraina – facendo sapere che non possono “sostenere l’illusione della normalità quando si verificano tali eventi. Garage è da sempre un’istituzione internazionale aperta a una pluralità di voci. Siamo categoricamente contrari a tutte le azioni che seminano divisione e creano isolamento. Ci consideriamo parte di un mondo più ampio non diviso dalla guerra“.
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RIMANDATE LE MOSTRE DEL GARAGE MUSEUM
“Adempieremo i nostri obblighi nei confronti degli artisti i cui progetti sono stati rinviati e che hanno lavorato con noi con fiducia ed entusiasmo. Ringraziamo Anne Imhof, Helen Marten, Saodat Ismailova, Heimo Zobernig, i loro studi e gallerie e i prestatori di opere per la mostra di Lydia Masterkova per il loro supporto e speriamo in una fine immediata del conflitto“, continua l’annuncio del museo, fondato nel 2008 dalla Dasha Zhukova e dal suo allora compagno Roman Abramovich (oligarca proprietario del Chelsea) e ora in fase di ampliamento, che rimanda così tutti gli appuntamenti fissati per le prossime settimane. La mostra di Masterkova doveva aprire il 16 marzo e la mostra di Imhof, la prima in Russia dedicata alla vincitrice del Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 2017, doveva aprire il 5 aprile 2022.
RAGNAR KJARTANSSON SI RITIRA DALLA GES-2 HOUSE OF CULTURE DI MOSCA, CHE SOSPENDE LE ATTIVITÀ
Il famoso artista islandese Ragnar Kjartansson ha intanto deciso di chiudere in anticipo la sua mostra Santa Barbara – A Living Sculpture in un altro museo di Mosca, la GES-2 House of Culture. La mostra di Kjartansson – che aveva inaugurato lo scorso dicembre la nuova casa del museo progettata da Renzo Piano – doveva durare fino al 13 marzo, ma stando a Kjartansson “non è possibile tenere in piedi una mostra di fronte a un orrore del genere“, ha detto alla rete islandese Ríkisútvarpið, durante la cui intervista ha definito la Russia uno “stato fascista”.
Successivamente, “alla luce dei tragici eventi in corso”, la GES-2 House of Culture ha dichiarato che sospenderà tutte le mostre e attività a partire da lunedì 28 febbraio, ma che non chiuderà i battenti. Stando alla dichiarazione dell’associazione che la gestisce, la V-A-C Foundation, il museo deve restare aperto per “fornire un luogo sicuro in cui le persone possono comunicare, sostenersi a vicenda, esprimere empatia e prendersi una pausa da un ambiente informativo eccessivamente saturo“. Rimarranno aperti anche l’atelier, il laboratorio per famiglie, servizi come biblioteca, cafetterie e ristorante, e il Vaults Art Production Center, che resta a disposizione degli artisti per portare avanti i loro progetti. Fondata nel 2009 dal collezionista Leonid Mikhelson, la V-A-C Foundation ha detto altresì di voler sospendere anche tutti i progetti in corso nella sua sede italiana, che dal 2017 trova spazio nel restaurato Palazzo delle Zattere, a Venezia.
– Giulia Giaume
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