La storia del museo inizia il 20 Marzo 2017, con un tweet della fondatrice e direttrice Florence Schechter la quale si meravigliò dell’esserci il museo del pene in Islanda e del non esserci, nel mondo, un museo dedicato alla vagina. Sebbene, a dire il vero, il Museum of Sex di New York da tempo ospita mostre permanenti e temporanee sul tema. Poco dopo aver lanciato l’idea, il Vagina Museum inizia a far parlare di sé con una serie di mostre estemporanee in vari spazi e musei (tra i quali lo Science Museum di Londra). Nel 2019 viene lanciata una campagna di crowdfunding e col ricavato viene affittato uno spazio all’interno del Camden Market dove, il 16 novembre 2019, viene aperto al pubblico con la mostra Muff Busters: Vagina Myths and How to Fight Them. Museo e mostra di gran successo, visti i 120 mila visitatori nel breve periodo antecedente al primo lockdown. Il museo, dopo il periodo pandemico, riapre nel maggio 2021 con la mostra Periods: a Brief History, sponsorizzata dalla catena The Body Shop che attrae altri 30 mila visitatori nei pochi mesi di apertura prima che il contratto di affitto dei locali scadesse.
LA NUOVA SEDE DEL VAGINA MUSEUM
Finalmente il museo riesce a trovare nuovi locali, tre volte più grandi dei precedenti, questa volta nella zona di Bethnal Green, a est, e grazie a un accordo con la spazio polifunzionale ENTER. Ora il museo dispone anche di uno spazio per l’esposizione permanente (partendo dall’anatomia ginecologica), per nuove mostre (per ora viene riproposta una versione estesa di Periods: a Brief History), un centro educativo, una galleria aperta alle iniziative della comunità locale, un caffè ed un negozio fornitissimo di libri, gadget a tema e merchandising.
VAGINA MUSEUM: VISIONE E MISSIONE
L’intento del museo? Creare informazione, sfatare miti, evitare preconcetti e tabù vari che si tramandano da secoli. La filosofia della fondatrice è che “nulla meriti maggior rispetto che la vagina, la vulva e l’anatomia ginecologica”. La promozione della nuova sede del museo inizia prevalentemente dal proporsi alla comunità locale: attraverso un accordo con una società di affissioni pubblicitarie nel quartiere di Bethnal Green, è stata lanciata una campagna pubblicitaria con 16 poster a tema che, in teoria, ci si aspetta non debbano essere provocativi in un mondo ideale senza preconcetti e tabù vari. La direttrice creativa della campagna, Nathalie Gordon, sottolinea come metà delle parole usate nei poster siano “vulva, vagina e clitoride”, che dovrebbero poter esser usate comunemente senza alcun pudore artificioso e che se, appunto, qualcuno considererà la campagna come sensazionalista, inappropriata o strana allora darà ancor più significato alla missione educativa del museo e alla sua esistenza. Ci piace evidenziare, infine, come il Vagina Museum sia dog friendly, consentendo quindi di accedere all’area espositiva anche in compagnia di un cane, rara opportunità in UK.
– Mario Bucolo
https://www.vaginamuseum.co.uk
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