Torna la rassegna Foto Wien, che presenta più di 140 mostre e oltre 300 eventi diffusi in tutta Vienna. Numerosi i partner del programma, tra cui musei, gallerie, università d’arte e spazi espositivi che presentano le produzioni attuali nei campi della fotografia artistica, del reportage e della moda. Il progetto Shoot & Think, curato da Eva Leitolf e Giulia Cordin, rientra in questo ricco programma.
La mostra Shoot & Think presenta i lavori degli studenti dello Studio Image della Libera Università di Bolzano, realizzati negli ultimi cinque anni su vari temi. Le loro fotografie, i progetti multimediali e le pubblicazioni grafiche invitano i visitatori a confrontarsi con diversi temi sociali. Ad accoglierci al MuseumsQuartier di Vienna per l’inaugurazione della mostra c’era Eva Leitolf, artista, docente e direttrice di Studio Image, che ci ha illustrato il progetto:
“Lo Studio Image è un’ottima opportunità per noi di mostrare cosa facciamo e mettere in discussione la nostra pratica come insegnanti. Il percorso formativo è strutturato in modo molto differente rispetto a una accademia tedesca, dove abbiamo le masterclass. Queste non ci sono alla Libera Università di Bolzano. Qui abbiamo gli studios: studio image, studio space, studio interact e studio exhibit. Gli studenti hanno tre diversi docenti che insegnano insieme e sviluppano ogni semestre uno spazio discorsivo, un tema preciso, per esempio ‘Violent Images’, ‘Fake for Real’ e ‘Democracy in Distress?’“.
LA MOSTRA SHOOT & THINK A VIENNA
E prosegue: “Gli studenti sviluppano questo tema in modo molto libero. Ogni semestre io, artista, Giulia Cordin, graphic designer e German Duarte, media theorist, reinventiamo lo Studio Image come uno spazio dove noi e i nostri studenti possiamo affrontare tematiche che ci riguardano tutti. Inoltre sono stati invitati dei critici che hanno coinvolto gli studenti in lecture come per esempio Marco Enrico Giacomelli che ha scritto anche un testo per il progetto editoriale sulla nostra unicità”. Shoot & Think, oltre alle opere artistiche di un periodo di cinque anni, descrive anche le preziose discussioni sui rispettivi temi semestrali che hanno contribuito alla genesi delle opere degli studenti. Molti degli ospiti che hanno dato agli studenti una visione del loro lavoro artistico, critico e socio-politico hanno contribuito al successo di questa pubblicazione con i loro contributi testuali e le loro interviste.
IL MURO DEL PIANTO SECONDO ELISA FALETTI
Tra le prime opere in mostra troviamo il progetto di Elisa Faletti, Incidents and Situations from Common Life, che indaga il potere delle telecamere di sicurezza installate in negozi, banche, parchi. Come spiega l’artista nell’introduzione al suo progetto, ci sono dei siti web dove le persone possono osservare le telecamere di sicurezza della loro città, per vedere la vita di altre persone filmate nei luoghi pubblici. Qui in mostra rivela le telecamere di sicurezza in una zona di conflitto: il Muro del Pianto di Gerusalemme. Divide l’installazione artistica in due parti, in un video si può osservare come l’opera di Faletti, 2560 scatti ottenuti dalle telecamere di sorveglianza puntate sul Muro del Pianto, venga contemplata dal visitatore. Così facendo l’osservatore diventa oggetto dell’osservazione.
IL CANDY OSCURO DI LUCA PISCOPO
Eva Leitolf poi ci introduce al progetto di Luca Piscopo, che si trovava bloccato nella sua casa d’infanzia, durante il lockdown del 2020. Inizialmente doveva essere un soggiorno di tre giorni, ma poi ha dovuto rinchiudersi nella casa dei suoi genitori, nella Toscana rurale, per molto tempo. Come ci racconta Eva Leitolf: “Nelle foto e nei video che ha prodotto durante la sua permanenza dentro e intorno alla casa, lo abbiamo visto trasformarsi lentamente in Candy Oscuro. Qui ha lavorato con la madre che lo ha fotografato e ripreso. Un processo che ha sfidato le loro rispettive idee di identità maschile e femminile. Si è posto domande su identità e genere insieme alla madre che nessuno dei due in quel momento si aspettava. Ha instaurato una relazione intima con la madre, portando anche i suoi vestiti”. Il ritratto scattato dalla madre è diventato una delle immagini faro della manifestazione Foto Wien.
Tanti sono i progetti da scoprire in mostra, che analizzano tematiche estremamente attuali e complesse, approfondite attraverso i testi del progetto editoriale.
‒ Giorgia Losio
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