Rima Abdul Malak. Ecco chi è la nuova ministra della Cultura francese
Già consulente culturale e mediatica di Macron, la neoministra franco-libanese ha un impressionante curriculum culturale e istituzionale tra ong artistiche, consulenze per il sindaco di Parigi e la gestione culturale dell’ambasciata francese a New York. Che sappia dare serenità a un ministero tormentato?
Nuova squadra di governo per il neo-rieletto presidente francese Emmanuel Macron, Ministero della Cultura compreso. A capo del tormentato Ministero, la cui direzione è cambiata quindici volte nel corso degli ultimi trent’anni, è stata scelta come erede di Roselyne Bachelot Rima Abdul Malak, consolidata consulente culturale e mediatica del presidente.
CHI È RIMA ABDUL MALAK
Classe 1979, Rima Abdul Malak ha vissuto i primi dieci anni della sua vita a Beirut prima di trasferirsi con la famiglia a Lione, lontano dalla guerra civile. Laureatasi all’Istituto di Studi Politici di Lione e diplomatasi post-laurea alla Sorbona in cooperazione internazionale, ha lavorato per il Comitato Cattolico contro la Fame e per lo Sviluppo. Nel 2001 è diventata direttrice della ong artistico-umanitaria Clowns sans frontières, organizzando con il contributo di oltre 400 artisti spettacoli e corsi di formazione in zone di guerra, campi profughi, slum, ospedali, orfanotrofi e centri sociali, dal Sudan al Bangladesh, dalla Moldavia all’Afghanistan e alle Filippine. Divenuta responsabile della divisione musicale di Culturesfrance (ora Institut Français), è entrata a far parte dell’ufficio del vicesindaco di Parigi per la cultura come consulente per l’intrattenimento dal vivo, diventando nel 2012 consigliera culturale del sindaco parigino allora in carica, il socialista Bertrand Delanoë. Trasferitasi negli Stati Uniti nel 2014 come addetta culturale dell’Ambasciata di Francia a New York, la franco-libanese Rima Abdul Malak ha sviluppato un ampio programma di residenze e mostre di artisti francesi, dando vita a un festival dedicato ai bambini e un programma per la promozione del design d’oltralpe. Nel 2019 è stata nominata consulente per la cultura e il rapporto con i media del presidente Macron, succedendo a Claudia Ferrazzi, implementando, dice lo stesso ministero francese, “divulgazione della cultura, tutela del patrimonio, pianificazione dell’educazione artistica, ampliamento della lettura a livello nazionale, sviluppo delle industrie culturali, riforma dell’audiovisivo, regolamentazione delle piattaforme, pianimediatici, politiche di restituzione, e altro”.
LE SFIDE DELLA NUOVA MINISTRA DELLA CULTURA FRANCESE
Rima Abdul Malak dovrà occuparsi di un settore in ripresa (in una economia europea in salute): se durante la pandemia sono stati messi a disposizione 14 miliardi di euro per sostenere arte e cultura, la lunga chiusura dei locali pesa, con cali di presenze in cinema, teatri e musei. La nuova ministra dovrà affrontare anche una serie di questioni spinose, prima tra tutte l’abolizione del canone audiovisivo promesso da Macron per il 2022 (che come precisa Le Monde portava nelle casse francesi oltre 3 miliardi all’anno). Poi, sempre nei media, si dovrà occupare della lotta alle fake news e della fusione tra M6 e TF1, due delle più grandi società televisive private francesi, che gode del benestare governativo e andrebbe a opporsi allo strapotere dello streaming. Tra le priorità della neoministra anche il Pass Cultura, l’assegno distribuito ai giovani da spendere in arte e cultura introdotto un anno fa e considerato un progetto prioritario: Macron ha già annunciato di voler estendere l‘età dei beneficiari ai più giovani, trasformando il Pass (già finanziato dal governo per 254 milioni) in uno strumento di educazione artistico-culturale che raggiunga “il 100% degli studenti“. Infine, Rima Abdul Malak dovrà rispondere alla promessa di intensificare le commissioni pubbliche agli artisti e dirigere il nascituro “metaverso europeo”, un progetto che mira a proteggere la capacità creativa e i diritti d’autore degli artisti francesi ed europei senza renderli dipendenti da imprese e aggregatori extra-continentali. Bonne chance!
– Giulia Giaume
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