Adesso a Bruxelles gli psichiatri prescrivono visite ai musei

Si tratta di un progetto sperimentale lanciato nella capitale belga: gli psichiatri potranno prescrivere ai pazienti affetti da ansia, stress e depressione una visita a un museo, e a pagare il biglietto al paziente e ai suoi accompagnatori è la città

Prescrivere la visita a un museo per guarire da ansia, stress e depressione. È questa la misura adottata dagli psichiatri di Bruxelles nell’ambito di un progetto pilota promosso dalla città con lo scopo di studiare se e come la cultura possa essere una medicina per l’anima. E la prassi della prescrizione è identica a quella che riguarda ogni altro farmaco: il medico indica quale museo vuole visitare il paziente, e a pagare il biglietto di ingresso – del paziente e fino a un massimo di tre accompagnatori – è la città di Bruxelles. Un progetto, questo, che si ispira a quello avviato nel 2018 in Quebec, dove i medici possono prescrivere visite al Museo di Belle Arti di Montreal.

A BRUXELLES IL MEDICO PRESCRIVE DI VISITARE I MUSEI

“Qualsiasi cosa potrebbe avere un valore terapeutico se aiuta le persone a sentirsi bene e a entrare in contatto con se stesse”, ha dichiarato al Guardian il dottor Johan Newell, psichiatra del Brugmann University Hospital. Una terapia a tutti gli effetti, quindi, che finora coinvolge in veste di “farmaco” il Fashion and Lace Museum, il Sewer Museum, il museo dei costumi Manneken Pis e lo spazio di arte contemporanea CENTRALE.

I MUSEI FANNO BENE ALLA SALUTE. GLI STUDI

Quello del valore terapeutico dei musei è un tema dibattuto da anni, e tornato in auge soprattutto nel periodo pandemico. Risale al 2019 uno studio-sondaggio condotto dall’Art Council England secondo il quale l’arte e la cultura non solo fanno bene alle comunità, ma spingono le persone a essere più felici di se stesse. Inoltre, il rapporto suggerisce che le arti potrebbero essere utilizzate dalle città più piccole per attirare nuovi residenti, e che il 65% delle persone intervistate pensa che l’arte e la cultura favoriscano il benessere, mentre il 36% pensa che l’arte e la cultura siano “essenziali per la vita”. Il potere taumaturgico dell’arte è stato poi sottolineato da molti direttore di musei durante gli ultimi anni, soprattutto nei periodi in cui a causa delle restrizione da Covid-19 le istituzioni culturali sono rimaste chiuse per lunghi periodi: non sono mancati gli appelli dei direttori e curatori francesi al loro governo affinché venissero riaperti i musei, perché  “l’arte, come la salute, aiuta a guarire l’anima umana”, fino all’appello dei direttori di Basilea: “ponete fine alla chiusura dei musei. Per il benessere mentale di tutti!”. In ambito italiano, invece, di recente il Museo di Storia Naturale e la Galleria d’Arte Moderna di Milano hanno aderito al progetto sperimentale ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach – ansia, stress, approccio del museo amico del cervello), ideato e coordinato dal Centro Studi sulla Storia del Pensiero Biomedico (CESPEB) dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca con lo scopo di dimostrare come l’arte e i musei concorrano al benessere mentale.

– Desirée Maida

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

Scopri di più