Un pezzo di Ucraina annesso alla Russia. Cosa accadrà al patrimonio culturale?
Il referendum tenutosi in alcune regioni dell’Ucraina ha sancito la loro adesione alla Federazione Russa. Da oggi quindi la Russia si appropria anche del loro patrimonio culturale, dopo mesi di guerra che hanno spesso portato alla distruzione di musei e opere
Sono ore intense e turbolente per la politica europea e internazionale, con Vladimir Putin che ha firmato al Cremlino i trattati di annessione alla Russia delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, dove nei giorni scorsi si è tenuto un referendum che ha visto gli abitanti di questi territori decidere, appunto, se aderire o meno alla Federazione Russa. Il risultato del referendum – che la cui validità non è stata riconosciuta dalle autorità ucraine e dalla comunità internazionale – stravolge così nuovamente gli assetti territoriali e politici dell’area, e le quattro regioni appena aderite alla Federazione Russa vanno così ad aggiungersi alla Crimea, diventata territorio russo nel 2014. Mesi di guerra e altalenanti scenari diplomatici sembrano purtroppo non placare la situazione in atto, con la Russia che ha chiaramente affermato di ricorrere all’utilizzo di armi nucleari in caso di “aggressione contro la Federazione Russa con l’uso di armi convenzionali che minaccia l’esistenza stessa dello Stato” e “attacchi del nemico contro strutture statali e militari critiche”. Da oggi, quindi, quattro regioni dell’Ucraina diventano russe e – volendosi soffermare su un aspetto particolare di una questione politica e bellica che ha radici antiche, controverse e ancora scottanti – un problema urgente è anche quello dei beni culturali. Musei, opere e patrimonio storico-artistico di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, infatti, entrano a fare parte del patrimonio culturale della Federazione Russa.
REGIONI UCRAINE ANNESSE ALLA RUSSIA. E I BENI CULTURALI?
Le quattro regioni annesse alla Russia rappresentano, a livello territoriale, un’area che – se cumulata – raggiunge per dimensioni quella del Portogallo. Un’area vasta, quindi, e ognuna di queste regioni porta in dote alla Russia un patrimonio storico-artistico di grande rilievo, dall’antico al moderno, custodito anche nei loro musei. Istituzioni museali che, in questi mesi di guerra, si sono rivelati spesso terreno di battaglia e di trafugamenti: nei mesi scorsi, al New York Times, la direttrice del Museo di storia locale di Melitopol (nella regione Zaporizhzhia) Leila Ibrahimova ha raccontato di essere stata rapita e che le truppe russe, entrate al museo, hanno chiesto dove fossero custoditi gli ori dei Sciti, corpus di oggetti, suppellettili e armi in oro realizzati tra l’VIII e il I secolo a.C. In questa operazione, era presente anche un uomo di lingua russa, che è poi stato identificato come Evgeny Gorlachev, nominato direttore del museo.
I MUSEI DELLE REGIONI UCRAINE ANNESSE ALLA RUSSIA
Spostandoci nella regione di Donetsk, durante gli attacchi degli scorsi mesi è andato distrutto, tra gli altri, il Museo delle Tradizioni Popolari di Mariupol, causando anche la distruzione di molte opere custodite al suo interno; altre, invece, sono scomparse, e si tratta dei dipinti di Arkhip Kuindzhi, pittore russo nato a Mariupol negli anni Quaranta dell’Ottocento molto noto e osannato sia in Ucraina sia in Russia. Di Arkhip Kuindzhi è stato distrutto inoltre il museo a lui intitolato, che aveva sede in una palazzina in stile liberty. Anche la città di Lugansk, capoluogo della omonima regione, vanta un patrimonio di inestimabile valore storico-artistico, tra cui spicca la collezione di statue sacre polovesiane, note come “babas di pietra”, e risalenti al IX secolo. I Poloveciani (noti anche come Cumani) furono una popolazione turca che intorno al X secolo occuparono i territori a nord del Mar Caspio e del Mar Nero, spingendosi poi verso nei territori delle attuali Bulgaria e Ungheria. Kherson, infine, è una regione ricca di testimonianze archeologiche, e i suoi musei di Storia locale e di Arte regionale, che custodiscono cimeli e opere che raccontano la storia dell’Ucraina.
Desirée Maida
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