Il Brussels Gallery Weekend è giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione, celebrando l’importante traguardo attraverso una serie di iniziative e appuntamenti degni di nota. Quattro giorni interamente dedicati al variegato mondo delle gallerie d’arte, per un evento che si ripete senza interruzione dal 2008 e che rappresenta la più antica manifestazione di questo tipo dopo il Gallery Weekend di Berlino.
I PROTAGONISTI DEL BRUSSELS GALLERY WEEKEND
Dall’8 all’11 settembre scorsi, 47 gallerie d’arte hanno aperto le loro porte a un pubblico vasto ed eterogeneo, ospitando i lavori di circa 125 artisti provenienti da tutto il mondo. La programmazione ha visto le iniziative principali svolgersi in un luogo eccezionale: l’antica stamperia della Banca Nazionale, trasformata per l’occasione in luogo di allestimento per opere di grande formato. Dalla scultura di Maria Zahle, proposta dalla galleria Arcade, all’opera di Christiane Blattmann, che ha rappresentato Damien & The Love Guru, fino al neon di Enrique Ramirez per la galleria Michel Rein.
Diventato un appuntamento imperdibile tra i professionisti del settore e gli amanti d’arte, il Brussels Gallery Weekend attesta l’importanza della capitale belga come città pilota nel settore dell’arte contemporanea grazie al ruolo determinante giocato dalle gallerie. Complici la posizione centrale e la vitalità della scena locale, sono molti i collezionisti provenienti dal Belgio e dai Paesi limitrofi, ma anche dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti.
Tra le nuove gallerie partecipanti si annoverano per questa edizione la Belgian Gallery Brussels, la Peau de l’ours, Marra\Nosco, Rossicontemporary, e Schönfeld Gallery.
Oltre al tradizionale programma “off”, per il quinto anno consecutivo l’esposizione Generation Brussels ha puntato i riflettori su dodici giovani artisti locali, tra studenti di scuole d’arte e artisti in erba. Da Anaïs Chabeur a Mary Szydlowska, i protagonisti della selezione hanno presentato dei lavori incentrati sul tema della cura. Sono sempre più, infatti, le pratiche artistiche che mettono al centro la cura per sé stessi e gli altri, l’interdipendenza, le relazioni, ma anche il tema della vulnerabilità della vita e di cosa sia veramente importante.
LA MOSTRA DI SERENA FINESCHI E LOREDANA LONGO
Tra gli artisti italiani, invece, Serena Fineschi (Siena, 1973) e Loredana Longo (Catania, 1967) si presentano con l’esposizione Break alla MONTORO12 GALLERY. La mostra consiste in circa trenta lavori caratterizzati da un mix di media differenti realizzati specificamente per questa occasione e distribuiti sui due piani della galleria. L’idea del progetto è nata grazie a una stretta collaborazione tra le due artiste con l’obiettivo di aprire un dialogo tra le loro pratiche. Il percorso è quindi ricco di rimandi e assonanze tra le opere, nonostante la differenza dei loro codici stilistici. Apparentemente legate a gesti duri e immagini dissidenti, le opere delle due artiste sono in realtà punti di sospensione: una pausa, un tempo di assestamento e di rielaborazione personale per trasformare il conflitto e il dolore in una possibile rigenerazione.
LA MOSTRA DI MARCO DE SANCTIS E JOOST PAUWAERT
Alla Dauwens & Beernaert Gallery ha esposto invece Marco De Sanctis (Milano, 1983) per la mostra Sturm und Drunk in collaborazione con Joost Pauwaert (Belgio, 1983). La bellezza artistica di queste opere deriva dall’originalità delle domande che si pongono, in contrasto con le consuete forme di espressione artistica. La mostra ci riporta, infatti, ai tempi in cui scienza e arte erano più vicine di come si presentano oggi. I lavori riflettono i quesiti che sono fondamento della scultura, relativi alla gravità e alla densità. Ci avviciniamo, così, a una poesia fondamentale, che nasce dalla bellezza delle cose stesse.
‒ Arianna Piccolo
https://brusselsgalleryweekend.com/
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