Due mostre da vedere a Varsavia in questo autunno 2022

Dai 300 anni dalla nascita del pittore Bernardo Bellotto, che a Varsavia fu profondamente legato, alla storia dei Soros Centers for Contemporary Art, due mostre da non perdere se avete in programma un viaggio nella città polacca

Il ruolo di George Soros, come investitore, speculatore, attivista politico, filantropo, spesso come finanziatore dietro le quinte in vari settori della vita pubblica americana, è stato relativamente delineato dalla pubblicistica e saggistica negli ultimi decenni. Quello che indaga la mostra The Influencing Machine, aperta fino al 6 novembre all’Ujazdowski Castle Centre for Contemporary Art di Varsavia, è invece il ruolo svolto negli ultimi trent’anni, a partire dal collasso dell’Unione Sovietica, nel settore dell’arte contemporanea dai Soros Centers for Contemporary Art (SCCA), come parte dell’attività dell’Open Society Institute (OSI).
Dopo una prima iniziativa alla Budapest Mucsarnok (Kunsthalle) nel 1985, sotto la direzione di Suzanne Mészöly, gli SCCA si diffondono nei primi Anni Novanta in tutta l’Europa Orientale e poi anche nell’Asia Centrale ex sovietica. Bratislava, Mosca, Praga, Tallinn, Varsavia, Bucarest, Riga, Vilnius, Kiev, Lubiana, Zagabria, San Pietroburgo, Belgrado, Skopje, Chisinau, Sarajevo, Odessa, Almaty sono le tappe della rapida diffusione di questi centri che hanno supportato la diffusione dell’arte contemporanea vista come elemento fondamentale di quella “società aperta” teorizzata da Karl Popper, a cui Soros non ha mai nascosto di ispirarsi nel suo approccio globalista alle mutazioni sociali.

Christian Jankowski, Heavy Weight History

Christian Jankowski, Heavy Weight History

LA MOSTRA SUL RUOLO DEI SOROS CENTERS FOR CONTEMPORARY ART

Ciascuna sede SCCA era invitata a stimolare l’attività degli artisti locali fornendo opportunità per sviluppare progetti, partecipare a esposizioni, favorire l’accesso alle informazioni, implementare i contatti sia nazionali che internazionali, anche attraverso il dialogo con le altre sedi dei centri per l’arte contemporanea.
Per documentare questi trent’anni di attività, la mostra di Varsavia offre un ampio ventaglio di opere provenienti da vari contesti, compresi molti autori che hanno rappresentato i loro Paesi nei maggiori eventi internazionali nel corso degli ultimi decenni. Alcune opere sono diventate iconiche della storia dei SCCA come ad esempio Bruce Lee of Mostar di Ivan Filojic, una scultura che ha stabilito una cesura provocatoria nei confronti della statuaria di regime, tipica dei Paesi a influenza comunista. Anche Voices of Love degli artisti ucraini Arsen Savadov e Heorhii Senchenko rappresenta bene l’attività nei primi anni dei SCCA e la versione polacca dello storico manifesto Your body is a battleground di Barbara Kruger è un esempio di arte impegnata politicamente per influenzare i cambiamenti sociali. Aaron Moulton, il critico e antropologo americano (Los Angeles) che ha curato la mostra, ha voluto indagare i metodi meno tradizionali per arrivare alla creazione artistica e come questa si possa coniugare con la propaganda, anche in un mondo globalizzato e apparentemente aperto.
Il catalogo che accompagna la mostra è il primo libro che documenta nel dettaglio la storia della rete di SCCA ed evidenzia l’importanza di questi centri nell’influenzare lo sviluppo dell’arte contemporanea nei Paesi dell’Europa Orientale.

Bernardo Bellotto Veduta del Campidoglio con la chiesa di Santa Maria in Aracoeli, 1768, Museo del Castello Reale di Varsavia

Bernardo Bellotto Veduta del Campidoglio con la chiesa di Santa Maria in Aracoeli, 1768, Museo del Castello Reale di Varsavia

VARSAVIA CELEBRA I 300 ANNI DELLA NASCITA DI BERNARDO BELLOTTO

Le vedute di Varsavia dipinte da Bernardo Bellotto nell’ultima parte della sua vita ‒ il pittore morì nella capitale polacca nel 1780 ‒ sono state una fonte importante per la ricostruzione della città uscita praticamente rasa al suolo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Bernardo Bellotto, nipote del Canaletto, approda a Varsavia nell’inverno del 1767 e sarà l’ultima tappa del suo tour fra le corti europee, dove era apprezzato per le sue qualità di eccelso vedutista. Una fama che il pittore nato a Venezia il 20 maggio 1722 si era conquistato con le committenze a Firenze, Lucca, Roma, Milano, Torino e Verona. Bellotto lascia definitivamente la città lagunare nel 1747 in direzione di Dresda, altra tappa fondamentale della sua carriera, per recarsi alla corte di Augusto III, re di Polonia ed elettore di Sassonia, dove ottenne l’incarico di pittore di corte. Durante la Guerra dei sette anni fu a Vienna chiamato da Maria Teresa d’Austria e poi a Monaco di Baviera. Durante un viaggio verso la Russia di Caterina II, si ferma definitivamente a Varsavia, dove l’ultimo re di Polonia Stanislao II Augusto Poniatowski, illuminato e liberale mecenate delle arti, gli assegnerà dopo due anni l’incarico di pittore di corte. Proprio al lungo soggiorno in terra polacca si devono 57 opere, di cui oltre venti vedute della città e della residenza reale di Wilanòw. Oggi fanno parte delle collezioni del Castello Reale e del Museo Nazionale Polacco e sono una testimonianza della vita negli ultimi anni del regno di Polonia, perché nel 1795 la nazione sparì definitivamente dalle mappe europee, fagocitata dagli ingombranti vicini, in particolare l’Impero Russo e la Prussia. I quadri del Bellotto vennero portati in Russia dallo zar Nicola I e restituiti solo nel 1922, poi sopravvissero all’incendio del Castello Reale nel 1939 per essere sequestrati dai tedeschi nel 1940 e infine restituiti nel 1945 per diventare preziosi strumenti della ricostruzione postbellica della città. Dal 1984 le opere sono state risistemate nella Vecchia camera delle udienze (stanza 17) decorata da un altro artista italiano, il Regio Architetto Domenico Merlini, e completata nel 1777. Oggi nel cortile del castello è stata riposizionata una delle urne utilizzata per la sottoscrizione popolare attraverso la quale i cittadini di Varsavia e la diaspora polacca di tutto il mondo contribuirono alla rinascita del centro storico.

Dario Bragaglia

Varsavia // fino al 6 novembre 2022
The Influencing Machine
Ujazdowski Castle Centre for Contemporary Art
Jazdów 2
https://u-jazdowski.pl/en

Varsavia // fino al 10 gennaio 2023
Bernardo Bellotto. On the 300th Anniversary of the Painter’s Birthday
ZAMEK KRÓLEWSKI W WARSZAWIE
Plac Zamkowy 4
https://zamek-krolewski.pl/en

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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