Solo poche ore prima che i missili russi iniziassero a piovere sulla capitale, la settimana scorsa, un convoglio segreto di due camion contenenti 51 opere d’arte rare ha lasciato Kiev con destinazione Madrid. La missione, appena conclusasi, è stata complessa: trasportare i lavori dell’avanguardia ucraina a ovest fino alla città di Leopoli, e da lì in Polonia e poi per tremila chilometri attraverso l’Europa fino alla capitale spagnola. Un percorso, pericoloso, reso ancora più ostico dal collasso delle infrastrutture energetiche ucraine e dalle accresciute tensioni per il ritrovamento dei missili (dichiarati come ucraini) in terra polacca. Dopo cinque giorni di viaggio, le opere hanno raggiunto la loro destinazione nella capitale spagnola, il Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, dove dal 29 novembre saranno esposte in una grande mostra di arte d’avanguardia ucraina, Nell’occhio del ciclone. Avanguardia in Ucraina, 1900-1930.
LA MOSTRA SULL’ARTE UCRAINA AL MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA
L’esposizione – supportata dall’iniziativa europea Museums for Ukraine volta a proteggere manufatti e collezioni ucraine – promette di essere la rassegna più completa dell’arte moderna ucraina mai realizzata, con opere inedite in prestito dal Museo Nazionale d’Arte dell’Ucraina, dal Museo del Teatro, della Musica e del Cinema di Kiev e da collezioni private. L’obiettivo è quello di presentare, attraverso una selezione di ben 70 lavori, una visione completa dell’arte d’avanguardia ucraina nei primi decenni del XX secolo, mostrandone le diverse tendenze artistiche, dall’arte figurativa al futurismo o al costruttivismo. Lo sviluppo delle avanguardie in Ucraina avvenne in un complesso contesto socio-politico, tra il crollo degli imperi, lo scoppio della prima guerra mondiale e le rivoluzioni del 1917, a cui seguirono la guerra d’indipendenza ucraina (1917-1921) e la successiva nascita dell’Ucraina sovietica. La situazione era drammatica: la spietata repressione di Stalin contro l’intellighenzia locale portò all’esecuzione di decine di intellettuali, scrittori, registi teatrali e artisti locali, mentre la brutale carestia (indotta da mano umana) nota come Holodomor mieteva milioni di vittime in tutto il Paese. Nonostante il tragico contesto storico, però, l’arte ucraina conobbe in questi decenni un vero e proprio rinascimento e un grande periodo di sperimentazione.
LE GRANDI OPERE UCRAINE IN MOSTRA A MADRID
Tra le opere in mostra – che includono disegni, collage, dipinti a olio, schizzi e scenografie teatrali – è riportata l’ampia gamma di stili e identità del contesto artisti ucraino, che va dai dipinti neo-bizantini dei seguaci di Mykhailo Boichuk alle opere sperimentali dei membri della Kultur Lige, fino ai capolavori di giganti come Kazymyr Malevych e El Lissitzky, quintessenza degli artisti d’avanguardia internazionale che hanno lavorato in Ucraina. Al loro fianco compaiono lavori di famosi modernisti ucraini come Oleksander Bohomazov, Vasyl Yermilov, Viktor Palmov e Anatol Petrytskyi e le opere di un gruppo di artisti nati e formatisi in Ucraina, ma diventati famosi solo all’estero, tra cui Alexandra Exter, Wladimir Baranoff-Rossine e Sonia Delaunay. Come riportato dal Guardian, la baronessa e collezionista d’arte Francesca Thyssen-Bornemisza, che ha fondato Museums for Ukraine lo scorso marzo, ha ricordato come questa sia “la più grande e importante esportazione del patrimonio culturale ucraino che sia partita dal paese da allora l’inizio della guerra” e che “portare queste opere in sicurezza non è stato privo di rischi, ma era una priorità: l’esercito russo ha dimostrato una costante mancanza di rispetto per la Convenzione dell’Aia, istigando massicci saccheggi in tutti i territori occupati e portando alla distruzione di oltre 500 edifici del patrimonio culturale ucraino”. Proprio per sottolineare l’importanza di questa mostra nella preservazione e divulgazione della cultura ucraina, l’inaugurazione si aprirà con un videomessaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. Dopo la tappa madrilena, in chiusura il 30 aprile 2023, il corpus di opere si sposterà al Museo Ludwig di Colonia e da lì, forse, in altre sedi museali europee.
Giulia Giaume
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