A Olafur Eliasson ed Ernesto Neto sono state commissionate due gigantesche opere pubbliche presentate qualche giorno fa dalla Sheikha Al-Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani. Si tratta di un’azione di “accompagnamento” alla Coppa del Mondo FIFA 2022, che esordisce il prossimo 20 novembre in Qatar. Non una novità assoluta però: nel 2020 era stata inaugurata un’altra gigantesca installazione commissionata a Richard Serra, ora collocata nella riserva naturale di Brouq, a sessanta chilometri da Doha. Obiettivo dichiarato di queste nuove commissioni è quello di far transitare 1,5 milioni di visitatori non solo allo stadio, ma sull’intero territorio di questo piccolo (3 milioni di abitanti su un’area di 11,5mila chilometri quadrati) ma ricchissimo stato mediorientale.
LE INSTALLAZIONI DI ELIASSON E NETO
Sorge ad Al Zubarah Shadows travelling on the sea of the day l’installazione di Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) composta da venti grandi dischi specchianti, tre anelli singoli e due anelli doppi meticolosamente posizionati nei siti del Northern Heritage vicino a Doha. I dischi sono sostenuti da semianelli in acciaio. Riflessi nella parte inferiore specchiante, questi ultimi si trasformano in cerchi completi. Le sculture riflettono anche coloro che le attraversano provocando un effetto straniante: la percezione è quella di guardarsi da una prospettiva irreale all’interno di un contesto, come quello del deserto, sprofondato nel silenzio e privo di elementi visivi di riferimento. Eliasson, coerentemente con la sua più recente produzione artistica, ha affermato che si tratta di “un invito a risincronizzarsi con il pianeta“.
L’installazione di Ernesto Neto (Rio de Janeiro, 1964) Slug Turtle, TemplEarth, è stata collocata invece vicino al forte di Ain Muhammad. È una struttura composta da otto telai per porte da calcio posti in un anello ottagonale, al centro del quale è collocato un globo terrestre in ceramica circondato da una vasta superficie realizzata in rete bianca lavorata all’uncinetto. Aperto agli elementi atmosferici, è inteso come luogo di meditazione e di comunione tra persone di nazionalità diversa e tra gli esseri umani e il deserto.
Quelle di Eliasson e Neto sono tuttavia solo due delle cento opere site specific commissionate da Qatar Museums. Opere da collocare in spazi pubblici che vanno dall’aeroporto di Hamad al Souq Waqif, nel cuore di Doha, a siti come Al Zubarah (patrimonio mondiale dell’UNESCO per la storia del commercio delle perle), cento chilometri a nord-ovest di Doha, o il vicino villaggio di Ain Muhammad, un tempo abbandonato e composto da ventiquattro edifici tra cui due moschee.
L’elenco di artisti coinvolti si allunga e include, fra gli altri, Simone Fattal, Jeff Koons, Ugo Rondinone, KAWS, Yayoi Kusama, Katharina Fritsch, Peter Fischli & David Weiss, Suki Seokyeong Kang, Shilpa Gupta, Shezad Dawood.
IL BRAND VALENTINO E IL QATAR
Sotto la guida della Sheikha a partire dal 2005 Qatar Museums ha supervisionato inoltre lo sviluppo di un succoso grappolo di musei tra cui il Museum of Islamic Art (progettato da Ieoh Ming Pei nel 2008), Mathaf: Arab Museum of Modern Art (2010), National Museum of Qatar (progettato da Jean Nouvel) e l’M7, il recente hub dedicato al design, alla moda e all’innovazione dove ‒ sempre nel mese di ottobre ‒ ha preso il via Forever Valentino, la più grande esposizione mai realizzata dal brand, che a partire dal 2012 è divenuto proprietà di un fondo di investimento di proprietà dei reali. Finanziata da un’altra società che fa riferimento alla famiglia reale è pure un’ulteriore gigantesca “opera pubblica” inaugurata lo scorso settembre. Il Lusail Iconic Stadium, costato 760 milioni di dollari e con una capienza di 80mila posti, è stato progettato dagli americani di MANICA Architecture insieme a Foster + Partners. Qui prenderà il via il primo match della Coppa del Mondo. Si trova a 23 chilometri da Doha in località Lusail, all’inizio del secolo scorso un villaggio di case in pietra e fango con una dozzina di barche da pesca. Nel 1913 però qui muore e viene sepolto lo sceicco Jassim bin Mohammed bin Thani, fondatore del Qatar. Per questo, a partire dal 2005, è stato avviato uno sviluppo urbanistico che dotato l’area di ogni genere di servizi, rendendola irriconoscibile rispetto a prima. Lusail è anche il nome del museo a cui stanno lavorando Herzog & de Meuron e la cui apertura è prevista per il 2023. Contemporaneamente all’inaugurazione delle opere di Eliasson e Neto e alla mostra dedicata a Valentino a fine ottobre ha preso il via pure Tales of a Connected World alla Al Riwaq Gallery, offrendo un primo assaggio delle vaste collezioni che troveranno posto nel nuovo museo.
Aldo Premoli
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