Emanazione della Roger Ballen Foundation nata nel 2008, l’Inside Out Center for the Arts aprirà i battenti il prossimo 28 marzo dopo anni di lavoro organizzativo. Sorgerà vicino al Johannesburg Holocaust & Genocide Museum e alla Joburg Contemporary Art Foundation (JCAF), in un edificio progettato da JVR Architects che comprende, oltre agli uffici amministrativi, anche l’archivio di Ballen, una tipografia e vari spazi espositivi. Una recinzione ondulata attira gli sguardi dei passanti e dall’esterno l’edificio appare come una sorta di “misterioso maniero”. Sia le superfici interne sia quelle esterne sono realizzate in calcestruzzo,e sono quasi indistinguibili: l’interno si confonde con l’esterno e viceversa, traducendo così il nome del centro. Lo spazio espositivo principale è dominato da un enorme cilindro sospeso che evoca una nave con l’oblò, un faro e un contenitore per i rullini fotografici. Oltre al programma espositivo, ci saranno seminari didattici, tavole rotonde, masterclass e presentazioni di libri. È stato sviluppato anche un programma speciale per le scuole superiori, che incoraggia le attività interdisciplinari. L’auspicio è che il Centro possa diventare un punto di riferimento nella vivace scena contemporanea di Johannesburg.
LA LINEA ARTISTICA DELL’INSIDE OUT CENTER DI JOHANNESBURG
Il Centro ospiterà mostre d’arte intrinsecamente legate a questioni rilevanti per il continente africano, culturali e socio-politiche. Ogni progetto dovrà combinare estetica e concetto, ed essere educativo e “sognatore” allo stesso tempo. Infatti, Ballen immagina progetti capaci di dialogare con la sua opera fotografica che richiama il Surrealismo e l’Art Brut. La prima mostra sarà End of the Game, che si confronta con le origini del safari africano, in particolare il periodo che va dal 1860 al 1935, considerato“l’età d’oro” delle spedizioni di caccia. In parte archivio storico e in parte installazione artistica, l’allestimento porrà una serie di domande universali sul significato della distruzione della natura, della sua associazione con il potere e del nostro rapporto con gli animali e il mondo naturale. “Negli anni a venire”, spiega Ballen, “l’Inside Out Center presenterà temi legati all’Africa da un punto di vista che sia il più completo possibile. C’è una varietà di artisti internazionali e locali assai stimati – che lavorano nella fotografia, nell’installazione, nella scultura, nel disegno, nella pittura e nel cinema – il cui lavoro è incentrato sulle questioni del nostro Continente. Nel tempo, svilupperemo programmi espositivi per stimolare la riflessione sulla cultura africana”.
L’OPERA DI ROGER BALLEN
Nato a New York ma residente in Sudafrica da oltre trent’anni, Ballen è uno dei fotografi più innovativi della sua generazione. Figlio di un editor di Magnum Photo, sin da ragazzino ha mosso i primi passi nel mondo della fotografia e dopo la laurea in psicologia a Berkeley, ha conseguito anche un dottorato di ricerca in economia mineraria. A fine anni ‘70 scelse di fare della fotografia una carriera, utilizzando una Rolleiflex 6×6 e scattando principalmente in bianco e nero. Usa la sua macchina fotografica per catturare qualcosa di radicale e indescrivibile: la psiche umana, e prima di ogni scatto allestisce accuratamente la scena, cercando di rivelare la parte più intima del nostro essere. Gli archetipi emergono in superficie, più o meno bruscamente, e prevalgono sull’aspetto visivo. Nascono così fotografie tanto misteriose quanto esplicite, che permettono ai suoi spettatori di cogliere l’inspiegabile. Il suo primo libro fotografico, Boyhood, è stato pubblicato alla fine degli anni Settanta, mentre la sua serie più recente, Asylum of the Birds, è stata pubblicata da Thames & Hudson nel marzo 2014. Le opere di Ballen sono incluse in molte delle più importanti collezioni d’arte contemporanea di prestigiosi musei,fra cui la Tate Britain, il Victoria and Albert Museum di Londra e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
Niccolò Lucarelli
https://insideoutcentreforthearts.com/
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