Nonostante le sfide poste da un contesto politico non facile da affrontare, la scena artistica contemporanea iraniana mantiene una notevole vitalità. Hamidreza Pejman, collezionista e fondatore della Pejman Foundation, ce ne offre una preziosa testimonianza in questa intervista.
Come e quando è stata costituita la Fondazione?
L’arte è sempre stata la mia passione, e la mia avventura di collezionista è iniziata nel 2010. Con il passare degli anni ho gradualmente costruito una consistente collezione d’arte contemporanea con opere di artisti iraniani e internazionali, ovviamente privilegiando i primi. Nel 2013 ho fondato la Pejman Foundation, organizzazione senza scopo di lucro con sede a Teheran, per colmare il divario fra gli artisti iraniani e quelli internazionali; l’intento è dare potere agli artisti fornendo loro risorse e opportunità per sbloccare il loro potenziale creativo. La fondazione mira anche a fornire al pubblico iraniano un più ampio punto di vista sulla scena artistica contemporanea a livello globale.
Quali sono gli scopi della Fondazione?
La Fondazione si impegna a promuovere l’arte senza riguardo alla nazionalità o ai confini geografici e a favorire le connessioni fra arte, filosofia e cinema. Nel corso degli anni, le attività sono andate oltre l’acquisizione di opere d’arte e i programmi di sovvenzione e sponsorizzazione. Attraverso l’organizzazione di workshop, conferenze e tavole rotonde, nonché l’invito di esperti internazionali e il sostegno alla ricerca e alle pubblicazioni culturali, la Fondazione è emersa come un centro creativo dinamico per professionisti e iniziative artistiche sia in Iran che all’estero.
Dove svolgete queste attività?
Queste attività si svolgono solitamente nello spazio espositivo principale della fondazione, Argo Factory, che è un museo di arte contemporanea e centro culturale ospitato in un ex birrificio di Teheran, ma non limitiamo le attività della fondazione solo ad Argo Factory: partecipiamo a eventi locali e programmi internazionali in collaborazione con altre istituzioni.
Cosa pensa dell’arte contemporanea iraniana? Ci sono temi cui gli artisti sono particolarmente interessati?
Nonostante ottenga un riconoscimento globale, l’arte contemporanea iraniana deve affrontare sfide significative sia a livello nazionale sia internazionale. Pianificare mostre è difficile e persino ottenere finanziamenti può essere un grosso ostacolo. Il clima politico e la censura rendono difficile ottenere il permesso di tenere mostre, il che impedisce agli artisti di mostrare le loro opere. Nonostante queste sfide, gli artisti iraniani continuano a creare opere d’arte straordinarie, che riflettono la loro resilienza e passione. Nonostante le sfide, la scena artistica contemporanea iraniana continua a evolvere e a crescere.
Qual è il ruolo delle donne nell’arte contemporanea iraniana?
Le artiste iraniane svolgono un ruolo fondamentale nell’arte contemporanea, sfidando i tradizionali ruoli di genere ed esplorando temi come identità, genere e questioni sociali e politiche. Tuttavia, il loro successo è ancora più notevole dati gli stigmi culturali e sociali che devono affrontare, nonché le limitate opportunità di istruzione e finanziamento. Nonostante questi ostacoli, le artiste iraniane hanno ottenuto visibilità sulla scena artistica globale, aprendo la strada alle future generazioni di artiste in Iran e oltre.
Cosa pensa che la cultura possa fare per aiutare a migliorare la condizione delle donne in Iran?
La cultura può aiutare a migliorare le condizioni delle donne in Iran, ma credo che le donne stesse siano più efficaci nel guidare il cambiamento culturale. Attraverso l’attivismo e la creatività, le donne iraniane stanno sfidando i ruoli e gli stereotipi di genere tradizionali, mobilitando il sostegno per le riforme civili e offrendo nuove prospettive sulla cultura e sulla società iraniane. Le donne hanno il potere di creare una società più equa e giusta per tutti gli iraniani, non soltanto per loro stesse.
La Fondazione collabora con le scuole del territorio?
Sì, abbiamo programmi speciali per coinvolgere ed educare gli studenti. Sono loro, infatti, il principale target di riferimento delle attività, in particolare quelli d’arte. Riteniamo che l’educazione artistica sia fondamentale per lo sviluppo delle capacità di pensiero critico e per la promozione della creatività. I nostri programmi educativi includono workshop, conferenze e visite guidate alle nostre mostre, che sono specificamente progettate per studenti di tutte le età.
Avete programmi particolari in questo senso?
Ad esempio, nel corso di Mohsen Vaziri Moghaddam: Unrealized Projects, che comprendeva anche sculture interattive, studenti delle elementari e bambini in età prescolare hanno partecipato giocando con le sculture; questo ha “acceso” la loro creatività e si sono interessati all’arte. Dal punto di vista dell’accessibilità, offriamo sconti per studenti sui biglietti per mostre e altre attività.
Quali progetti avete per il prossimo futuro?
Lavoriamo per creare connessioni ancora più forti tra artisti e istituzioni di diverse regioni e culture, per creare maggiori opportunità di collaborazione, mostre ed eventi che aiutino a favorire lo scambio culturale e la comprensione reciproca. Le nostre nuove idee e progetti includono cose come l’organizzazione di una cineteca per la proiezione di vecchi film restaurati e anche film prodotti da me e dalla fondazione.
Niccolò Lucarelli
https://pejman.foundation/index
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati