Jean-Michel Basquiat è ancora un artista di oggi. La mostra a Los Angeles

Valorizzata dalla fondazione di famiglia che ne tutela l’eredità, l’opera di Basquiat sa ancora intercettare le crisi della nostra società, con la rabbia ruggente che gli fu propria

Uscire dai musei, per superarne i limiti. Un assioma futurista che sembra aver avuto buona accoglienza nelle intenzioni e nei fatti della Basquiat Foundation, estate che gestisce la vasta eredità familiare del genio di Jean-Michel Basquiat (New York, 1960 – 1988).
In contrasto con le tradizionali esposizioni museali, la Fondazione ha scelto di organizzare una retrospettiva che si svolge in spazi non convenzionali, avvicinandosi più a influenti banchieri che a illustri istituzioni. Questa scelta ha rappresentato un duro colpo per il mondo degli operatori tradizionali e dei galleristi storici. La Basquiat Foundation ha dunque deciso di ballare al proprio ritmo, creando un nuovo paradigma e rompendo le convenzioni.

Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat
Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat

LA FONDAZIONE BASQUIAT E LA MOSTRA ITINERANTE SULL’ARTISTA

Lisane Basquiat e Jeanine Heriveaux, le sorelle minori dell’artista che gestiscono la sua eredità dalla morte del padre nel 2013, hanno curato e prodotto esecutivamente la mostra itinerante che a New York è stata ospitata nel Landmark Starrett-Lehigh Building, mentre a Los Angeles è sbarcata a Downtown, nel building Grand LA, dove sarà visitabile fino al 15 ottobre 2023.
La famiglia Basquiat ha scelto quindi spazi di prim’ordine per un’operazione ambiziosa, che presenta oltre 200 pezzi tra opere d’arte e oggetti d’epoca.
Per il titolo della retrospettiva è stato scelto quello di un dipinto realizzato da Jean-Michel nel 1987 – King Pleasure – che è anche il nome d’arte di un barista amante del bebop diventato cantante jazz, il cui primo successo, Moody’s Mood For Love (1952), lo ha catapultato alla fama. La canzone era una delle preferite del DJ di WBLS, Frankie Crocker, che la suonava alla fine del suo show ogni sera negli Anni ’70. Anche Gerard Basquiat, padre di Jean-Michel, amava molto questa melodia.
La mostra è organizzata in modo non lineare. Subito si è accolti dalla mappa della New York di Basquiat, dai suoi schizzi e disegni inconsapevoli, realizzati durante l’infanzia e in età adolescenziale; poi si arriva “dentro” l’appartamento di Brooklyn dell’artista, spazi funzionali e decorosi dove l’unica concessione al lusso, come suggerito dal titolo dell’esibizione, apparentemente era la musica.

Basquiat. King Pleasure, installation view at The Grand, Los Angeles, 2023 © The Estate of Jean-Michel Basquiat
Basquiat. King Pleasure, installation view at The Grand, Los Angeles, 2023 © The Estate of Jean-Michel Basquiat

IL MESSAGGIO DI JEAN-MICHEL BASQUIAT

Se al primo impatto con la messa in scena dello studio al 57 di Great Jones Street si avrà la sensazione di una ricostruzione edulcorata dalla vita dissoluta dell’artista, saranno le tele di Basquiat, con la loro espressività potente, a prendere il sopravvento, catalizzando l’attenzione degli estimatori dell’artista di vecchia e nuova data.
Perché la mostra ci ricorda che la rabbia ruggente e la forza viscerale delle opere di Basquiat non si sono estinte: i suoi temi e le sue ragioni, nella società contemporanea, sono ancora attuali. Si pensi alle conseguenze del colonialismo e alle complesse dinamiche del post-colonialismo rappresentate esplorando l’identità e la storia delle persone di origine africana; alla capacità di prefigurare la “medaglia oscura” del capitalismo, rivelando le diseguaglianze, l’avidità e la superficialità incontrate nella città e negli ambienti dove ha vissuto; alla violenza e alla brutalità della polizia nei confronti delle persone afroamericane. A questi caratteri sociali si aggiungono quelli personali: Basquiat non ha mai smesso di dipingere come un artista nero in una società segnata dal razzismo e dalla discriminazione.
La curatela familiare, seppur fin troppo protettiva, e l’organizzazione non lineare della mostra creano un percorso intrigante che permette al pubblico di immergersi completamente nell’universo di Basquiat, mettendo in evidenza l’influenza duratura dell’artista e la rilevanza delle sue tematiche nel contesto attuale.
In definitiva, King Pleasure si rivela un’affascinante operazione, che lascia appagati sia gli appassionati che gli addetti ai lavori, ma con un interrogativo di fondo: si parlerà più del valore di mercato delle opere o delle opere stesse?

Alessandro Berni

Los Angeles // fino al 15 ottobre 2023
King Pleasure
THE GRAND LA
100 S Grande Avenue
https://kingpleasure.basquiat.com/

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Alessandro Berni

Alessandro Berni

Alessandro Berni, scrittore. Vive la critica d’arte come un genere letterario dentro il quale l’emozione anticipa e determina il senso dell’informare.

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