Timișoara 2023 Capitale Europea della Cultura. Le mostre più interessanti
Una città sospesa fra est e ovest, crocevia di popoli e culture, che ha lottato per la sua libertà, per questo eletta al ruolo che deterrà fino alla fine dell’anno. Abbiamo visitato le mostre più interessanti dell’estate
Dal jazz ai reading di poesia, il cartellone di Timișoara Capitale Europea della Cultura è ricco di eventi che non trascurano, ovviamente, l’arte. Molteplici e variegate, improntate al dinamismo che caratterizza la città rumena, sono le occasioni di scoperta e di riflessione, anche a livello storico-documentario.
La Biennale d’Arte di Timișoara
Si conclude il 16 luglio la quinta edizione della Art Encounters Biennial, intitolata My Rhino Is Not a Myth. art science fictions, e appunto dedicata all’interazione fra arte, scienza e fiction. La mostra diffusa (il Muzeul Național de Artă e il Castelul Huniade sono le sedi principali) è dedicata all’importanza e alla forza dell’immaginazione nel mondo dell’arte e della scienza, e si ispira al celebre rinoceronte che Albrecht Dürer incise nel 1515 senza mai averne vista la figura. La Biennale ha anche un collegamento con l’opera teatrale I rinoceronti, scritta nel 1959 dal drammaturgo franco-romeno Eugen Ionescu, che immagina gli abitanti di una città trasformarsi in rinoceronti per sfuggire al regime autoritario che li opprime. Guardando sia alla storia recente della Romania, sia ad altre esperienze di lotta e di resistenza nel mondo, a tutti i livelli, la Biennale vuole essere un omaggio al potere dell’arte di resistere alle forme di oppressione. In un certo senso, questa Biennale è il biglietto da visita di una città che ha creduto nel suo istinto di libertà, che ha saputo lottare e che, attraverso la cultura, è diventata una delle città più interessanti d’Europa.
L’indagine sulla scultura e sui monumenti in Romania
L’ex complesso militare della Cazarma U ospita una serie di mostre sulla scultura; i grandi ambienti ormai in disuso, con le mura in mattoni e il pavimento in ghiaia, offrono la giusta atmosfera per opere a carattere concettuale e minimalista. Monumental și efemer. Memoria sculptată, fino al 30 novembre, riflette su come gli scultori romeni hanno interpretato tre elementi chiave della disciplina, come il monumento celebrativo, la colonna, la statua equestre. L’immaginario recente degli artisti romeni è stato plasmato dai monumenti ottocenteschi (soprattutto quelli della zona di Romania allora soggetta all’Impero Asburgico), ma anche dalla replica della Colonna Traiana voluta dal re Carlo I per commemorare la vittoria dell’esercito romeno nella Guerra d’Indipendenza del 1877, e dalla Colonna Infinita di Constantin Brâncusi.
Attraverso le opere, fra gli altri, di Mircea Cantor, Ioana Ciocan, Grupul Sigma, Peter Jacobi, Ciprian Mureșan, Victoria Zidaru, la mostra s’interroga sull’odierno significato della scultura, sulla sua attualità e necessità nell’affrontare problematiche eterogenee della vita sociale; gli eventuali monumenti non sono più dedicati alle singole persone, oggi, ma alle idee, alle lotte, alle utopie, agli stati d’animo. La mostra è quindi un viaggio all’interno della sfera delle dinamiche umane, fra dubbi, aspirazioni, questioni di genere.
Ancora fino al 30 novembre, Responsive Matter (con gli scultori Dan Vezentan, Ambrus Nimbert, Ioana Sisea, Adrian Kiss, Alexandra Satmari) pone gli artisti a diretto confronto con le possibilità tecniche ed espressive offerte dai vari materiali, intesi come il punto di congiunzione fra il sensibile e lo speculativo, l’osservazione empirica e l’esercizio tecnico, e attraverso i quali si costruiscono pezzi di realtà, cioè le opere d’arte, che possono ispirarci e sfidarci a vivere diversamente il presente. Molteplici i materiali utilizzati dagli artisti (vimini, acciaio, stagno, pelliccia artificiale, sapone, pellami), nel tentativo di farne metafora di alcuni temi dell’immaginario contemporaneo.
In mostra la memoria del Dicembre ‘89
Il cartellone di Timișoara 2023 offre anche momenti di riflessione storica: fino al 31 dicembre, il Memoriale della Rivoluzione ospita (r)evolution? lived histories 1945-1989-2022, una mostra con toccanti documenti d’archivio che fa rivivere i difficili giorni della sollevazione popolare contro il regime di Ceaușescu fra il 16 e il 22 dicembre 1989. Timișoara fu la prima città a sollevarsi, e la scintilla scaturì dalle proteste contro il trasferimento del pastore luterano László Tőkés, noto oppositore alla dittatura. Fotografie, documenti, filmati d’epoca, tracciano il corso degli avvenimenti, lasciano trasparire le emozioni di chi visse quei giorni e scese in strada sfidando i proiettili dell’esercito e della guardia nazionale, fino a quando le due parti contrapposte non si ritrovarono insieme per la causa comune: dopo tre giorni di spargimenti di sangue (74 vittime in 4 giorni), anche le forze armate si unirono ai manifestanti, e dal Banato la rivolta si estese anche alle altre zone della Romania. In pochissimi giorni la dittatura venne liquidata, nonostante fino all’ultimo Ceaușescu avesse cercato di nascondere al Paese gli eventi di Timișoara.
Una mostra che fa capire la durezza di una dittatura che, con il culto della personalità del “conductor” e i suoi metodi repressivi, aveva prostrato un intero popolo, capace però di spezzare la catena.
Il valore della libertà a Timișoara
Rivolta in particolare alle generazioni più giovani, la mostra è un omaggio a coloro che hanno combattuto e sacrificato la propria vita per la libertà. Un’opportunità da non perdere anche per i tanti turisti che adesso visitano Timișoara, per comprendere il significato di quei giorni di dicembre durante i quali nacque la Romania di oggi.
L’attività del Memoriale della Rivoluzione (gestita dall’omonima associazione presieduta da Gino Rado) non si limita alle mostre temporanee: è infatti l’unica struttura del genere nel Paese e nell’intera Europa. Non soltanto raccoglie un vasto archivio sui fatti romeni del dicembre ’89, ma documenta anche quello che è stato il regime comunista in Romania dal 1945 (dalle testimonianze dei deportati nel Bărăgan al culto della personalità di Ceaușescu, dai movimenti di resistenza in Banato allo spionaggio), così come in Polonia, Ungheria, Germania Orientale (nel cortile del Museo, un blocco del Museo di Berlino), Cecoslovacchia. Svolge quindi un’attività di conservazione e divulgazione della memoria di eventi storici che hanno condizionato per quasi mezzo secolo l’esistenza di decine milioni di persone.
L’Espressionismo Astratto come forma di resistenza
Merita una menzione anche la mostra Jocul cu hazardul: Romul Nuțiu. O retrospectivă, presso il Muzeul Național de Artă, una grande antologica sull’opera di un artista che visse e lavorò a Timișoara dal 1958 al 2012, anno della sua scomparsa. Oltre 120 opere fra scultura, grafica e pittura ripercorrono una carriera costruita sul filo della sperimentazione astratta, un modo di esprimere, nei limiti del possibile, una forma di resistenza e di dissenso contro la dittatura comunista che dal 1945 al 1989 ha oppresso la Romania. Con molta probabilità Romul Nuțiu (1932 – 2012)è stato il più interessante interprete dell’Espressionismo Astratto nell’Europa Orientale, avendo saputo sviluppare un suo personalissimo approccio verso un movimento nato e maturato negli Stati Uniti d’America, in un momento in cui lo stile ufficiale in Romania era il realismo socialista. Per questo la sua carriera non ebbe, fino a dopo il 1989, particolari riconoscimenti, ma Nuțiu la perseguì comunque con coerenza e coraggio, come un percorso di vita che gli permettesse un certo spazio di libertà, anche se soltanto interiore.
Negli Anni Settanta ideò una sua personale tecnica di action painting, immergendo le tele in vasche d’acqua dove aveva in precedenza versate grandi quantità di colore da vernice industriale, non solubile in acqua; quindi, la tela “assorbiva” le forme che la vernice creava a contatto con l’acqua. L’artista interveniva in alcuni casi per rimodellare con il pennello quelle aree della tela dove l’azione del caso meno lo aveva convinto. Ne nacquero opere evocative, dall’andamento sinuoso e musicale, in parte anche casuale, metafora di uno spirito libero che cercava di opporre un minimo di resistenza alla brutalità della dittatura comunista, che negli anni di Ceaușescu si era particolarmente inasprita. E non casualmente, le tele dipinte subito dopo la caduta del tiranno esprimono una scala cromatica particolarmente gioiosa, a voler celebrare la ritrovata libertà, non soltanto personale, ma quella di tutto un Paese. In ogni fase della sua carriera, Nuțiu è stato uno sperimentatore instancabile dell’equilibrio tra forma, volume e colore, facendo dell’Espressionismo Astratto una vera disciplina, più che un semplice stile artistico; nell’ultima fase della sua carriera, già gravemente malato, ha voluto tradurre sulla tela quel graduale, inevitabile camminare verso la morte, un po’ come fatto da Mapplethorpe nelle fotografie degli ultimi anni. Nuțiu si avvicina a Basquiat, quasi rievocando le atmosfere di Prophet I, e aggiungendo quindi un tocco di street art alla sua vena astratto-espressionista, ma in realtà raccontando le sue riflessioni sulla morte.
Stante l’andamento musicale di molte delle opere di Nuțiu, in ogni sala è possibile inquadrare un codice QR per ascoltare un motivo di jazz specificamente composto per la mostra da Alexandru Hegyesi (Shanyio) e Robert Nedelcu. Un’idea che permette una migliore comprensione dell’opera e che all’artista stesso non sarebbe dispiaciuta.
Niccolò Lucarelli
Timișoara // fino al 30 novembre 2023
Monumental și efemer. Memoria sculptată
Responsive Matter
CAZARMA U
Strada General Eremia Grigorescu
Timișoara // fino al 31 dicembre 2023
(r)evolution? lived histories 1945-1989-2022
MEMORIALE DELLA RIVOLUZIONE
Strada Oituz, 2b
https://memorialulrevolutiei.ro/
Timișoara // fino al 13 agosto 2023
Jocul cu hazardul: Romul Nuțiu. O retrospectivă
MUZEUL NAȚIONAL DE ARTĂ
Piaţa Unirii, 1
https://muzeuldeartatm.ro/en/
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