La Via della Seta si anima con le opere iconiche degli artisti contemporanei italiani
Più di 30 opere (di cui otto provenienti dalla Collezione Farnesina) realizzate dai grandi nomi dell’arte contemporanea, hanno viaggiato lungo l’antica rotta commerciale per poi fare ritorno in Italia. Un progetto che va oltre i “limiti” espositivi, mettendo in risalto i diversi filoni della cultura figurativa italiana
Si è da poco concluso La Via della Seta. Arte e artisti contemporanei dall’Italia, il progetto espositivo ideato dalla Fondazione Garuzzo e curato da Angela Tecce che ha portato la “voce” dell’arte contemporanea italiana lungo l’antica Via della Seta. Dall’Ucraina alla Georgia, all’Uzbekistan la mostra ha fatto tappa nelle più importanti istituzioni museali (grazie anche alla del Ministero degli Affari Esteri), per poi concludersi in Cina, all’ Art Museum di Xi’an, “con la speranza di ripartire presto per portare nel mondo l’arte contemporanea italiana”, ha concluso Rosalba Garuzzo, Presidente dell’omonima Fondazione.
L’arte contemporanea italiana in mostra per la Via della Seta
La mostra ha viaggiato lungo una delle più antiche rotte commerciali, offrendo al pubblico uno spaccato della cultura artistica italiana degli ultimi cinquant’anni con le opere di Carla Accardi, Marisa Albanese, Yuri Ancarani, Francesco Arena, Enrico Baj, Gabriele Basilico, Bianco-Valente, Alighiero Boetti, Diego Cibelli, Gianni Dessì, Pamela Diamante, Flavio Favelli, Eugenio Giliberti, Paolo Grassino, Emilio Isgrò, Mimmo Jodice, Francesco Jodice, Jannis Kounellis, Maria Lai, Luigi Mainolfi, Domenico Antonio Mancini, Umberto Manzo, Masbedo, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Nino Migliori, Nunzio, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Perino&Vele, Michelangelo Pistoletto, Tamara Repetto, Pietro Ruffo, Ettore Spalletti, The Cool Couple, Eugenio Tibaldi e Fabio Viale. Il progetto, partito nel luglio 2021 a Kiev in Ucraina, presso al Kyiv History Museum, ha poi fatto tappa in Turchia ad Ankara, al CerModern Arts Center e, senza soste, è approdato all’ History Museum di Tbilisi, in Georgia, nazione crocevia di stili e culture; sino a giungere in uno dei Paesi più suggestivi ed evocativi della Via, la terra di Tamerlano: l’Uzbekistan. Purtroppo, anche questo progetto ha visto un arresto forzato a causa della pandemia in Cina, ma grazie alla collaborazione di tutti, il viaggio si è concluso nella città “dell’esercito di terracotta”, lasciando “una traccia indelebile e memorabile”.
Valentina Muzi
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