Sembrano dettagli, apparentemente insignificanti, ma concorrono a determinare l’atmosfera e l’identità di un luogo, oltre a rappresentarne la storia e la cultura: decori, frontoni, sculture, affreschi, bassorilievi, sono particolari determinanti per monumenti, luoghi sacri e edifici storici. La loro presenza li rende infatti unici e riconoscibili.
Il corto Takrar dedicato ad Istanbul
A celebrare questi elementi è il filmmaker Waref Abu Quba, che ha realizzato il cortometraggio ipnotico dal titolo Takrar – dall’arabo per “ripetizione”. Il filmato è in effetti una raccolta di circa 2.900 fotografie scattate nel corso di due anni a Istanbul e dintorni. Montate conseguenzialmente, sono accompagnate da una colonna sonora coinvolgente, firmata da Alex Story ed eseguita dal percussionista Robbe Kieckens. Il film è così in grado di farci viaggiare nello spazio e nel tempo, portandoci tra i vicoli della capitale turca, nei suoi sontuosi palazzi, all’epoca degli ottomani o dei bizantini.
Il regista Abu Quba parla del suo amore per Istanbul
Il regista Abu Quba ha definito così il suo lavoro: “Takrar or Repetition è un film sperimentale che celebra la bellezza senza tempo e intricata dell’artigianato antico. Girato a Istanbul, il film ci porta in un affascinante viaggio nel passato, rendendo omaggio alle forme d’arte islamiche, ottomane, greche e bizantine.
È difficile credere di aver finito di lavorare a questo film, che ha occupato la maggior parte del mio tempo libero negli ultimi due anni. Quando ho visitato Istanbul per la prima volta nel 2021, sono rimasto affascinato dalla sua bellezza senza tempo e ho deciso di catturarla attraverso il mio obiettivo. Ho scattato circa 2.900 foto e, dopo averle modificate e animate, ho creato circa 270 scene video. Creare ogni fotogramma di questo film è stata una gioia assoluta e ogni nuova scena ha portato sorprese inaspettate e bellissime”.
E ha poi concluso affermando che: “Dopo mesi di duro lavoro, sono entusiasta di definire questo progetto completato e di condividerlo con voi. Takrar è il mio tributo alle arti antiche e spero che piaccia guardarlo tanto quanto a me è piaciuto crearlo”.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati