Il futuro di Monaco di Baviera lo si scopre dietro la Ostbahnhof, una delle stazioni più trafficate della città. Imboccando il sottopasso in direzione sud si sbuca di fronte al Werksviertel, uno dei maggiori progetti urbanistici della Germania che sta trasformando un ex sito industriale in un futuristico quartiere. Qui vecchio e nuovo, creatività artistica e ristorazione, spazi per uffici e residenziali, musica e agricoltura urbana si incontrano e sono riassunti dall’ambizioso slogan “redefining urban life”.
Werksviertel, il quartiere del divertimento
Ci troviamo su quello che, fino alla metà degli Anni ’90, era l’area di produzione di Pfanni, marchio noto in Germania per i canederli e la purea di patate. Dopo la dismissione degli spazi, 39 ettari, i vari Werk (stabilimenti) sono stati a poco a poco trasformati in discoteche, bar, sale da gioco, workshop diventando uno dei più acclamati luoghi di ritrovo notturno in Germania e non solo. Fra i circa trenta locali, alcuni come il Milchbar, l’Harry Klein e il K41 avevano una fama leggendaria tra gli amanti del nightclubbing. Poi anche questo periodo finisce e la famiglia Eckarts, ancora proprietaria degli edifici e dei terreni, in accordo con le autorità comunali, decide di dar vita a un nuovo quartiere. Le trattative sono lunghe ma nel 2016 i lavori partono e oggi dopo circa sette anni (pur con i ritardi dovuti alla pandemia) il Werksviertel-Mitte, la parte centrale del nuovo quartiere, ha già una sua identità precisa.
Per comprendere le linee guida che indirizzano la rigenerazione urbana dell’area si sale ai piani alti del Werk4, attualmente l’edificio più emblematico del quartiere, nato dalla trasformazione e dalla sopraelevazione di quello che in precedenza era l’enorme silos per lo stoccaggio della fecola di patate. La torre, alta circa 90 metri e costata 115 milioni di euro, ospita nella parte bassa (l’ex-silos) una palestra di arrampicata di 30 metri, nella parte intermedia l’Adina Hotel, un albergo 4 stelle, oltre a un ostello, loft, bar e uffici.
Monaco di Baviera: la città sostenibile
Dalle loro camere, gli ospiti dell’hotel, possono scorgere sotto di loro, sul tetto piatto del Werk3, una fattoria urbana dove pascola liberamente un gregge di pecore. La cosiddetta Stadt-Hochalm, è un grande prato di 2500 metri quadrati, con alberi da frutta, abbeveratoi e una stalla in stile tradizionale per ospitare gli animali. Le finalità sono principalmente didattiche: bambini e visitatori possono scoprire come funziona un alpeggio, occuparsi delle casette per gli uccelli o seguire un apicoltore impegnato nella gestione delle arnie. Un tassello del concetto di sostenibilità che guida la progettazione del Werksviertel-Mitte: le città possono funzionare in modalità più sostenibile, partendo dall’integrazione di spazi verdi o agricoli nel cuore di un nuovo quartiere oppure promuovendo la mobilità elettrica o l’uso dei trasporti pubblici. La localizzazione del nuovo quartiere è strategica, a ridosso della Ostbahnhof – la stazione Est -, dove oltre ai treni regionali e suburbani convergono anche linee della metropolitana (si circola liberamente su tutta la rete di trasporti pubblici con il Munich City Pass che consente pure l’ingresso gratuito ai principali musei).
Il Werk3, riconoscibile per il colore arancione che lo contraddistingue, è già completamente operativo. Ospita due club, diversi bar, uno spazio per performance live, studi artistici e un rooftop bar per eventi.
La piazza dei canederli a Monaco di Baviera
Il cuore del Werksviertel-Mitte è la Knödelplatz (letteralmente “piazza dei canederli”, in ricordo dell’antico luogo di produzione). Sul lato sud affaccia il Werk12, altro edificio emblematico del quartiere. Progettato dallo studio olandese MVRDV e inaugurato nel 2019 , nel 2021 ha vinto il premio German Architecture Museum’s Best Building. Nel Werk12 si ritrovano alcuni riferimenti a uno degli edifici più famosi progettati da MVRDV, il Padiglione Olandese per l’Expo 2000 di Hannover. La facciata è animata da opere d’arte pensate in collaborazione con gli artisti locali Christian Engelmann e Beate Engl. Le lettere giganti di 5 metri di altezza installate sulle facciate riprendono le espressioni gergali della versione tedesca dei fumetti con protagonista Donald Duck: AAHHH, OH, PUH… Un omaggio dei progettisti alla cultura della street art che ha caratterizzato e continua a caratterizzare tutta l’area, dopo l’abbandono della fase produttiva. Gli spazi sono occupati da decine di containers sui quali gli street artists continuano la loro opera per rendere più colorato e attrattivo l’ambiente. I containers ospitano atelier, piccoli negozi, bar: uno dei concetti portanti nello sviluppo del quartiere è la memoria dello spirito di socialità che ha contraddistinto l’area dalla metà degli anni ’90 ai primi anni del nuovo millennio. La completa lottizzazione, l’affitto a multinazionali degli uffici sarebbe stata la soluzione più redditizia, ma avrebbe comportato la desertificazione del quartiere negli orari serali. Anche nel settore dell’offerta ristorativa si è preferito escludere le catene e affidarsi a piccoli imprenditori locali interessati a tenere viva l’area.
L’impegno dell’artista Loomit
La scena artistica ha beneficiato della presenza di Loomit, uno dei più noti street artist tedeschi. Nato nel 1968 a Celle, nel nord del paese, arrivato a Monaco da ragazzo, dal 1983 ha iniziato l’attività di writer fino a trovare nel 1996 la sua base (quando non è in giro per il mondo) nel Werksviertel. Diverse sue opere si possono vedere in giro per il quartiere, una delle ultime realizzazioni è stata la decorazione degli interni di Kanthittha, un locale di street food tailandese. Ma Loomit è stato soprattutto il catalizzatore di iniziative che hanno fatto convergere sul Werksviertel artisti da tutta la Germania e dall’estero. Non ultimo il festival, tutto al femminile, Hands Off the Wall giunto alla quinta edizione nel 2023 che inizialmente ha visto impegnate artiste di strada per completare i murales sulle pareti del Werk9, una delle più grandi superfici disponibili nell’area.
Ritornando sulla Knödelplatz si nota che la volontà di non rompere con il passato, di mescolare vecchio e nuovo è stata rispettata fin nella pavimentazione.
Questa è un’area dove tutto è stato abbattuto e ricostruito e la soluzione più facile sarebbe stata quella di ripavimentare con lastre di granito. Al contrario nella piazza è stato mantenuto il pavimento originale della fabbrica (una indefinibile superficie in cemento con disegni a forma di diamante) che è stata diligentemente preservata e in alcuni casi integrata con riproduzioni conformi. Tratti di rotaie sono stati mantenuti e servono oggi per spostare i vasi giganti utilizzati come elemento decorativo o per spostare materiale in occasione di eventi.
L’area cantiere del Werksviertel-Mitte
C’è una parte del Werksviertel-Mitte che è ancora cantiere e lo spazio vuoto che più balza agli occhi è quello dove sorgerà la nuova Concert Hall, la sala da concerti che diventerà sede dell’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, uno dei più prestigiosi ensemble musicali del mondo, oltre che del dipartimento delle Arti musicali dell’Università di Monaco. Il progetto dello studio austriaco Cukrowicz Nachbaur Architekten prevede la costruzione di una sala per concerti grande da 1800 posti e una più piccola da 400. A queste si aggiungerà una sala multifunzionale da 200 posti. I lavori per l’impressionante edificio alto 45 metri, con le facciate di vetro inclinate verso l’alto, non sono ancora partiti per problemi di finanziamento. Al suo posto fin dal 2019 è stata posizionata quella che viene descritta come la più grande ruota panoramica mobile del mondo. Prima che inizino gli scavi ci si può godere un giro su una delle 27 gondole climatizzate che in trenta minuti compiono l’intero giro. La miglior vista sul nuovo quartiere in continua evoluzione e su tutto lo skyline cittadino ancora dominato dalle non troppo distanti torri della Frauenkirche.
Dario Bragaglia
Info: https://www.germany.travel/en/home.html
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