La Francia ha sospeso la cooperazione culturale con tre Paesi dell’Africa occidentale
Agli artisti e alle artiste provenienti da Mali, Niger e Burkina Faso - coinvolti in regimi militari ostili alla Francia - non verranno più concessi i visti. Un'accelerazione alla tensione tra le due aree
La Francia ha deciso di interrompere, dal giorno alla notte, ogni cooperazione con artisti e performer provenienti da Mali, Niger e Burkina Faso, a cui non verranno più concessi visti culturali. Il messaggio del Ministero della Cultura francese, emesso su richiesta del Ministero degli Affari Esteri e reso pubblico dalle Direzioni Generali degli Affari Culturali (DRAC) chiede esplicitamente di “sospendere ogni cooperazione” con gli Stati dell’Africa occidentale, attualmente coinvolti in regimi militari apertamente ostili alla Francia e alla sua eredità postcoloniale. Una decisione che cade al culmine delle incertezze generate dalla sospensione, da parte della Francia, di ogni forma di cooperazione internazionale con i tre Paesi del Sahel a seguito della crisi diplomatica scatenata dall’“epidemia” di colpi di stato militari dai tratti anti-francesi.
La Francia abbandona gli artisti dell’Africa occidentale
Il messaggio delle DRAC, inviato il 14 settembre agli spazi culturali sovvenzionati dal governo francese (in primis teatrali), recita che “qualsiasi progetto di cooperazione o sostegno finanziario con istituzioni o cittadini di questi Paesi deve essere sospeso immediatamente, senza alcuna eccezione” e che “non deve essere rilasciato alcun invito o visto a cittadini del Mali, del Niger e del Burkina Faso, nessuno escluso“.
La radicale decisione è quindi l’ultimo tassello di una tensione crescente tensione tra i tre Paesi – appartenenti a quella che in gergo geopolitico viene chiamata la “Coup Belt” – e la Francia, ancora molto (e per molti troppo) presente nei Paesi a livello economico, decine di anni dopo la fine del suo dominio diretto sulle ex-colonie.
L’indignazione nel mondo della cultura dopo l’annuncio francese
Forte l’indignazione nel mondo della cultura, che ancora non era stata toccata dai problemi di sicurezza che stanno colpendo la regione africana. Cosa che ha portato il Ministero della Cultura francese a ritrattare nei modi, ma non nella sostanza: “C’è stata troppa confusione e incomprensione: non si tratta di fermare gli scambi con gli artisti o con i luoghi della cultura, i musei, i festival, i teatri di questi Paesi“, ha detto il 15 settembre a RTL la ministra francese della Cultura, Rima Abdul Malak: “Non boicottiamo mai gli artisti, da nessuna parte”, ha aggiunto. Eppure, al di là delle parole, saranno proprio gli artisti a vedersi negati visti e permessi.
Giulia Giaume
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