Mariupol Reborn. Dall’Ucraina un modello di rigenerazione urbana contro la guerra

Mentre il processo di russificazione di Mariupol si avvale anche dell’urbanistica, l’Ucraina progetta il più ambizioso programma di rigenerazione urbana concepito in Europa dal secondo dopoguerra

Di Mariupol, citta rasa al suolo dalla guerra di conquista dell’Ucraina da parte della Russia, si è tornati a parlare negli ultimi mesi a proposito del boom di investimenti immobiliari che, con tragico cinismo, potrebbero ridisegnare il volto dell’abitato che non esiste più. Speculazione edilizia, per usare l’espressione più pertinente, sospinta dalla volontà di spazzare via il passato, all’insegna di quella russificazione che nella città affacciata sul Mar d’Azov fa il paio con uno stridente immaginario da “nuova” località balneare. Così, anche con l’obiettivo di cancellare la memoria della distruzione imposta dall’esercito del Cremlino alla città strategica per la presenza del complesso siderurgico Azovstal, le autorità d’occupazione hanno autorizzato in fretta e furia la costruzione di villette vista mare e nuovi complessi residenziali destinati ai russi che vorranno trasferirsi a Mariupol. Poco importa ricordare che del 90% delle abitazioni della “vecchia” Mariupol, oggi, non ci sia più traccia (distrutti anche 15 ospedali e 63 scuole); o che il Museo Municipale, anch’esso distrutto dai missili, aspetti ancora di essere ristrutturato. Si costruiscono, invece, nuove palazzine popolari, ospedali, scuole, ma solo con fini propagandistici: il sistema più efficace di Mosca per completare il processo di occupazione della città martire del Donetsk.

Mariupol Reborn, piano di sviluppo
Mariupol Reborn, piano di sviluppo

Mariupol Reborn. Un modello per la rinascita della città

Ma lontano da Mariupol, costretto alla fuga, l’ex sindaco ucraino Vadym Boychenko non si rassegna all’idea di perdere la partita, individuando proprio nella rigenerazione urbana – il più ambizioso progetto concepito in Europa dal secondo dopoguerra – la strada per ripartire quando (e se) la città sarà liberata. Il programma Mariupol Reborn, presentato in Europa con l’idea di raccogliere fondi per finanziare i cantieri, riunisce già un team di architetti, urbanisti, ingegneri provenienti da tutto il mondo. Il progetto ha raccolto finora l’adesione di Utrecht, Vilnius, Gdansk e Leopoli, delle principali città della Polonia, dell’Irlanda, ma la chiamata è aperta a chiunque voglia portare il proprio contributo, economico o di idee. Alla base, l’intenzione di trasformare il centro urbano in un caso di scuola internazionale su come possa essere ricostruita una città dopo la guerra; e per questo, pur nell’incertezza di riuscire a sovvertire la situazione politica e amministrativa, si è iniziato a sviluppare soluzioni innovative di rigenerazione (del resto, prima del conflitto, Mariupol “studiava” per diventare polo d’attrazione culturale dell’Ucraina), con il contributo della comunità locale.
E anche fattivamente il progetto ha presso avvio con una fase pilota, concentrata sulla città di Dnipro, dove sono in costruzione dormitori per gli sfollati in arrivo da Mariupol, con il contributo del governo francese. A Dnipro ha sede anche la nuova Mariupol Reborn Academy, che si occuperà di concentrare gli sforzi progettuali: dodici sono le linee guida che orienteranno la ricostruzione, e oltre 150 progetti sono già stati depositati in attesa di sviluppo. Si guarda dichiaratamente al modello londinese, per il processo di trasformazione di aree industriali in complessi residenziali e uffici, dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma c’è anche l’idea di valorizzare il rapporto con l’acqua e di realizzare un memoriale immerso nel verde nel sito della vecchia Azovstal, per farne un centro d’arte e intrattenimento.

L'interno della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa la mattina del 23 luglio, a seguito di un attacco missilistico notturno (dal governatore di Odessa Oleh Kiper tramite Telegram)
L’interno della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa la mattina del 23 luglio, a seguito di un attacco missilistico notturno (dal governatore di Odessa Oleh Kiper tramite Telegram)

L’Italia impegnata nella ricostruzione di Odessa

Nel frattempo, su un altro fronte di distruzione, si concretizza l’aiuto promesso dall’Italia. A Odessa, lo scorso luglio, un attacco missilistico notturno ha pesantemente danneggiato la Cattedrale della Trasfigurazione (fondazione ottocentesca, già distrutta dalle forze sovietiche nel 1936 e ricostruita tra il 1999 e il 2003), tra i simboli identitari della città cosmopolita affacciata sul Mar Nero. Subito in prima linea per contribuire al restauro – con una nota ufficiale di Palazzo Chigi – l’Italia sarà nei prossimi giorni a Odessa con i presidenti della Fondazione MAXXI e della Triennale, rispettivamente Alessandro Giuli e Stefano Boeri, per procedere alla ricognizione dei siti distrutti, a partire dalla Cattedrale. Con loro anche la Direttrice dell’Unesco per l’Ucraina, Chiara Dezzi Bardeschi, e l’Ambasciatore d’Italia Pier Francesco Zazo, oltre al nuovo Inviato Speciale del ministro per la ricostruzione dell’Ucraina, Davide La Cecilia. L’incontro preliminare anticiperà la costituzione del Laboratorio sulla Ricostruzione dell’Ucraina che sarà presentato alla fine di ottobre a Milano.

Livia Montagnoli

https://remariupol.com/en

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