La Transavanguardia italiana a confronto con l’arte del Baltico nella mostra a Tallinn

Negli Anni Ottanta il ritorno alla pittura in funzione di un nuovo espressionismo libero da regole accomuna molti artisti del mondo. Su queste basi, in Estonia una mostra mette in dialogo gli esiti della Transavanguardia italiana con gli artisti del gruppo Rühm T

Ne abbiamo scritto di recente a proposito della mostra sull’Arte Povera allestita al Wits Art Museum di Johannesburg, la prima nel suo genere in Sudafrica, organizzata con l’obiettivo di illuminare l’ascendente esercitato dagli esponenti del movimento italiano codificato da Germano Celant nel 1967 sugli artisti sudafricani. Rintracciare le traiettorie delle correnti artistiche del secondo Novecento, seguendone le vicende oltre i confini nazionali – per individuare scambi e influenze vicendevoli con altre realtà espressive e territori dell’arte – è un esercizio che risulta particolarmente efficace per mezzo del diretto confronto tra produzioni di aree geografiche anche molto distanti tra loro. 

Succede anche a Tallinn, in Estonia, a partire dall’1 dicembre e fino al 19 maggio 2024, grazie alla più grande mostra mai dedicata nelle regioni baltiche alla Transavanguardia italiana. Curata da Sirje Helme, direttrice generale della Fondazione dei Musei Estoni, e da Fabio Cavallucci, già direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e del Centro per l’arte contemporanea Castello Ujazdowski di Varsavia, l’esposizione – dal titolo Borderless Universe in Their Minds: Italian Transavantgarde and Estonian Calm Expressionism – è allestita presso il KUMU, nella capitale estone, e mette a confronto i cinque protagonisti del movimento italiano (Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino) con i due maggiori esponenti del gruppo estone Rühm T, Raoul Kurvitz e Urmas Muru

De Maria
De Maria

La Transavanguardia italiana e internazionale

Da un lato, dunque, c’è il riconoscimento del valore del movimento italiano che nel 1979 trovava per la prima volta definizione nell’articolo a firma di Achille Bonito Oliva pubblicato su Flash Art. Dall’altro la lettura più ampia di una rotta che presto sarebbe stata percorsa da numerosi artisti in giro per il mondo, con il ritorno alla pittura e alle tecniche tradizionali dell’arte, in opposizione al concettuale, attraverso il recupero di stili e stilemi del passato da rimescolare secondo esigenza, con libertà. Sempre Bonito Oliva, nel 1982, registrava l’affermarsi di una Transavanguardia internazionale, dall’Italia alla Germania, dalla Francia alla Gran Bretagna, all’America del Nord e del Sud, senza però spingersi verso il blocco sovietico, difficile da indagare prima del crollo del Muro. Anche gli Stati Baltici, in attesa di riconquistare l’indipendenza, restavano fuori dalla ricognizione. La mostra di Tallinn si incarica oggi di cogliere gli elementi di vicinanza tra gli artisti della Transavanguardia e quelli di Rühm T (che iniziano a far sentire la propria voce nel 1986), tutti votati a una pittura espressionista libera da regole.

1982, Enzo Cucchi e Sandro Chia, Scultura Andata Scultura Storna
1982, Enzo Cucchi e Sandro Chia, Scultura Andata Scultura Storna

Transavanguardia italiana e Rühm T a confronto nella mostra di Tallinn

L’altra visione comune su cui i curatori hanno costruito il progetto scientifico e il percorso espositivo si concretizza sul piano figurativo nella costruzione di una mitologia personale attraverso la quale tutti gli artisti presi in considerazione puntano a rappresentare la propria – soggettiva – descrizione del mondo, in una dimensione che non tiene conto di spazio e tempo. Nella società estone, nel bel mezzo di un periodo di grande instabilità e subordinazione, questa “critica alla linea culturale ufficiale” – per usare le parole della curatrice Helme – acquistava anche un significato di protesta e opposizione politica.
Per l’occasione arrivano in Estonia opere in prestito da gallerie, collezionisti privati, musei come il Mart; e dagli artisti stessi. Tra le opere esposte, Silenzioso. Mi ritiro a dipingere un quadro (1977) di Mimmo Paladino, La rastrellatrice (1979) di Sandro Chia, Non vuoto (1979) di Francesco Clemente, Musica ebbra (1982) di Enzo Cucchi, Il regno dei fiori (1984-85) di Nicola De Maria. Poi i lavori di Kurvitz e di Muru e alcune produzioni coeve di neoespressionisti tedeschi, da Baselitz a Kiefer e Lüpertz.

Livia Montagnoli

Tallinn // dall’1 dicembre 2023 al 19 maggio 2024
Borderless Universe in Their Mind: Italian Transavantgarde and Estonian Calm Espressionism
KUMU
Valge, 1

https://kumu.ekm.ee/en/

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