Se la web art nasce e cresce su Internet, oggi questa forma d’arte, caratterizzata da un’estetica che attinge inequivocabilmente dalla computer grafica e che spesso si ispira alle sottoculture digitali, esonda nettamente dai confini del dispositivo per “invadere” il mondo reale. Ma come sta evolvendo il rapporto tra “reale” e “digitale”? Sempre più reciproco e mutuale, questo legame sta segnando la transizione da un mondo “web” (in cui la realtà off line, ovviamente in tre dimensioni, viene trasposta nelle due dimensioni dello schermo) ad un mondo “verse”, ovvero un ambiente in cui i confini tra queste suddivisioni si fanno sempre più sfumati, contaminandosi reciprocamente fino a diventare inscindibili. La mostra Web To Verse testimonia questo passaggio, tanto graduale quanto inarrestabile.
La mostra itinerante tra reale e virtuale
Curata da Valentino Catricalà, Alfredo Cramerotti e Auronda Scalera, in collaborazione con Thomas Dukes, la rassegna è ospitata dalla MODAL Gallery della School of Digital Arts (SODA) di Manchester, ma ha già in programma una serie di tappe itineranti (Londra, Dubai, Miami e New York).
La retrospettiva chiama a raccolta artisti internazionali – Miltos Manetas, Oliver Laric, Jonas Lund, Federica Di Pietrantonio, Sofia Crespo, Jon Rafman, Nye Thompson, Osinachi, Joey Holder e Yuqian Sun – che, evolvendo la propria pratica dalla web art, creano opere che nascono dalla cultura dell’informazione e dal digitale, senza limitazione di tecnica o materiale. Facendo riferimento alla tecnologia blockchain, al metaverso, ma anche utilizzando strumenti di intelligenza artificiale e realtà virtuale, queste esperienze eterogenee stanno contribuendo alla creazione di una nuova deriva dell’arte contemporanea, che fa della sua interdisciplinarietà lo strumento per rivoluzionare il concetto stesso di fruizione, esperienza e contenuto dell’opera.
La mostra Web To Verse alla MODAL Gallery di Manchester
Tra gli artisti in mostra spicca Federica di Pietrantonio, che presenta Farming, una ricerca (risultato della recente residenza proprio presso la SODA in collaborazione con la Quadriennale, oggi in mostra alla The Gallery Apart a Roma) sulle comunità che vivono la loro quotidianità convertendo le monete digitali dei giochi online in valuta corrente. Il video, realizzato con il motore grafico del videogioco Farming Simulator 22, si basa su uno script tratto dalle testimonianze online di questi hikikomori. C’è poi The Future of Nothing di Jonas Lund, che utilizza l’intelligenza artificiale per guidare il visitatore tra le ansie umane (dalla terapia di coppia al poker online); mentre l’AI torna in Hyborg Agency di Yuqian Sun, un’installazione interattiva che vede protagoniste delle creature artificiali che si “nutrono” delle interazioni di una comunità su Discord (suggerendo che la società umana sia una metafora dell’ambiente naturale in cui crescono gli agenti dell’AI).
Laura Cocciolillo
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