Il Louvre potrebbe spostare la Gioconda per evitare una visita coi secondi contati
L'idea sarebbe quella di trasferire l'opera di Leonardo da Vinci in una sala ad hoc nel seminterrato del museo parigino. Un progetto che rientra nell'ambito di una futura ristrutturazione denominata “Grand Louvre”
Tra i numerosi capolavori della storia dell’arte che il Museo Louvre di Parigi custodisce tra le sue sale, la Gioconda è tra le più celebri al mondo. Ogni anno milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo sono disposti a fare file chilometriche per poter testimoniare la loro presenza davanti al capolavoro di Leonardo da Vinci con foto e selfie scattati in una manciata di secondi. Sì, perché dato il successo riscosso dal famoso dipinto, la visione non è libera ma scandita (50 secondi ad personam) affinché tutti possano goderne.
Un’esperienza fastidiosa e deludente che rischia di compromettere la fruizione dell’opera e la sua resa, come testimoniano le 18mila recensioni che ritengono il ritratto rinascimentale “il capolavoro più deludente del mondo”. Per risolvere questo problema, ad aprile si sono riuniti i vertici del Museo Louvre avanzando l’ipotesi di spostare la Gioconda in una sala apposita che sarà costruita nel seminterrato del museo e che rientrerà nel futuro progetto Grand Louvre.
Il Louvre dedica una sala a la Gioconda di Leonardo da Vinci
“Ci pensiamo da molto tempo, ma questa volta tutti sono d’accordo” così si è espresso Vincent Delieuvin, il capocuratore della sezione pittura italiana del XVI secolo del Louvre, al giornale francese Le Figaro (e ripreso da Artnews.com). “È una grande stanza, e la Gioconda è sul retro, dietro il suo vetro di sicurezza, quindi a prima sembra un francobollo”, ma potrebbe “porre fine alla delusione pubblica” come sottolinea il direttore del museo Laurences des Cars.
Non solo, grazie a questa nuova sistemazione il pubblico bypasserà l’iconico ingresso dalla piramide di vetro per entrare direttamente nelle stanze sotterranee: una per la Gioconda e l’altra per le mostre temporanee.
Valentina Muzi
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