Klimt, Schiele e la Vienna del Novecento. Il Leopold Museum secondo il suo direttore
Noto per la sua collezione di capolavori dell’espressionismo austriaco, il Leopold Museum di Vienna è il cuore pulsante di uno dei distretti culturali più importanti d’Europa. Abbiamo intervistato il suo direttore per parlare delle raccolte e delle novità del museo
Con un’imponente collezione di belle arti e arti applicate, il Leopold è uno dei musei più visitati di Vienna. Tra i suoi capolavori, dopotutto, vi sono quelli dei maggiori maestri della Secessione Viennese, Egon Schiele e il suo maestro, Gustav Klimt. Il Leopold Museum è inoltre la punta di diamante del cosiddetto MuseumsQuartier, distretto culturale che, con i suoi 60mila metri quadrati, si posiziona fra le più estese del mondo. In occasione di un importante anniversario per il museo, abbiamo parlato con il suo direttore, Hans-Peter Wipplinger.
Intervista ad Hans-Peter Wipplinger
Nel 1994, Rudolf ed Elisabeth Leopold donarono 5200 opere alla Leopold Museum Private Foundation, il primo nucleo dell’attuale istituzione viennese. Qual è il risultato di questi primi trent’anni?
La Collezione Leopold – che oggi comprende circa 8500 oggetti d’arte austriaca e internazionale della seconda metà del XIX secolo e del Modernismo – si è costituita nell’arco di cinque decenni e nel 2001 ha trovato una sede permanente al Leopold Museum di Vienna. Il Prof. Dr. Rudolf Leopold (1925 – 2010) fu il primo direttore del museo fondato da lui insieme alla Repubblica d’Austria e alla Banca Nazionale Austriaca e costruito dalla Federazione Austriaca. È il museo più grande e più frequentato del MuseumsQuartier di Vienna.
Il Leopold Museum è oggi uno dei più importanti al mondo per quanto concerne la Secessione Viennese. Questo è dovuto alla sua preziosa collezione, ma anche al modo in cui è esposta. Cosa può dirci a riguardo?
Il cuore della collezione consiste in arte austriaca della prima metà del XX Secolo, includendo capolavori del famoso artista Gustav Klimt, co-fondatore della Secessione Viennese e del rivoluzionario espressionista austriaco Egon Schiele. Nessun altro museo offre un’esperienza così diretta e completa del concetto di arte e del mondo intellettuale della Vienna intorno al 1900. Questo permette ai visitatori di ripercorrere passo dopo passo gli sviluppi storico-artistici dall’Impressionismo allo Jugendstil, fino all’Espressionismo, con opere eminenti dell’arte austriaca del XIX e XX Secolo messe in contesto con opere selezionate del Modernismo internazionale.
Non solo belle arti: il Leopold Museum ha anche una importante collezione di arti applicate. Ha ancora senso, secondo lei, fare questa distinzione?
No, non ha senso. In linea con la nozione di Gesamtkunstwerk, o opera d’arte totale, l’unica esposizione permanente del Leopold Museum, Vienna 1900, comprende tutti i generi, dai dipinti alle opere grafiche e ai lavori artigianali. Esposte in ampie sale espositive inondate di luce e distribuite su tre livelli, i visitatori incontrano non solo dipinti e disegni, ma anche preziosi pezzi di arti e mestieri e squisite opere di arredamento dell’epoca della Wiener Werkstätte.
Il Leopold Museum di oggi e di domani
Quali mostre sono attualmente in corso?
Attualmente è in corso la mostra Unknown Familiars. The Vienna Insurance Group Collections, composta da più di 200 opere multidisciplinari attentamente selezionate da sei diverse collezioni (situate in Austria, Repubblica Ceca, Serbia e Lettonia) della Vienna Insurance Group. Inoltre, ha da poco inaugurato Splendor and Misery. New Objectivity in Germany – la prima mostra completa sull’argomento in Austria –, che presenta opere d’arte che raffigurano da un lato rassegnazione e indescrivibili difficoltà, e dall’altro speranza, desideri e voglia di vivere dei Golden Twenties.
E quelle in programma per i prossimi mesi?
Quest’anno ci attendono altre due inaugurazioni: a ottobre la mostra Rudolf Wacker. Magic and Abysses of Reality, in cui – sulla stessa linea tracciata da Splendor and Misery – un rappresentante austriaco della Nuova Oggettività è al centro dell’attenzione; a novembre invece sarà la volta di Poetry of Ornament. The Backhausen Archives, una mostra resa possibile dal prestito permanente di circa 11.000 oggetti individuali.
L’anno prossimo, il Leopold Museum si concentrerà nuovamente sull’artista centrale della collezione con Times of Change. Egon Schiele’s last years. 1914–1918. La mostra esplora le trasformazioni nella vita personale e nello stile dell’artista durante gli anni drammatici della Prima Guerra Mondiale.
Cosa si aspetta dal futuro del museo?
Gli obiettivi dichiarati del museo non sono solo preservare la collezione stabilita dal fondatore, ma renderla accessibile al pubblico, documentarla ed elaborarla scientificamente. Molte delle mostre al Leopold Museum si basano sugli eccezionali fondi della collezione, e man mano che continuiamo ad acquisire nuove importanti opere, il profilo del museo viene costantemente ampliato e affinato. Oltre a ciò, il Leopold Museum lavora continuamente per diventare più sostenibile e per garantire l’implementazione dei nostri obiettivi eco-compatibili in questo senso.
Alberto Villa
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