La storia di Villa Oasis, il “santuario creativo” di Yves Saint Laurent a Marrakech 

La vita dello stilista Yves Saint Laurent è anche fatta di lusso, creatività e ispirazione. Che si intrecciano nella città marocchina e nella dimora dell’icona della moda. Di cui Artribune scrive qui

Situata nel cuore di Marrakech, Villa Oasis è molto più di una semplice dimora: è un monumento alla creatività, dal gusto impeccabile e dallo spirito affine a quello di uno dei più grandi stilisti della moda del ventesimo secolo, Yves Saint Laurent. Questa sontuosa residenza, che una volta era rifugio e fonte d’ispirazione per lo stilista francese, continua a esercitare un fascino senza tempo su chiunque ne varchi la soglia, dato che oggi è visitabile.  

Yves Saint Laurent: icona di moda e creatività 

Il nome di Yves Saint Laurent è sinonimo di eleganza senza tempo e innovazione nel mondo della moda. Noto per aver rivoluzionato l’industria con i suoi design audaci e raffinati, lo stilista ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama della moda, dalle trasparenze osé alla ricchezza dell’abbigliamento. Tuttavia, la passione per l’arte, la cultura e l’estetica si riflette anche nelle sue residenze, tra cui Villa Oasis a Marrakech. Nel 1980, quando insieme all’amante e co-fondatore del marchio Yves Saint Laurent Pierre Bergé acquista la casa, lo stilista approfondisce la sua conoscenza della cultura magrebina. La villa diventa il luogo di rifugio dove trova massima espressione e creatività per poi, due volte l’anno, tornare carico di bozzetti per entrare con la maison in “modalità collezione”. Le ricche decorazioni dei suoi abiti, come i colori saturi e gli elementi etnici, non sono altro che la conferma del grande amore della coppia per il Marocco che ha portato, nel 2017, all’apertura del museo Yves Saint Laurent vicino ai Jardin Majorelle. 

Villa Oasis a Marrakech
Villa Oasis a Marrakech

L’architettura di Villa Oasis 

La scelta di Marrakech come luogo di ritiro per Saint Laurent non è casuale. La città, con la sua ricca storia, la vivace cultura e i colori terrosi, ha catturato l’immaginazione dello stilista dal suo primo viaggio nel 1966. Gli interni della villa sono un tributo allo stile eclettico del fashion designer, ogni stanza è impreziosita da dettagli intricati, tessuti lussuosi e arredi selezionati con cura. La mescolanza tra elementi tradizionali marocchini e modernità costituiscono una palette cromatica intensa e vibrante, evocando l’atmosfera accattivante di Marrakech. Il salone principale, cuore pulsante della villa, si colora di una tonalità di blu saturo, con soffitti a volta decorati e pareti ornate da dipinti. L’attenzione al dettaglio si vede già nella scelta dei divani, a strisce blu e verdi che si abbinano al mosaico piastrellato del camino. Le camere da letto, in particolar modo quella di Saint Laurent, si tinge di rosso, nero e oro esprimendone l’estetica lussureggiante che trova espressione nel lampadario in cristallo francese. Villa Oasis però, rappresenta il fiore all’occhiello della vera opera d’arte definita appunto “oasi”, i Jardin Majorelle. Gli elementi decorativi del giardino e gli esterni della villa sono dipinti di un blu cobalto definito dall’artista originario Jacques Majorelle “blue majorelle”, da cui ne deriva il nome. L’oasi verde accoglie più di 300 piante esotiche provenienti da tutto il mondo, con una contaminazione di colori, quali il giallo e il rosso, che rimandano alla corrente artistica impressionista. Tra decorazioni Art Déco e richiami all’arte di Matisse, gli spazi aperti al pubblico e quelli privati si collegano tra loro attraverso porte di legno mantenendo coerente l’estetica lussureggiante e colorata. All’interno del giardino, non vi sono custoditi solo ricordi dell’operato di Saint Laurent, ma anche opere artistiche e botaniche, e il memoriale per lo stilista vicino il roseto nel quale sono state sepolte le sue ceneri.  

L’eredità di Villa Oasis nella moda 

L’eredità di Villa Oasis non si limita ai suoi interni. L’estetica esotica e sofisticata di Marrakech ha influenzato diversi capi della maison, dalla fluidità della djellaba alla reinterpretazione del caftano. Nelle collezioni, sono stati miscelati l’Oriente e l’Occidente, permettendo la nascita di uno stile bohémien dalle linee fluide con tessuti lussuosi, stampe audaci e ricami derivanti dagli artigiani e dai mercati marocchini. Così come i colori dei Jardin Majorelle, la palette cromatica utilizzata dallo stilista si è tinta del blu cobalto, dell’ocra e del rosso. Altre tonalità distintive dell’operato ispirato a Marrakech sono quelle terrose, che riprendono le spezie nei mercati e le svariate sfumature delle piastrelle magrebine. Come Yves Saint Laurent sono in molti a essere affascinati da questa cultura, come i successori dello stilista stesso che hanno continuato a mantenere in auge la suggestione nordafricana del marchio. 

Erika del Prete 

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Erika del Prete

Erika del Prete

Appassionata d'arte in ogni sua forma e amante dell'estetica. Laureata in Design della Moda, con tesi in Styling, collabora con diverse riviste su temi quali Fashion, Lifestyle, Cinema e Musica. Affascinata dal vintage e dalle storie di ogni singolo, si…

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