Viaggio nel Portogallo Centrale: arte, storia, spiritualità da scoprire

Alla scoperta del Portogallo Centrale, una regione ricca di arte e di storia compresa tra i fiumi Tago e Douro: cattedrali barocche, monasteri, musei e tanto altro, sono l’anima di un territorio legato alle tradizioni, ma capace anche di guardare al futuro

CoimbraAveiro Viseu sono fra i centri più interessanti e ricchi di storia della regione del Portogallo Centrale, sviluppatasi sotto l’Impero Romano, rifiorita sotto il dominio arabo così come fra il Rinascimento e il Barocco, di cui conserva ancora importanti testimonianze artistiche e architettoniche. La regione è sempre stata culturalmente viva e ospita, a Coimbra, una delle università più antiche d’Europa, che probabilmente nell’Ottocento ha contribuito alla diffusione del Fado. E ancora, dal Monastero di Santa Joana all’Art Nouveau nella città di Aveiro, dal Museu Nacional Grão Vasco all’associazione culturale Gira Sol Azul, passato e presente di un territorio vivace e affascinante.

Panorama del centro storico di Coimbra. Courtesy Center of Portugal
Panorama del centro storico di Coimbra. Courtesy Center of Portugal

Coimbra, città di studio e di pensiero

Le origini romane di Coimbra

Coimbra sorge sul sito dell’antica città romana di Aeminium, della quale è ancora visibile lo splendido criptoportico, all’epoca parte del Foro, risalente al I Secolo d.C. La città sorgeva lungo la strada Antonina che collegava Olisipo (Lisbona) a Bracara Augusta (Braga), e grazie al fiume Mondego rivestiva grande importanza commerciale. Con la caduta dell’Impero Romano, l’insicurezza portata dalle invasioni barbariche causò massicce migrazioni interne e l’abbandono di numerose città; fra queste, la vicina Cunimbriga, la cui popolazione, dopo l’ennesima scorreria visigota, si trasferì in massa attorno al 580 nella vicina Aeminium, più sicura e facilmente difendibile grazie alla sua posizione collinare; questa migrazione portò appunto al cambio del nome, che nei secoli si è trasformato in Coimbra.

Il medioevo musulmano di Coimbra

Passati i Secoli Bui, l’alba di una nuova civiltà sorse anche qui, grazie ai Mori che nel 711 conquistarono la Penisola Iberica; Cunimbriga fu ribattezzata Kulūmriyya, diventando un importante centro commerciale con una forte comunità mozarabica e una grande moschea. Nell’878 Hermenegildo Guterres riconquistò la città e le terre di Viseu, Lamego e Feira; la Contea di Coimbra fu quindi il primo regno cristiano fondato nel Portogallo musulmano. I Mori la ripresero nel 987, ma tornò definitivamente cristiana nel 1064; perse però il rango di capitale, a favore di Guimarães. Del pur affascinante passato arabo non restano purtroppo tracce perché, tornata sotto dominio cristiano, la città fu interessata da profonde modifiche urbanistiche. Nell’XI Secolo, sulle rovine del Foro fu riedificato il Palazzo Vescovile, che nel 1910 divenne la sede del Museu Nacional de Machado de Castro, ed è sotto tutela UNESCO dal 2013. Dalla fine dell’XI Secolo, terminate le scorrerie e con la pacificazione del Portogallo, l’antica città collinare, dove vivevano gli aristocratici e il clero, cominciò a “riconquistare” anche la zona lungo il Mondego, e la città bassa, o Baixa, rivide fiorire i quartieri popolari che ospitavano il commercio e l’artigianato. A seguito di questa nuova importanza, all’inizio del XII Secolo fu proclamata capitale del regno del Portogallo, sostituita poi da Lisbona nel 1255. 

Coimbra e la sua università

La rinascita definitiva della città avvenne grazie all’Università, fondata nel 1290 dal sovrano Dinis I come Estudo Geral Português; è la più grande del Portogallo (37.000 studenti, ad oggi) ed è annoverata fra le più antiche d’Europa. La sede storica si trova ancora oggi nel complesso del Paço Real da Alcáçova, oggi noto come Paço das Escolas. Città principalmente di studio e di pensiero, rimase sostanzialmente invariata fra il Cinquecento e l’Ottocento, quando fu abbattuta la cinta muraria per la modernizzazione urbanistica voluta dal Marchese di Pombal (oggi si conserva soltanto la porta di Almedina, con relativa torre, all’epoca il punto d’ingresso principale della città alta). L’instaurazione della Repubblica nel 1910, che pose fine al regno dei Braganza, portò in tutto il Paese una profonda instabilità politica, cui pose fine il colpo di Stato militare del 28 maggio 1926. Di questa situazione approfittò António de Oliveira Salazar, fondatore dell’Estado Novo e dittatore dal 1932 al 1936. Anche Coimbra ovviamente visse i difficili decenni dell’autoritarismo, ma fu dalla sua Università che, nel 1969, cominciò la spinta per la democratizzazione del Paese.

Le saline di Aveiro. Courtesy Center of Portugal

Aveiro, città di culto e Capitale Portoghese della Cultura 2024

Tracce preistoriche e romane ad Aveiro

I primi insediamenti umani nella zona di Aveiro risalgono al Neolitico, ma un primo sviluppo lo si ebbe con la presenza romana, che fece di questo villaggio affacciato su una laguna uno dei più importanti centri iberici per la produzione del sale, che sussiste ancora oggi con gli stessi metodi artigianali del passato. La laguna costituisce un affascinante ecosistema, rifugio di una consistente fauna avicola, compresi i fenicotteri rosa. Un’estesa rete di sentieri e piste ciclabili ne fanno una meta piacevole da dove respirare il profumo dell’Oceano, che con le sue maree garantisce la freschezza dell’acqua. 

Aveiro, dalla religione al commercio

Il sale continuò a rimanere importante anche nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano, ma Aveiro è anche legata al Mosteiro de Jesus, dove alla fine del Quattrocento visse l’Infanta Joana, ancora oggi molto venerata in tutto il Portogallo. Tra il XVI e il XVII Secolo, l’instabilità della foce del fiume Boco provocò la quasi chiusura dello sbocco sul mare, impedendo l’utilizzo del porto e creando ristagno nelle acque della laguna, che a sua volta provocò la diminuzione del commercio e una massiccia emigrazione. Soltanto dal 1808, con lo scavo del Canal dos Botirões, del Canal Central, del Canal do Côjo, del Canal das Pirâmides, del Canal de São Roque e del Canal do Paraíso, sui quali si affaccia ancora oggi, Aveiro conobbe un nuovo periodo di prosperità, che si tradusse sia in nuovi edifici nel tipico stile portoghese dalle facciate ricoperte di azulejos (la vecchia stazione ferroviaria ne è uno degli esempi migliori), sia nello stile dell’Art Nouveau, che ebbe i suoi migliori interpreti negli architetti Ernest Korrodi e Francisco Augusto da Silva Rocha; ancora oggi il centro storico è costellato di questi begli edifici dalle facciate e gli azulejos floreali, 29 dei quali sono monumenti nazionali classificati.

Cosa vedere ad Aveiro nel Portogallo Centrale

Fra i luoghi simbolo della città, la Cappella di São Gonçalo (o Gonçalinho nell’affettuoso diminutivo popolare) nel quartiere di Beira Mar, edificata nel 1714 in pietra di Ançã e a pianta esagonale. Il portale della facciata è sormontato da una nicchia contenente la statua seicentesca di São Gonçalo de Amarante, al quale si attribuisce il potere di curare le malattie delle ossa e risolvere i problemi coniugali. Ogni anno, nella domenica più vicina al 10 gennaio, si festeggia il santo con una messa e con il rito del lancio delle cavacas (focacce secche a base di albume d’uovo e farina, ricoperte di zucchero) dall’alto della cupola verso la folla radunata nella piazza antistante, a simboleggiare il “pagamento” delle grazie ricevute. Un momento di festa e di gioia, con i fedeli che con i recipienti più svariati “battagliano” per raccogliere i dolci.
Un altro monumento sacro di rilievo è la Igreja das Carmelitas, fino al 1834 parte dell’antico convento delle Carmelitane, il cui chiostro è oggi sede della polizia. Se la facciata è poco appariscente, l’interno non delude il visitatore: grandiosi pannelli barocchidi azulejos azzurri e bianchi con scene bibliche e dei pellegrini sulla via di Compostela, sono sormontati da ricche cornici in legno intagliato e dorato che racchiudono raffigurazioni di santi appartenenti all’ordine carmelitano. Infine, insieme all’altare dorato, completano questa chiesa piccola ma suggestiva le pitture su legno che rivestono il soffitto della navata con scene della vita di Santa Teresa de Jesus.
Aveiro è però una città che non vive di sola storia, ma è anzi al centro di uno sviluppo economico di tutto rispetto, che va dall’industria tecnologica all’eterna produzione di sale pregiato. Inoltre, quest’anno, la città è Capitale Portoghese della Cultura, titolo che premia il suo dinamismo e la sua visione del futuro che si gioca sul patrimonio artistico e su quello industriale.

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Viseu, città d’arte dal fascino dei tempi andati

Storie e origini di Viseu

Circondata dalle montagne e dai fiumi Vouga e Dão, Viseu è la città natale di Vasco Fernandes (c. 1475-1542), uno dei più importanti pittori del Rinascimento portoghese; le numerose chiese che costellano il gradevole e colorato centro storico ne fanno uno scrigno di arte e architettura sacra. Il primo insediamento nell’area dell’odierna Viseu è temporalmente riconducibile all’Età del Ferro, ma acquisì importanza in epoca romana e poi visigotica, per la sua posizione vicina alle principali vie commerciali. A Viseu è associata la figura di Viriato, celebre condottiero lusitano del II secolo a.C., nato probabilmente in questa zona, che combatté per l’indipendenza del suo popolo dal dominio romano fino alla sua morte. 

L’occupazione araba e l’espansione urbanistica

Occupata nell’VIII Secolo dagli Arabi, durante la Reconquista subì assedi e distruzioni a più riprese, fino al 1058 quando tornò stabilmente sotto la Contea Portucalense. Nel 1415 nacque il Ducato di Viseu, per decisione di Juan I che lo affidò al figlio Enrique, futuro “Navigatore”. Dopo secoli di anonimato, la città riconquistò una certa importanza e avviò l’espansione urbanistica nell’attuale zona centrale, conosciuta come Rossio, edificata a partire dal 1534. Ancora oggi lungo le strade principali si affacciano case del XVI secolo con grondaie e finestre gotiche, segno di un “conservatorismo” architettonico che ancora competeva con il più raffinato stile rinascimentale. 

Viseu e il fascino del passato

Fra il XIV e il XV Secolo, tra Rua da Senhora da Boa Morte e Rua do Hilário, si trovava la Juderia, o ghetto ebraico, ma non ne rimangono purtroppo tracce visibili, dopo che nel 1496 l’Editto di Espulsione costrinse gli ebrei a lasciare il Portogallo o convertirsi al cattolicesimo. Resta comunque l’atmosfera dei secoli passati, che a Viseu è forse più evidente che in città come Aveiro o Coimbra: città commerciali e universitarie, sono logicamente più aperte ai contatti con altre culture e stili di vita. Invece, a Viseu si respira ancora l’aria del vecchio Portogallo, fra piccoli caffè, botteghe tradizionali di artigianato, case in stile senza eccessi monumentali che sembrano meditare nostalgicamente. La cattedrale, nota come Sé de Viseu, risale al XII Secolo, ma fu ampiamente ristrutturata fra il XIII e il XIV sotto la supervisione dei vescovi Egas e João Vicente, che però rispettarono l’originale stile romanico. Nel periodo manuelino alle navate si aggiunsero le volte a crociera, e la cattedrale ebbe il suo chiostro. Poi, fra Seicento e Settecento, il Barocco portò con sé ricche opere di intaglio, maiolica e pittura che modificarono l’originale sobrietà degli interni. Sull’altro lato della piazza sorge la settecentesca Igreja da Misericórdia, che pur avendo una sola navata accoglie pregevoli opere ottocentesche come il gruppo scultoreo Visitazione, di José Monteiro Nelas, e alcuni dipinti, fra cui Nostra Signora dei Dolori, di António José Pereira. 

Cultura ed eventi a Viseu

Il Museu Nacional Grão Vasco è il più importante della città dedicato al pittore quattrocentesco, nato a Viseu, Vasco Fernandes. Ma la città non vive di sola memoria, avendo un attivo substrato culturale contemporaneo; ad esempio, l’associazione culturale Gira Sol Azul, diretta da Ana Bento e Bruno Pinto, mira a sviluppare attività artistiche, musicali, teatrali, eccetera, coinvolgendo le scuole e la comunità locale. Dal 2013 organizza il Viseu Jazz Festival, i cui concerti si tengono in vari luoghi, fra cui il Museo Grão Vasco, la Pousada de Viseu e il Parque Aquilino Ribeiro che, con il giardino di Praça da Republica e il Jardim Tomás Ribeiro, è uno dei tanti piacevoli spazi verdi che impreziosiscono la tranquilla ma affascinante Viseu.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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