Tutte le volte che le maschere sono apparse nell’arte. Dall’antichità al contemporaneo in una mostra in Finlandia 

Si intitola “Maschere. Identità multiple dall'antichità all'arte contemporanea”, il progetto espositivo che riunisce manufatti provenienti da ogni parte del mondo, approfondendone i significati e i ruoli nel corso delle epoche

Che siano variopinte, bizzarre o grottesche, le maschere hanno sempre suscitato curiosità nel pubblico, considerate custodi di tradizioni e riti arcaici. 
La fascinazione per questi primordiali (e contemporanei) manufatti prende forma in Maschere. Identità multiple dall’antichità all’arte contemporanea, ilprogetto espositivo ospitato al Gösta Serlachius Museum di Mänttä, in Finlandia, fino al 6 ottobre. La mostra, a cura della storica dell’arte italiana Lorella Scacco, ne ripercorre la storia, i significati e i ruoli, riunendo esemplari provenienti da musei e collezioni internazionali, dai più antichi ai più recenti. 

Le maschere in mostra al Gösta Serlachius Museum di Mänttä in Finlandia

Fin dalla preistoria, l’uomo ha sentito la necessità di celare la propria identità o di cambiarla completamente attraverso l’uso delle maschere. Queste, nel corso dei secoli, hanno assunto forme e significati diversi, adattandosi anche alle attuali piattaforme digitali. Un tema ampio e variegato che si sviluppa nel museo finlandese con un percorso che riunisce quadri, sculture e installazioni d’arte contemporanea, in dialogo con antichi reperti provenienti dal MUDEC – Museo delle Culture di Milano, dal Museo Nazionale Romano di Roma, dal Museo Nazionale Finlandese di Helsinki e da collezioni d’arte private. 

Gli artisti in mostra al Serlachius Museum in Finlandia 

Ad animare Maschere. Identità multiple dall’antichità all’arte contemporanea sono opere di numerosi artisti, tra cui Giovanni Gastel, George Hoyningen-Huene, Laika, Wifredo Lam, Marita Liulia, Sami Lukkarinen, Luigi Ontani , Pablo Picasso, Pierre-Louis Pierson, Tuulikki Pietilä, Man Ray, Gino Severini, Cindy Sherman, Ellen Thesleff, Patrick Tosani, Filippos Tsitsopoulos, Ai Wei Wei

Le maschere in mostra al Gösta Serlachius Museum di Mänttä. Parla la curatrice Lorella Scacco 

L’interesse per il tema delle maschere deriva dai miei studi universitari sul Surrealismo, in cui temi dell’identità, del travestimento e del genere emergono in modo significativo. Basti pensare a Man Ray, Alberto Giacometti, Claude Cahun e Marcel Duchamp”, spiega ad Artribune Lorella Scacco. “Inoltre, questo periodo coincise con l’arrivo di maschere provenienti da paesi lontani la cui estetica contribuì a superare l’accademismo insegnato nelle accademie di belle arti come alternativa alla tradizione visiva occidentale. Così, l’atto di mascherarsi è diventato determinante per superare i limiti tradizionali delle arti visive e della società”.  Conclusa l’università, Scacco ha continuato ad approfondire il tema della maschera, indagandone le diverse sfumature e maturando un progetto espositivo. “I nuovi media mi hanno poi portato a riflettere sull’identità come un elenco virtualmente illimitato di elementi che mostriamo spesso in rete attraverso i social media”, conclude la curatrice. “Nuovi strumenti e filtri tecnologici esteriorizzano le nostre maschere, o meglio, le molteplici identità da cui siamo formati. Da qui l’idea di esporre una selezione di opere che vanno dall’antichità alla media art”. 

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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