Tutti i luoghi dell’arte contemporanea da scoprire a Vienna

Di solito si pensa a Vienna come una città ricca solo di storia e arte del passato, a partire da Klimt, Schiele e l’Art Nouveau. Ma ci sono anche molti progetti contemporanei, che rileggono il patrimonio in modo originale. Ecco cosa vedere

La capitale austriaca vanta un passato glorioso, capace di attirare più di sei milioni di turisti all’anno, che possono scoprire in pochi giorni di visita non solo i capolavori di Klimt o Schiele, ma anche un panorama contemporaneo di altissima qualità. Questo si fonda su un passato adeguatamente reinterpretato e riletto secondo il linguaggio del Ventunesimo Secolo, con cui costruisce il prossimo futuro. Vienna, una delle città più apprezzate per la cultura e l’arte europea, negli ultimi anni ha avuto il coraggio e la visione di adeguare il proprio patrimonio artistico alle sfide dell’attualità, mettendo a punto soluzioni interessanti ed efficaci. Ecco tutto quello che ha da offrire.

L’arte contemporanea allo Schloss Belvedere a Vienna

Si comincia con il complesso dello Schloss Belvedere, meta imperdibile dei turisti di tutto il mondo. All’ingresso del Belvedere Superiore, che custodisce il celebre Bacio (1908) di Gustav Klimt, accoglie i visitatori Bruckner: Symphonie Nr. 5 B-Dur , un’installazione sonora dell’artista americana Dara Birbaum, commissionata dal museo in occasione dei duecento anni dalla nascita del grande compositore. 
Nei tre piani dell’edificio, grazie ad un allestimento tematico che alterna sale monumentali ed espositive, si può seguire l’evoluzione dell’arte austriaca dal Medioevo agli anni Settanta, in un percorso che mette in evidenza figure di artisti riscoperte di recente, come Richard Gerstl (1883 – 1908), definito il “Van Gogh viennese”. Molte le donne – per anni dimenticate – oggi protagoniste del Novecento austriaco, le cui opere sono accostate a quelle dei loro colleghi uomini. 

Le mostre allo Schloss Belvedere

Non è un caso che, nel Belvedere Inferiore, le due esposizioni temporanee proposte – entrambe di alto livello scientifico – siano dedicate ad artiste. La prima mette al centro la tedesca Hannah Hoch, (1889–1978), figura di spicco del movimento Dada, annoverata tra gli inventori del collage e del fotomontaggio. Le sue opere occupano le sale espositive dell’edificio principale, con un’alternanza di lavori su carta e proiezioni, in una pregevole rassegna curata da Martin Waldmeier, in collaborazione con il Zentrum Paul Klee a Berna. 
Nell’Orangerie, perfettamente allestita per ospitare mostre internazionali, la protagonista è Broncia Koller-Pinell(1863–1934), che fece parte della mostra Kunstschau, voluta da Gustav Klimt nel 1908.  Qui, i dipinti dell’artista sono inseriti nel contesto del modernismo, grazie al fatto di essere stata lei stessa collezionista, insieme al marito Hugo Koller. 

Le Scuderie e il cortile dello Schloss Belvedere

Anche l’arte antica viene allestita in maniera contemporanea. Nello spazio delle Scuderie sono esposte un centinaio di opere medievali e rinascimentali, prima conservate nei depositi del museo.
Ultima tappa da non perdere: il Cortile d’ingresso, che ospita Round and around (2019 – 2021), un padiglione trasparente di Dan Graham che riflette le linee dell’architettura barocca in maniera non convenzionale. 

L’arte contemporanea al Padiglione della Secessione a Vienna

Uno spazio prezioso incentrato sulla continuità tra passato e presente è la Wiener Secessionsgebäude, il Padiglione della Secessione, che ospita mostre personali di artisti contemporanei internazionali, in un dialogo equilibrato con l’architettura di Josef Hoffman e il Fregio di Beethoven di Klimt. 
Se nella sala principale troviamo Metaphors, l’antologica di Simon Fattal, con sculture, disegni e dipinti che sembrano galleggiare nello spazio, al piano inferiore la galleria ospita I Sold What I Grow. Si tratta della serie di nuovi dipinti del cinese Zhou Siwei, dedicati alle contraddizioni del mondo digitale. 
Nel Gabinetto di Grafica, la cubana Susana Pilar Delahante Matienzo presenta il progetto Achievement, dedicato alla memoria postcoloniale e alla rimozione della cultura nera, attraverso un dispositivo di interazione con il pubblico molto accattivante. 

Zhou Siwei, I Sold What I Grow, installation view, Secession 2024, photo Iris Ranzinger
Zhou Siwei, I Sold What I Grow, installation view, Secession 2024, photo Iris Ranzinger

L’arte contemporanea al Mak di Vienna

Un’altra istituzione museale dove gli artisti contemporanei sono di casa è il Mak (Museo di Arti Applicate), dove alcune sale delle collezioni permanenti sono state allestite da artisti internazionali, con risultati sorprendenti. 
Il giapponese Tadashi Kawamata ha rivisitato la sezione orientale, Donald Judd la sala dedicata al Barocco, mentre Barbara Bloom ha reinterpretato le sedie dell’Art Nouveau. Più concettuale l’intervento di Jenny Holzersugli arredi Biedermaier; i vetri e i merletti del Settecento sono invece i protagonisti del setting di Franz Graf e nel salone centrale sono esposte le opere dei Gelitin e i divani di Franz West.  
Nella sala dedicata alle opere su carta, si può scoprire una piccola ma preziosa mostra temporanea dedicata ad un’altra figura femminile dell’arte viennese, My Ullmann (1905-1995): una delle fondatrici del cinetismo, che lavorò all’inizio del Novecento, tra pittura, architettura e performance.

Vienna tra storia e arte contemporanea

Quelle descritte sono dunque tre istituzioni museali pubbliche legate al passato, che hanno compreso quanto oggi sia fondamentale e necessario riattivare i capolavori storici con riletture progettate ad hoc da artisti di livello internazionale, e dall’altra portare alla ribalta personalità storiche importanti ma dimenticate. Una strategia culturale rivolta soprattutto alle nuove generazioni. Così, i capolavori di Klimt, Schiele o Kokoscka, e le architetture barocche o liberty reinterpretate dai contemporanei, offrono a viennesi e turisti nuovi punti di vista. Inoltre, diventano un potente volano per far conoscere altre figure, altrettanto rilevanti ma meno “mediatiche”. 

Serge Attukwei Clottey, James Baldwin, 2020–2021, Oil paint, paper posters, and duct tape on cork board, 127 x 124,5 cm. Courtesy of the artist and Simchowitz Gallery, Los Angeles © Bildrecht, Wien 2024
Serge Attukwei Clottey, James Baldwin, 2020–2021, Oil paint, paper posters, and duct tape on cork board, 127 x 124,5 cm. Courtesy of the artist and Simchowitz Gallery, Los Angeles © Bildrecht, Wien 2024

L’arte contemporanea al Mumok di Vienna

Per concludere il tour di arte contemporanea viennese, una visita al Mumok (Museum Moderner Kunst) permette di visitare Avant-Garde and LiberationContemporary Art and Decolonial Modernism. Si tratta di una straordinaria e puntuale mostra collettiva, che riunisce 25 artisti internazionali di diverse generazioni, selezionati da Christian Kravagna, presenti con opere ispirate ai grandi temi del modernismo globale. I lavori sono allestiti nei tre piani dell’edificio, situato all’interno del Museum Quartier, il quartiere dei musei dedicati alla cultura di oggi. 
C’è dunque molto da imparare sull’arte contemporanea da Vienna: una città aperta al presente, dove il passato non è una zavorra ma una piattaforma per guardare con maggiore consapevolezza ad un futuro dove locale e globale si fondono in maniera perfetta. Della nostra Capitale, Roma, possiamo dire lo stesso, alla viglia di un Giubileo che porterà milioni di turisti? 

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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