Cosa vedere a Lione: la città che continua a cambiare in meglio

Centro urbano dalla storia millenaria, Lione è sempre stata una città chiave nel commercio e nella storia francese ed europea. Scopriamone i quartieri, i musei, i progetti per il futuro e quelli di successo già in corso. Tra cui un’importante biennale d’arte contemporanea

I motivi per visitare Lione – terza città di Francia per numero di abitanti (un po’ più di mezzo milione nel 2021) e seconda area metropolitana del Paese con una popolazione di oltre un milione e mezzo – sono molti, anche se forse non così evidenti rispetto ad altre metropoli europee della stessa dimensione. La città sorge alla confluenza della Saône nel Rodano e vanta, su un territorio urbano relativamente ristretto, un patrimonio archeologico, architettonico e urbanistico che spazia dalle vestigia di Lugdunum, la capitale della Gallia Lugdunense fondata dai Romani nel 43 a.C., al quartiere medievale e rinascimentale del Vieux Lyon. Poco più decentrati, i grattacieli della Part Dieu e l’area della Confluence – uno dei progetti di recupero urbano più importanti a livello europeo – rappresentano la metropoli del XXI Secolo con un aspetto risolutamente contemporaneo. 

I grandi eventi di Lione

Se a questo si aggiunge un’intensa vita culturale, con alcuni appuntamenti di livello internazionale che richiamano centinaia di migliaia di visitatori, abbiamo il quadro di quella che è la seconda città turistica di Francia. I grandi eventi che scandiscono il corso delle stagioni sono il festival del Quai du Polar (il più importante appuntamento europeo dedicato alla letteratura poliziesca, in aprile) poi le Nuits de Fourvière (le rappresentazioni che si svolgono in giugno e luglio nel teatro romano sulla collina che domina la città), le Biennali di Danza e d’Arte contemporanea (ad anni alternati), il Festival Lumière (in ottobre) che celebra la città dove, grazie ai fratelli Auguste e Louis Lumière, è nato il cinema. L’anno si chiude, nei giorni attorno all’8 dicembre con l’evento più partecipato, la Fête des Lumières che richiama milioni visitatori da tutto il mondo. È dal 1852 che, per celebrare la festa dell’Immacolata Concezione, i Lionesi appendono luminarie alle loro finestre. Negli anni l’evento ha perso la sua connotazione più strettamente religiosa per diventare un grande spettacolo di luci e suoni che coinvolge per quattro notti tutto il centro storico e altri luoghi decentrati con scenografie mozzafiato sui monumenti e siti più importanti della città, a partire dalla cattedrale di Saint-Jean.

Lione, Francia Monumento commemorativo della nascita del cinema davanti al Musée Lumière © Photo Dario Bragaglia
Lione, Francia Monumento commemorativo della nascita del cinema davanti al Musée Lumière © Photo Dario Bragaglia

La collina di Fourvière

Per avere uno sguardo d’insieme e scoprire le origini di una città che vanta oltre duemila anni di storia, la scelta migliore è salire con la “ficelle”, la funicolare, che dalla piazza della cattedrale sale in pochi minuti sulla collina di Fourvière, dominata dalla Basilica di Notre-Dame. Lo stile degli interni della chiesa, costruita su progetto degli architetti Pierre Bossan e Sainte-Marie Perrin fra il 1872 e il 1896, può piacere o meno (è un trionfo del neoromanico e del neobizantino con abbondante ricchezza di marmi, dorature, mosaici, vetrate), ma il sito – anche per la sua posizione panoramica – accoglie più di due milioni e mezzo di visitatori ogni anno ed è il più frequentato della regione Auvergne-Rhône-Alpes. Per scoprire angoli inconsueti di quello che è uno dei simboli di Lione, suggeriamo uno dei “tour insoliti” che vengono organizzati regolarmente, in particolare quello sui tetti. Districandosi fra stretti camminamenti e scalette si arriva a salire su una delle quattro torri angolari alte 48 metri (rappresentano le virtù cardinali) con vista a picco sullo skyline cittadino, la Saône, il Rodano. Nelle giornate limpide lo sguardo corre fino alle Alpi con il candore dei ghiacciai del Monte Bianco che si distingue nettamente.

Il cuore antico di Lione

La basilica è stata costruita sull’area che ospitava l’antico foro di Traiano e per scoprire altri resti della città romana è sufficiente scendere pochi minuti verso Lugdunum, il sito che ospita i resti più spettacolari dell’antica capitale della Gallia: il grande teatro costruito nel I Secolo a.C. e ampliato nel I Secolo d.C., capace di ospitare migliaia di spettatori, il più piccolo Odeon e il Musée Lugdunum, splendido museo archeologico dedicato alla civiltà gallo-romana. Quasi inavvertitamente scendendo ancora dalla collina di Fourvière si passa dalla città romana a quella medievale e rinascimentale. La Montée du Gourguillon (che percorriamo in discesa) e le altre ripide stradine portano nel cuore del quartiere di Saint-Georges che assieme a quelli di Saint-Jean e Saint-Paul formano il Vieux-Lyon, la vecchia Lione, l’insieme urbanistico stretto fra la collina e le rive della Saône che è stato il cuore della città medievale e rinascimentale prima che questa si allargasse oltre l’altra riva del fiume. Percorrendo questa parte di città rimasta particolarmente integra e che non a caso fin dal 1998 è entrata a far parte, assieme ad altri tre quartieri storici (Fourvière, Croix-Rousse e Presqu’île), del patrimonio tutelato dall’UNESCO, possiamo immaginare la Lione del XV-XVI secolo, all’apice della sua potenza commerciale e finanziaria.

Lione: da sempre un centro del commercio europeo

Passaggio obbligato fra Parigi e l’Italia, in collegamento con le altre grandi città commerciali d’Europa come Anversa, Genova, Firenze, Venezia, Lisbona, a Lione confluiscono merci di ogni tipo e fin dal 1494 si organizzano quattro grandi fiere che attraggono migliaia di stranieri a ogni edizione. I tessuti (in particolare la seta) e la stampa sono fra i settori di punta dell’economia locale. I mercanti-banchieri che commerciano denaro, oltre alle merci sono all’apice della gerarchia sociale e molti sono stranieri. I fiorentini hanno un ruolo importante, ma non mancano lucchesi e genovesi. Medici, Gondi, Gagliano, Capponi, Bonvisi, Guadagni, ecco i nomi delle dinastie italiane che controllano il commercio a Lione: nel XVI Secolo fra le circa 170 grandi società commerciali, 143 sono italiane. E molti di loro ottengono le “lettere di naturalità” e vengono naturalizzati francesi: così Guadagni diventa Gadagne, il nome che ancora oggi identifica il Musée d’Histoire de Lyon, uno dei luoghi più interessanti da visitare nella vecchia Lione, assieme alla Cattedrale di Saint-Jean con l’orologio astronomico, al Musée des Arts de la Marionnette (Guignol è la marionetta più famosa), a Olace de la Trinité, a Place du Change (è a Lione che nel 1506 viene creata la prima Borsa francese) e alla Rue du Boeuf. 

Lione, Francia Street art nel quartiere della Croix-Rousse © Photo Dario Bragaglia
Lione, Francia Street art nel quartiere della Croix-Rousse © Photo Dario Bragaglia

I quartieri di Lione, tra passato e contemporaneità

Non lasciatevi intimidire dall’austerità delle facciate: percorrendo i traboules, i passaggi interni che collegano due strade parallele, si possono attraversare gli edifici rinascimentali da una via all’altra scoprendo cortili con scaloni monumentali e ricche decorazioni (la mappa dei traboules accessibili ai visitatori è disponibile all’Ufficio del turismo in place Bellecour). Un analogo e interessante percorso attraverso i traboules si fa nel quartiere della Croix-Rousse. Anticamente era stata ribattezzata la “collina che lavora“, in contrapposizione a Fourvière, “la collina che prega“. Questa era infatti la zona dei canuts, i lavoratori della seta e la storia operaia del quartiere è testimoniata dalle abitazioni con alti soffitti adatti ad ospitare le macchine per la lavorazione dei tessuti. Oggi la Croix-Rousse è un quartiere abitato da molti giovani, dove si possono ammirare le migliori opere di street-art della città. Una tradizione, quella di dipingere i muri, che a Lione ha una lunga storia: al termine della discesa dalla collina, sulle rive della Saône, si incontra infatti il Fresque des Lyonnais célèbres (1994), il più fotografato dei grandi affreschi che si trovano un po’ in tutta la città. Questo, in particolare, ha una superficie di 800 metri quadrati, ed è dedicato alle celebrities lionesi: dall’imperatore romano Claudio, al regista Bertrand Tavernier, da Antoine e Louis Lumière a Paul Bocuse.

LA PRESQU’ÎLE, IL CUORE PULSANTE DELLA CITTA’

La penisola stretta fra le rive della Saône e del Rodano è l’altra grande area storica di Lione, anche se di aspetto decisamente più moderno rispetto al Vieux-Lyon. Se la famosa Rue Mercière, la grande via degli stampatori, ci fa ancora ritornare ad una urbanizzazione cinquecentesca, gran parte del quartiere subì profonde trasformazioni nel XIX secolo e l’aspetto ottocentesco, con grandi vie commerciali punteggiate dalle insegne del lusso, è quello che prevale come immagine generale. Stiamo parlando di una grande area che si estende dalla storica stazione di Perrache, a Sud, fino alla grande Place Bellecour. Poi, risalendo verso Nord si incontrano le più raccolte Place des Célestins e des Jacobins, fino ad arrivare a Place des Terreaux, alle pendici della collina della Croix-Rousse. Un’area urbana chiusa idealmente da edifici simbolo, con diverse valenze, della città: il fastoso Hôtel de Ville, il Musée des Beaux Arts e l’Opéra National de Lyon, riammodernata da Jean Nouvel una trentina di anni fa.  Non devono trarre in inganno le grandi prospettive rettilinee dei maggiori assi viari (oggi in gran parte pedonalizzati) che attraversano da nord a sud la Presqu’île: Rue du Président Édouard Herriot, Rue Victor Hugo, Rue de la République. Le piccole traverse e le vie laterali conservano tutto il fascino della ricca città borghese ottocentesca, con tanti punti d’interesse un po’ defilati: la Basilique Saint-Martin-d’Ainay, unica chiesa romanica di Lione, o il Musée des Tissus et des Arts Décoratifs nella parte a sud di Place Bellecourt. La piazza è uno dei centri nevralgici della vita cittadina: sotto di essa si incrociano due linee della metropolitana e inevitabilmente l’enorme spazio, con al centro la statua di Luigi XIV, è uno dei luoghi privilegiati per gli appuntamenti. In un angolo, più defilata e meno pomposa, c’è la statua che omaggia un lionese che dalle rive del Rodano si è involato, non solo metaforicamente, per i lidi più esotici del globo: Antoine de Saint-Exupéry è rappresentato in compagnia del Piccolo Principe, il suo personaggio più famoso.

Lione, Francia Passerella sulla Saona fra il Vieux-Lyon e la Presqu'île © Photo Dario Bragaglia
Lione, Francia Passerella sulla Saona fra il Vieux-Lyon e la Presqu’île © Photo Dario Bragaglia

 Cosa non perdere alla Presqu’île di Lione

Le curiosità non mancano anche a nord di Place Bellecour. Lato Saône, il Théâtre des Célestins è uno dei rari teatri francesi, assieme alla Comédie Française e al Théâtre de l’Odéon a poter vantare più di due secoli di rappresentazioni (seppur interrotte da incendi devastanti). L’ultimo restauro concluso nel 2005 ha ridato splendore alla Grande Salle all’italiana foderata di velluti rossi. Curioso contrasto con la classicità del teatro, il parcheggio sotterraneo, opera degli architetti Michel Targe e Jean-Michel Wilmotte (1996), è impreziosito da Sens dessus dessous, un’opera di Daniel Buren. A poche decine di metri, sulle rive del Rodano, da qualche anno rivive in tutta la sua maestosità la facciata lunga 375 metri del Grand Hôtel Dieu, l’ospedale fondato nel XII secolo e rinnovato in forme classiche nel 1755 dall’architetto Jacques-Germain Soufflot, a cui si deve anche lo splendido Grand Dôme che corona questo enorme complesso architettonico. Oggi fa da scenario al bar dell’Hotel Intercontinental, senza dubbio uno dei più belli del mondo. Terminata la sua funzione ospedaliera (nel 1532 qui esercitò un certo François Rabelais che, sempre a Lione, pubblicherà il suo libro più famoso, Pantagruel et Gargantua), l’edificio è stato sottoposto a un radicale rinnovamento curato dagli architetti Albert Constantin e Didier Repellin (è stato per 4 anni il più grande cantiere privato d’Europa) ed ha riaperto al pubblico nel 2019: nei suoi sette cortili si succedono boutique della moda, dell’arredamento, del benessere, caffè, ristoranti, un hotel di lusso, ma anche luoghi dedicati all’intrattenimento e alla cultura come il Musée de l’Illusion, il Musée Soieries Brochier (dedicato alla tradizione della lavorazione della seta) e gli spazi della Cité Internationale de la Gastronomie (uno dei luoghi della Biennale d’Art Contemporain). 

LA LIONE CONTEMPORANEA

Part-Dieu: il quartiere degli affari

Per anni c’è stato solo il Crayon, il “matitone”, a stagliarsi nel cielo di Lione. Il grattacielo del 1977 alto 165 metri costruito da Araldo Cossutta & Associates era all’epoca il quarto edificio più alto di Francia, ma ancora oggi – ribattezzato Tour Part-Dieu – è famoso per ospitare, agli ultimi piani, l’hotel più elevato d’Europa. Poi nel 1990 arriva la Tour Swiss Life, la gemellina di 82 metri. Nel corso degli ultimi 10/15 anni il rinnovamento del quartiere di Part-Dieu ha subito un’accelerazione significativa: nel 2010 viene eretta la Tour Oxygène, nel 2015 è la volta della Tour Incity che raggiunge i 200 metri e diviene il più alto edificio di Lione (e il più alto grattacielo di Francia, esclusa Parigi). Poi la Tour Silex e infine, nel 2023, la Tour To_Lyon realizzata dall’archistar Dominique Perrault (fra i suoi progetti, la Bibliothèque Nationale de France a Parigi) che per il momento – vista l’opposizione dell’attuale maggioranza politica – alla costruzione di nuovi grattacieli – conclude lo sviluppo verticale di quello che il secondo quartiere d’affari di Francia (dopo la Défence). L’imponente edificio nero di 42 piani, 170 metri di altezza, 60mila metri quadrati di uffici e un hotel di 168 camere rafforza l’importanza economica di un distretto che ha attualmente una disponibilità di circa 1,3 milioni di metri quadrati di uffici dove lavorano 60 mila persone, con una mobilità di 140 mila passeggeri al giorno nella stazione della Part-Dieu. Lo snodo ferroviario (700 treni al giorno di cui 150 TGV), il grande centro commerciale (30 milioni di visitatori/anno), la più grande biblioteca pubblica di Francia (3,2 milioni di opere) sono gli altri poli di attrazione di un quartiere che continua a rinnovarsi. 

Lione, Francia Il Musée des Confluences sulle rive del Rodano © Photo Dario Bragaglia
Lione, Francia Il Musée des Confluences sulle rive del Rodano © Photo Dario Bragaglia

Confluence: all’incontrano dei due fumi di Lione è nato un quartiere avveniristico

Il quartiere della Confluence costituisce la parte sud della Presqu’île, una striscia di terra che va man mano restringendosi, da place Carnot dietro la stazione di Perrache fino all’estrema punta meridionale, dove proprio alla confluenza della Saône nel Rodano, sorge uno degli edifici simbolo della Lione contemporanea, il Musée des Confluences.
Fino a una trentina di anni fa questa era una zona industriale, sede di un mercato all’ingrosso, del porto industriale Rambaud e della prigione di Saint-Paul, oggi diventata un campus universitario. Dai primi Anni 2000 è partito il progetto di rigenerazione, “una delle più importanti iniziative urbanistiche in Francia” nelle parole del sindaco di Lione, Grégory Doucet. Già oggi Confluence – la fine del progetto che insite su un’area di 150 ettari è previsto attorno al 2030 – è il quartiere più all’avanguardia e più eco-sostenibile della città. Grandi nomi dell’architettura internazionale hanno lasciato la loro firma: la sede del Consiglio Regionale Auvergne Rhône- Alpes è di Christian de Portzamparc, vari edifici residenziali di Massimiliano Fuksas, David Chipperfield, Herzog & de Meuron, il Cube Orange, l’iconico palazzo per uffici, è un progetto di Jakob + MacFarlane Architects. A qualche centinaio di metri, il quasi gemello Cube Vert ospita la sede della rete televisiva Euronews, mentre il Pavillon 8 sede di GL Events è opera di Odile Decq.  Ma sono solo alcuni esempi, l’elenco dei nomi potrebbe continuare con quelli di Tania Concko, Kengo Kuma, Jean Nouvel, Rudy Ricciotti (Pavillon 52), Jean-Michel Wilmotte e altri. Insomma, un vero e proprio parco divertimenti per gli archilovers. A questo si deve aggiungere il recupero di vecchie strutture industriali come i silos della Sucrière (l’ex zuccherificio), oggi diventato spazio espositivo. I nuovi isolati popolati di locali e hotel, il grande centro commerciale, i bacini d’acqua e le zone verdi fanno della Confluence un quartiere molto piacevole da vivere e facilmente raggiungile dal centro città sia con le nuove linee tramviarie, sia via fiume sui battelli del servizio Vaporetto.
L’esplorazione di questa zona della città si completa attraversando il ponte pedonale e tramviario sul Rodano (intitolato a Raymond Barre) che ci porta nel quartiere di Gerland. A pochi metri dal fiume, c’è da dare un’occhiata all’imponente Halle Tony Garnier, l’ex mattatoio municipale oggi utilizzato per eventi e concerti. Prende il nome dal suo progettista, il famoso architetto e urbanista lionese a cui è dedicato un Museo urbano nel vicino quartiere des États-Unis da lui progettato.

Come cambia Lione. Intervista a Béatrice Vessiller

L’anima contemporanea di Lione è confermata dai diversi progetti in corso, che puntano a trasformare la città, soprattutto in termini di vivibilità: aree pedonali e ciclabili, più verde e meno cemento. Ce lo racconta Béatrice Vessiller, Vicepresidente con delega all’urbanistica della Métropole de Lyon (Città Metropolitana).

Part-Dieu e Confluence sono i due grandi progetti urbanisti con cui Lione si confronta da anni e che impegneranno la città metropolitana almeno fino al 2030. Qual è l’approccio dell’amministrazione ecologista in carica dal 2020 su questi temi?
Abbiamo voluto riorientare i progetti di Part-Dieu e di Confluence che erano già molto avanzati. Beninteso la programmazione sta comunque andando avanti, ma le nostre parole d’ordine sono state quelle di rigenerare piuttosto che demolire per dare spazio alla costruzione di nuovi edifici. E poi vegetalizzazione, pedonalizzazione, riduzione degli spazi dedicati al terziario a favore dell’edilizia abitativa a prezzi calmierati.

Gerard Collomb, scomparso a fine 2023, sindaco di Lione quasi ininterrottamente dal 2001 al 2020, amava i grattacieli di Part-Dieu. Un approccio che la nuova maggioranza politica non ha condiviso.
Abbiamo stoppato la costruzione di nuove torri sia a Part Dieu sia a Confluence. Gli edifici oltre i 50 metri di altezza sono sottoposti in Francia a regolamentazioni molto costose. Abbiamo preferito dare priorità agli spazi pubblici, rendere piacevoli e fresche le aree pedonali, ridurre la circolazione delle auto e favorire quella pedonale e su due ruote, che a Lione sta avendo un incremento esponenziale, perché le rive del Rodano offrono molte opportunità per le vie ciclabili. Nel quartiere Confluence non si costruirà più un secondo parcheggio ed è stata bloccata la costruzione di due grattacieli.

Dunque, meno terziario, più edilizia abitativa, più alberi e biodiversità, più terreni permeabili e meno cemento. Qualche esempio di cosa state facendo in questa direzione?
Il parco della Place du Lac, di fronte all’Hôtel de la Métropole verrà raddoppiato, proseguiremo la trasformazione di un asse importante come Rue Garibaldi, favorendo la circolazione dei pedoni e delle biciclette, presto ci sarà una zona a traffico limitato in centro e siamo sempre più restrittivi per quel che riguarda la circolazione dei veicoli ad alte emissioni nelle zone all’interno del Périphérique. E Lione, sta diventando sempre più una città a portata di bambini con la chiusura al traffico delle strade davanti alle scuole.

Tre luoghi simbolo della Lione che immaginate per il futuro.
La Place Béraudier, davanti alla stazione di Part-Dieu, i cui lavori stanno per terminare, con la piazza bassa dove è attiva una stazione di interscambio fra chi si muove in bici, ci sono circa 1500 posti di stazionamento, e poi utilizza il treno o la metropolitana. Molto interessante anche l’edificio ribattezzato Essentiel in corso di costruzione nel quartiere Confluence ad opera di Baumschlager Eberle Architekten: nel 2025 sarà il primo immobile bioclimatico realizzato in Francia e garantirà una temperatura compresa fra i 22° e i 26° C, estate e inverno, senza uso del riscaldamento o del raffreddamento. Infine a Villeurbanne si sta costruendo, sotto il coordinamento dell’architetto Nicolas Michelin, un nuovo eco-quartiere che sarà il prolungamento del celebre Gratte-Ciel, l’avveniristico complesso realizzato negli Anni Trenta del Novecento da Môrice Leroux.

Dario Bragaglia

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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