Migliaia di manifesti, cartelli, striscioni. Ma anche mostre, eventi, visite guidate rievocano la storica notte del 9 novembre 1989 quando cadeva il Muro di Berlino e poco dopo la Germania tornava, dopo 44 anni, a essere un’unica nazione e a riunire un solo popolo. Il modo migliore per immergersi nella storia di ieri e di oggi è quello di noleggiare una bicicletta, magari alla Porta di Brandeburgo, e percorrere il Berliner Mauerweg, l’ex percorso del muro, una ciclopedonale di 160 chilometri, divisa in 14 tratti, lunghi tra i 7 e i 21 chilometri, che dal centro porta fuori città. Un itinerario semplice in cui prendersi tutto il tempo per visitare il Checkpoint Charlie, famosissimo posto di confine oggi sede del museo dove sono documentati i piani di fuga più ingegnosi, e l’East Side Gallery, la parte più scenografica del muro dipinta da artisti con immagini sul tema della pace.
L’arte per il Muro di Berlino
Le più note sono quella che raffigura una Trabant che sfonda il Muro, disegnata da Birgit Kinder, e quella che riproduce il famoso bacio tra i due leader comunisti Erich Honecker e Leonid Brežnev. Un altro luogo commemorativo, Il Parlamento degli alberi contro la violenza e la guerra, si trova proprio nella zona dell’ex striscia di confine, vicino al Reichstag. È stato realizzato dallo scultore Ben Wagin con segmenti originali del muro, oltre a grandi lastre di granito nelle quali sono citati i 258 nomi delle vittime che hanno cercato invano di superare il confine. Altri luoghi significativi si trovano sulla Bernauer Strasse, con il Gedenkstätte Berliner Mauer, una vasta esposizione outdoor con il memoriale, il centro di documentazione, la cappella della riconciliazione, e nel Tränenpalast, il “Palazzo delle lacrime”, chiamato così perché qui avveniva il controllo doganale dei passaporti e la separazione tra amici e familiari nelle due parti della città. Tra le mostre da non perdere quella C/o Berlin che ospita Dream On—Berlin, the 90s, con gli scatti di nove membri dell’agenzia Ostkreuz, un team di fotografi di Berlino Est.
Berlino: la riserva del Teufelsberg
Il doveroso omaggio alla storia si può continuare salendo in collina, dove si trova la riserva del Teufelsberg. Difficile pensare che durante la Guerra Fredda qui si trovava la stazione d’ascolto dell’intelligence americana a britannica. La riqualificazione l’ha trasformata in una piccola foresta, in cui trovano spazio centinaia di opere di street art, murales e graffiti. Molto green, e sempre ricavato dall’accumulo di macerie e detriti della seconda guerra mondiale, anche il Drachenberg, il “fratello piccolo” di Teufelsberg, anche questa una magnifica area verde. Si gode di una bellissima vista sulla Berlino di ieri e di oggi anche dalla Torre della televisione, che con i suoi 368 metri di altezza è l’edificio più alto della capitale tedesca.
Berlino: la torre della televisione
Venne commissionata nel 1964 da Walter Ulbricht, segretario generale del partito socialista, con un duplice scopo: dotare la Germania Est di un proprio sistema televisivo e mostrare ai “cugini” dell’Ovest l’alto grado di sviluppo tecnologico raggiunto dalla Repubblica Democratica Tedesca. I più allenati possono affrontare i 986 gradini, per gli altri c’è l’ascensore che in pochi minuti porta all’interno della sfera, che gira in senso orario intorno all’asse dell’antenna. Per una visione unitaria di quel territorio un tempo diviso.
Luisa Taliento
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati