Madrid si conferma la città più ambìta da collezionisti d’arte stranieri e da grandi fortune, soprattutto sudamericane, che scelgono di risiedere e investire nella capitale spagnola, non solo per affinità di carattere linguistico.
Un nuovo museo nel Paysaje de la Luz a Madrid
La notizia della stagione autunnale riguarda proprio un multimiliardario messicano che sembra finalmente realizzare il progetto tentato da altri prima di lui – come la cubana Ella Fontanals-Cisneros e l’italiana Patrizia Sandretto Re Rebaudengo – di aprire un museo a Madrid per esporre la propria collezione d’arte. L’amministrazione comunale ha annunciato di essere in trattativa con l’imprenditore Juan Antonio Pérez Simón (Turanza, Llanes, 1941) per la cessione del Centro Culturale Serreria Belga, bellissimo edificio industriale, tra i primi esempi di costruzione in cemento armato, situato a due passi dal Caixaforum di Herzog & De Meuron e riconvertito in anni recenti in spazio pubblico per l’arte.
Prossimamente, dunque, il Paseo dell’Arte – Paisaje de la Luz (patrimonio Unesco) si arricchirà di un nuovo scrigno di tesori, che andrà a completare la già ricca offerta culturale del Prado, del Thyssen e del Reina Sofia. Sarà interessante vedere come i moderni spazi dell’elegante edificio, progettato da Manuel Álvarez Naya negli Anni Venti per la Serrería Belga – due capannoni, separati da un bel cortile interno – dialogheranno con la classicità dell’enciclopedica collezione del messicano Pérez Simón. Asturiano di nascita e di umili origini, si appassiona nel 1964, a soli vent’anni, durante il primo viaggio in Europa, e oggi possiede una fra le collezioni d’arte privata più importanti al mondo, con oltre 4mila pezzi, dal gotico alla contemporaneità. La Fondazione Pérez Simón vanta, tra l’altro, una delle raccolte private più vaste di pittura inglese d’epoca vittoriana fuori dalla Gran Bretagna, e persino una biblioteca con circa 50mila volumi antichi.
A CentroCentro un catalogo d’arte, dal 500 a oggi
Un assaggio di tanta meraviglia è offerto dalla mostra in corso in questi mesi a CentroCentro, con una selezione di settanta grandi maestri della Collezione Pérez Simón. Il catalogo è vasto e variatissimo: va dalla pittura fiamminga del Cinquecento di Cranach e Brughel, Bronzino fino ai maestri del barocco internazionale come Rubens, Van Dyck e Murillo; dall’arte Novohispana, soprattutto del Messico, fino al Settecento veneziano di Canaletto e Tiepolo; non mancano Goya, classici inglesi come Gainsbourough, Reynolds e Turner e gli Impressionisti francesi, uno scuro olio giovanile di Van Gogh e un paesaggio di Munch, oltre a una bellissima ballerina spagnola dipinta da Boldini. Dopo qualche piccola concessione all’arte spagnola tra i due secoli (Zuloaga, Sorolla e Anglada Camarasa), si passa rapidamente al Ventesimo secolo, rappresentato dagli immancabili Picasso e Braque, ma anche dai messicani Frida Kahlo e Diego Rivera, tra i quali spicca un ottimo ritratto di Oskar Kokoschka. A rappresentare la contemporaneità ci sono poi Rothko, Barceló e Pistoletto accostati al pop di Murakami, Alex Katz o all’iperrealista Antonio López.
Il percorso di visita è rigorosamente cronologico. Tuttavia, l’accostamento di opere di epoche, stili e suggestioni visive tanto diverse fra loro spesso produce effetti contrastanti: ricorda un manuale di storia dell’arte, un catalogo d’asta, più che una mostra concepita con un moderno criterio curatoriale.
Masaveu, mecenati discreti, amanti dell’arte urbana
Più circoscritta cronologicamente, ma coerente dal punto di vista critico, la mostra di questi mesi alla Fondazione María Cristina Masaveu Peterson. Dalla fine del 2019, la Fondazione legata alla famiglia di industriali asturiani – collezionisti d’arte da più generazioni – ha aperto a Madrid un bellissimo spazio culturale nell’edificio di un vecchio albergo, non lontano dalla centralissima Plaza Colón. Si tratta di un museo privato, aperto gratuitamente al pubblico e che merita ogni volta di essere visitato per la qualità delle proposte, legate alla collezione corporativa che rappresenta.
I Masaveu sono mecenati vecchio stampo: lontani dal focus mediatico, ma attenti alla creatività più contemporanea, prediligono il contesto locale e contribuiscono a promuovere l’arte spagnola nel mondo. Lo testimonia la nuova collezione d’arte urbana che, attraverso recenti acquisizioni sul mercato, sta letteralmente invadendo il seminterrato dell’edificio (ascensori e scale comprese), con alcune commissioni site specific davvero sorprendenti.
Arte spagnola del Novecento, appunti per una storia
Per chi volesse conoscere da vicino lo sviluppo dell’arte spagnola nel Ventesimo secolo, la Fondazione Masaveu ospita opere, provenienti dalla propria collezione, che raccontano, in maniera completa e talvolta anche sorprendente, le tappe salienti di un percorso che dal cubismo di Picasso e Juan Gris giunge alla contemporaneità con artisti dalla traiettoria internazionale (come Barceló e Juame Plensa), e altri che lasciano un segno in ambito locale. Nel mezzo, un percorso cronologico, didattico ma anche tematico ben costruito, illustra l’evoluzione verso la modernità in un Paese dove, le restrizioni della dittatura, hanno in gran parte limitato la creatività degli artisti. Dal Realismo di Antonio López e amici all’astrattismo di Antoni Tapiés fino all’arte pop di Luis Gordillo, alla Masaveu non sembra davvero che manchi nessuno.
Federica Lonati
Madrid // fino al 12 gennaio 2025
Settanta capolavori della Collezione Pérez Simón
CentroCentro
www.centrocentro
Madrid // fino al 20 luglio 2025
Arte spagnola del XX secolo. Da Picasso a Barceló
Fondazione María Cristina Masaveu Peterson
www.fundacionmariacristinamasaveu.com
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