Viaggio a Malta, tra archeologia, Caravaggio e arte contemporanea 

Crocevia di culture nel Mediterraneo, Malta è uno scrigno di arte e cultura, dai grandiosi templi preistorici all’architettura di Renzo Piano, passando per le pitture di Caravaggio. Ecco le tappe da non perdere

Al centro del Mediterraneo, fra il Nordafrica e la Sicilia, Malta è da sempre un ponte fra Oriente e Occidente, fra nord e sud, luogo privilegiato di un incontro di culture che si riflette nell’architettura, nell’arte, nello stile di vita. Ecco un breve itinerario alla scoperta dell’isola che – con Gozo e Comino – costituisce il piccolo arcipelago divenuto uno Stato indipendente nel 1964. 

Il nuovo MICAS di Malta 

Fra i musei più interessanti del mondo, architettonicamente parlando, perché sorge in un ex complesso militare edificato nel XVII Secolo dai Cavalieri di San Giovanni, il Malta International Contemporary Art Space (MICAS) ha aperto al pubblico il 25 ottobre scorso nella città di Floriana – comune confinante con la capitale Valletta – ed è il primo museo di arte contemporanea dell’isola. Occupa una superficie totale di 8.360 metri quadrati, compreso un giardino che alternerà sculture di artisti contemporanei internazionali. Ad aprire il programma espositivo, Transcending the Domestic della visionaria artista portoghese Joana Vasconcelos, che rimarrà aperta fino al 27 marzo 2025. 

Oh, jewels and binoculars hang from the head of the mule // but these visions of Johanna, they make it all seem so cruel […] Inside the museums, infinity goes up on trial // voices echo, this is what salvation must be like after a while. I versi pseudo-surrealistici di Visions of Johanna di Bob Dylan, possono essere d’aiuto per interagire meglio con una mostra coinvolgente e sorprendente, che gioca con colori, forme e dimensioni, per dare vita ad un punto di rottura con temi di genere e politica culturale.  

Joana Vasconcelos al MICAS di Malta 

Le sue installazioni immersive e su larga scala ribaltano la percezione tradizionale delle donne e dei loro ruoli, invitando l’opinione pubblica a riflettere sul sessismo, sul consumismo e su altri temi scomodi che la società sciovinista preferisce vigliaccamente dimenticare. La dimensione domestica viene sovvertita in particolare nell’installazione Loft, che riproduce un normale appartamento, con cucina, soggiorno, due camere da letto e il bagno, con i relativi arredi; ma gli oggetti e le forme strane e indefinibili che emergono dalle pareti creano una sensazione di disagio. Si ha l’impressione che lo spazio organizzato familiare si ribelli alla rigida struttura dei confini sociali, che purtroppo molto spesso nascono all’interno dell’ambito familiare. 

Esposti anche Tree of Life – omaggio alla donna custode del principio della vita che, con il suo andamento verticale, simboleggia la continuità fra Cielo e Terra – e Valkyrie Mumbet, installazione caleidoscopica con lana e cotone lavorati all’uncinetto, passamanerie, tubi, imbottiture, paillettes, perline, piume, nappe e luci LED, ispirata a Elisabeth Mumbet Freeman, la prima donna resa schiava dalla nascita che, appellandosi alla Costituzione del Massachusetts scritta da John Adams, intentò una causa al suo padrone nel 1781, e ottenne la libertà. 

Il programma del MICAS proseguirà con le mostre di Milton Avery, Reggie Burrows Hodges, Ray Pitrè e altri artisti maltesi. 

I luoghi storici da non perdere a La Valletta 

Valletta deve il nome e l’origine a Jean de Valette, 49° Gran Maestro dell’Ordine di S. Giovanni (poi divenuto di Malta), che la costruì in segno di rinascita dell’isola, dopo aver resistito alle truppe Ottomane che dal maggio al settembre del 1565 assediarono il luogo. La storia di Malta è principalmente legata alle vicende militari, data la sua posizione strategica nel Mediterraneo, e fra i monumenti più rimarchevoli ci sono le fortezze costruite dai Cavalieri Ospitalieri dell’Ordine di San Giovanni che qui regnarono fra il 1530 e il 1798. Le strutture più importanti, ancora oggi ben conservate, sono Forte Manoel, Tigne Sant’Elmo, Ricasoli, Sant’Angelo, San Salvatore, con le loro imponenti mura e le piazzole per l’artiglieria. In particolare, Forte Sant’Elmo fu il perno difensivo durante l’assedio ottomano del 1565 anche fondamentale per il respingimento degli ottomani nel corso del Grande Assedio. Vinta la battaglia, sulla penisola adiacente il forte, i Cavalieri edificarono appunto una nuova città, che sarebbe diventata Valletta. Una visita al National War Museum di Forte Sant’Elmo spiega approfonditamente il ruolo strategico di Malta fino alla Seconda guerra mondiale, attraverso una ricchissima collezione di armi, documenti, uniformi. 

La Cattedrale di San Giovanni a La Valletta e Caravaggio 

Il citato Jean de la Valette riposa ancora oggi nella Concattedrale di San Giovanni, capolavoro di architettura manierista costruito fra il 1573 e il 1577 da Girolamo Cassar. La severa facciata cela sontuosi interni barocchi a foglia d’oro su pietra, un ciclo di affreschi di Mattia Preti sulla vita di san Girolamo, le pietre tombali (ognuna riccamente decorata) di Gran Maestri e cavalieri dell’Ordine, numerose cappelle con ricchi altari, e due capolavori di Caravaggio: la Decollazione di San Giovanni, nell’Oratorio, e il San Girolamo scrivente. Quest’ultimo è stato rimosso dalla cappella originale per essere collocato in una nuova saletta esclusivamente dedicata. In questa posizione affascina, più ancora del drammatico e violento San Giovanni, per l’intensità psicologica e la spiritualità del santo, nel volto del quale Caravaggio volle immortalare il Gran Maestro Alof de Wignacourt, che gli aveva prestato aiuto e protezione. Due opere che completano la biografia di Caravaggio, in fuga a Malta nel 1606 per sfuggire alla decapitazione in seguito all’omicidio Tomassoni, e che sull’isola divenne persino membro dell’Ordine, ma ne venne espulso dopo aver ferito in un alterco un cavaliere di rango superiore, e fu quindi costretto a nuova fuga nel 1608. 

Casa Rocca Piccola e Renzo Piano a La Valletta  

Per capire e apprezzare il raffinato tenore di vita della città, da non mancare una visita a Casa Rocca Piccola, edificio del XVI Secolo rinnovato nel 1850, ancora oggi abitato dalla nobile famiglia De Piro, e i cui sfarzosi ambienti traboccano di preziosi mobili, quadri, libri, oggetti vari: una finestra sulla cultura domestica maltese del tempo che fu, ma la cui memoria è attentamente conservata. 

Valletta significa però anche architettura contemporanea, con la riqualificazione dell’area della City Gate effettuata da Renzo Piano fra il 2010 e il 2015: vi sorge oggi il nuovo Parlamento. La piazza antistante è stata ristrutturata e pedonalizzata, così come i resti della britannica Opera House (bombardata nel 1943) sono stati riconvertiti in teatro all’aperto. 

I templi antichi a Malta 

Ancora oggi avvolta nel mistero delle origini così come della sua fine, la civiltà preistorica maltese ci parla ancora oggi attraverso i resti dei suoi grandiosi templi; sull’isola di Malta, nei pressi di Zurrieq, si trovano quelli di Hagar Qim e Mnajdra, risalenti al 3.500 a.C. Questi furono realizzati sovrapponendo megaliti di pietra calcarea locale; ospitano al loro interno diverse sale, e sorgono direttamente sul mare, circondati dal tipico paesaggio della gariga costiera mediterranea. Forte è ancora il fascino che esercitano sui visitatori, con la maestosità della pietra e i misteri che ancora celano sui loro specifici scopi e la civiltà che li eresse. Sono legati all’osservazione del sole, perché orientati in modo da misurare i solstizi e gli equinozi. Abbandonati per motivi ancora oggi ignoti, i templi caddero in rovina e furono sepolti con il passare del tempo da terra e detriti vari; per alcuni dei megaliti continuarono a sporgere dal terreno, fino a quando, nel 1839, cominciarono le campagne di scavo sotto i britannici (che presero il controllo dell’isola dopo averla “confiscata” a Napoleone). Campagne che proseguirono fino agli Anni ’50 del Novecento, e che permisero di ritrovare anche vasi di ceramica, utensili di selce, oggetti in pietra e argilla, statue della dea della fertilità, ora conservati nel Museo Archeologico Nazionale della Valletta. 

Il MUZA di Malta 

Per conoscere invece l’evoluzione dell’arte maltese e i suoi rapporti con gli altri Paesi europei e mediterranei in particolare, è necessaria una visita al MUŻA (Malta National Community Art Museum). Ospitato nel quartier generale dei Cavalieri di area italiana, il museo ha una variegata collezione di dipinti, sculture, mobili, argenteria, opere su carta e oggetti d’arte, che racconta le influenze culturali derivate di volta in volta dall’Italia, dall’Ordine di San Giovanni, dall’Impero britannico, e dall’impatto complessivo della Chiesa. Fra le opere più rimarchevoli, un corpus di dipinti di Mattia Preti, che spese a Malta, dove morì nel 1699, la seconda parte della sua vita. Vi si trasferì nel 1661 e vi introdusse lo stile Barocco. Malta è anche terra di scultori, fra i più importanti dei quali figura Antonio Sciortino, esponente del Realismo che però frequentò anche il Futurismo; numerosi esempi del suo lavoro sono appunto visibili al museo. 

Cosa vedere a Birgu  

Birgu è un’antica città fortificata sul lato meridionale del Porto Grande, il cui centro storico è costellato di splendidi edifici tardo rinascimentali, e la tardo-barocca chiesa di San Lorenzo. Questa – un tempo la chiesa conventuale dell’Ordine di San Giovanni alla quale nel 1820 papa Pio VII conferì la dignità di chiesa collegiata – conserva la pala dell’altare maggiore di Mattia Preti raffigurante il martirio di San Lorenzo. Altre opere d’arte includono dipinti di Stefano Erardi, come Cristo Salvatore e Il Cristo morto. Pesantemente bombardata durante la seconda guerra mondiale, Birgu ha purtroppo perso edifici storici come la torre dell’Orologio e l’Auberge d’Allemagne, il palazzo dei Cavalieri di area tedesca. Birgu è oggi conosciuta anche con il nome di Vittoriosa, che le fu dato in seguito alla sconfitta che i Cavalieri di San Giovanni inflissero nel 1565 alle flotte ottomane che assediavano l’isola. 

Cosa vedere a Mdina  

Invece, Mdina fu la prima capitale del Paese al tempo dei Cavalieri, e sorge su quello che fu un insediamento fenicio, greco-romano e bizantino. A lungo in decadenza, venne rifondata dagli arabi nell’XI secolo come Madīnah, da cui deriva l’attuale nome, e fu la capitale del Paese fino all’arrivo dell’Ordine di San Giovanni nel 1530. Il suo mélange di architettura normanna e barocca, le mura fortificate e la sua posizione strategica su terreni elevati, la rendono uno dei luoghi più incantevoli dell’isola, dove ancora oggi risiedono molte nobili famiglie, che spesso hanno aperto al pubblico i loro fastosi palazzi. Fra i più interessanti, Casa Gourgion, la residenza neogotica del barone Giuseppe De Piro Gourgion, noto per la sua religiosità, la sua importanza negli ambienti socio-politici e la sua eccentricità, che si riflette nella facciata neogotica del palazzo, il quale, dopo un accurato restauro, è oggi una casa museo con il compito di preservare la storia e la collezione familiare. Al piano superiore si trovano i quartieri privati del barone, fra cui lo studio e la biblioteca con volumi antichi, che offrono una vista maestosa sulla Cattedrale di San Paolo. 

Niccolò Lucarelli 

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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