Bar Clemente è il cocktail bar d’artista a New York firmato da Francesco Clemente con un super chef
L’artista napoletano, dagli Anni Ottanta stabilmente a New York, condivide con lo chef dell’Eleven Madison Park, tra i ristoranti più blasonati della città, un sodalizio artistico e intellettuale. Il risultato è il locale inaugurato lo scorso ottobre proprio sopra al ristorante di Daniel Humm, che ora espone molte opere inedite di Clemente
Francesco Clemente e Daniel Humm: un artista e uno chef. Di più, un artista tra i più rilevanti della sua generazione – nato a Napoli nel 1952, ha fatto del nomadismo e dell’eclettismo la sua cifra di vita e stilistica, alimentando la sua poetica neoespressionista – e il cuoco che per primo ha portato a New York le tre stelle Michelin, nel 2012, alla guida del ristorante Eleven Madison Park, sempre riconfermando, finora, il prestigioso riconoscimento, nonostante l’azzardo di proporre un menu totalmente vegano a partire dal 2021.
L’incontro tra Francesco Clemente e Daniel Humm a New York
Clemente, ora in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma con Anima Nomade (la più importante personale dell’artista realizzata in un’istituzione pubblica romana; fino al 30 marzo 2025), ha esplorato nella sua carriera tutte le vie, interessato di musica, poesia, letteratura, oltre alle arti figurative, e portato a sperimentare tecniche e materiali sempre diversi, per raccontare un mondo in viaggio, culturalmente quanto più ricco e inclusivo possibile. Humm, nato nella cittadina di Strengelbach (a una cinquantina di chilometri da Basilea), si è formato in cucina forgiato dal rigore dei grandi ristoranti svizzeri, prima di scegliere la via degli Stati Uniti, dove ha costruito la sua fortuna.
Il primo punto di incontro tra i due è proprio New York. Humm ci arriva solo nel 2006, ingaggiato dal lungimirante ristoratore Danny Meyer, che in lui individua, a ragione, il futuro prossimo – oggi saldamente presente – della ristorazione newyorkese. Clemente, invece, sceglie New York – dove in passato ha avuto modo di collaborare con poeti come Allen Ginsberg e Robert Creeley e con artisti come Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat – già nel 1980, mentre continua a far la spola con l’India, che da sempre lo affascina, e alimenta un’arte capace di accogliere il passato e il presente, l’Occidente e l’Oriente.
All’origine di Bar Clemente: l’arte al bar
Ma l’inaspettata comunione di intenti tra i due, amici di lungo corso (a presentarli, qualche anno fa, fu il gallerista Vito Schnabel) e ora anche soci in affari, si spinge oltre, fino a concretizzarsi, sul finire del 2024, nell’apertura di un’attività, il Bar Clemente, proprio sopra all’Eleven Madison Park, nell’edificio che lo ospita a pochi passi dal Flatiron Building. Inaugurato lo scorso ottobre nello spazio precedentemente adibito a sala privata del ristorante, il locale è frutto di un lungo confronto sulla storia del bar inteso nella sua declinazione più dinamica, a partire dal modello storico del Kronenhalle di Zurigo, aperto nel 1965 da Gustav Zumsteg con l’idea di proporre alla città uno spazio di socialità e confronto intriso d’arte. Progettato da Robert Haussmann, l’american bar di Zurigo fu da subito allestito con le lampade di Diego Giacometti, e lavori di Mirò, Picasso, Klein alle pareti (e anche nel suo ristorante, Humm ha voluto far entrare l’arte, tra opere di Rita Ackermann e Jeppe Hein, il murale di Rashid Johnson, il mosaico di Olympia Scarry).
Bar Clemente: le opere di Francesco Clemente, la cucina di Daniel Humm
Bar Clemente espone invece le opere ideate per l’occasione dall’artista napoletano, comprese le due pitture murali a dominante ruggine che raffigurano una processione festante e una serie di figure affastellate intorno a un grande occhio. Nel dipinto dietro al bancone, invece, due amanti si abbracciano su una piccola barca inclinata da una grande onda. A firmare l’interior design dello spazio è l’architetto di fiducia di Daniel Humm, Brad Cloepfil di Allied Works, che ha lavorato proprio guardando all’atmosfera del Kronenhalle di Zurigo, rivestendo le pareti con pannelli in legno e allestendo divani, sedute e tavolini per creare un ambiente intimo e accogliente, “un luogo di gioia e di persone che si incontrano”, secondo l’obiettivo condiviso da Humm e Clemente. Gli arredi sono del designer Brett Robinson, le lampade create appositamente dall’artista tedesco Carsten Höller.
All’artista napoletano, che per la prima volta firma un’esposizione permanente delle sue opere a New York, è intitolato anche uno dei cocktail in carta, il Clemente Martini, che unisce vodka e gin con curry verde e zafferano. Per il resto, gli ospiti del Bar Clemente possono scegliere dalla carta dei drink ideata da Sebastian Tollius, o provare il menu di snack in abbinamento, rigorosamente plant-based, servito al bancone nell’area ribattezzata The Studio (9 posti in tutto, 5 portate, 90 minuti, 225 dollari con il pairing alcolico). Chi preferisce accomodarsi nell’area Lounge può invece ordinare il Clemente Burger, omaggio alla città di New York che di sé ha fatto innamorare l’artista e lo chef.
Livia Montagnoli
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