La città tedesca Chemnitz ha aperto l’anno come Capitale Europea della Cultura 

Da polo industriale a capitale culturale, così la cittadina industriale della Sassonia invita a guardare il patrimonio storico artistico che la fiorente industria lasciava in ombra

Cittadina industriale sassone, già distretto tessile e manifatturiero, Chemnitz rimodella la sua identità attraverso la cultura. E il titolo di Capitale Europea è il primo traguardo di un percorso iniziato diversi anni fa. Mostre d’arte, progetti di riqualificazione urbana, parchi museali a cielo aperto che collegano la regione. C the Unseen è un invito a scoprire la città e la Sassonia con il suo patrimonio culturale e di archeologia industriale. 

Stijn Ank, Endless Column, Courtesy Galerie Michael Janssen, Berlin, Phooto Ernesto Uhlmann
Stijn Ank, Endless Column, Courtesy Galerie Michael Janssen, Berlin, Phooto Ernesto Uhlmann

Chemnitz 2025, i progetti principali 

Pur non essendo una metropoli con milioni di abitanti, Chemnitz ospita ben 30.000 rimesse per auto, in maggioranza costruite in cemento dopo la Seconda Guerra Mondiale. Luoghi in cui ci si prendeva cura della propria auto anche con l’aiuto dei vicini oppure ci si ritrovava per una birra in compagnia dopo il lavoro; rifugi privati che il progetto #3000GARAGEN porta alla luce, attraverso le storie comunitarie che vi stanno dietro. 
Come sono cambiate nel tempo le “comunità dei garage”? Quali storie e ricordi personali custodiscono questi piccoli luoghi e quante generazioni coinvolgono? Quale potenziale socio-culturale contengono?  
#3000GARAGEN cerca di rispondere a queste domande insieme alle comunità dei garage di Chemnitz e ad esperti di design, architettura e studi culturali. Dal 2022 le rimesse sono al centro di un piano di sviluppo municipale che incentiva a ospitarvi eventi comunitari e culturali; e a tre anni di distanza se ne indagano i possibili sviluppi e l’ulteriore potenziale. 
All’arte contemporanea sotto forma di scultura è invece dedicato The Purple Path Art and Sculpture Trail, progetto che coinvolge oltre a Chemnitz, 38 comuni della regione. Un museo di sculture a cielo aperto sviluppato lungo un sentiero che collega gli spazi pubblici di 39 città, fra cui Mittweida, Schwarzenberg, Glauchau, Seiffen, Freiberg e Schneeberg, con opere di artisti internazionali come: Sean Scully, Jay Gard e Stijn Ank, e artisti sassoni tra cui Jana Gunstheimer e Olaf Holzapfel. Lungo il percorso si apprende la storia della regione, legata all’estrazione mineraria e all’industria; allo sfruttamento e al profitto; all’emarginazione e alla solidarietà. Una storia in bilico tra precarietà e innovazione che continua ancora oggi. Le opere sono collocate su terreni industriali abbandonati, nelle stazioni ferroviarie, sulle rive dei fiumi; persino nei canali di vecchi mulini, in castelli o vecchie chiese. Il sentiero punta a incrementare il turismo degli escursionisti anche oltre il 2025. 

Edvard Munch. Die Einsamen, 1906-8. Busch-Reisinger Museum, Cambridge
Edvard Munch. Die Einsamen, 1906-8. Busch-Reisinger Museum, Cambridge

Le mostre al Kunstsammlungen Chemnitz 

Nell’anno della Capitale Europea, il Kunstsammlungen Chemnitz ha varato un cartellone con mostre di grande significato artistico e sociale. La prima, Reform of Life & Henry van de Velde in the middle of it, visitabile fino al 2 marzo, riscopre la figura dell’artista belga, fra i principali esponenti dell’Art Nouveau. Henry van de Velde a Chemnitz progettò due ville, un tennis club, decorò diverse abitazioni; a Bruxelles diresse la scuola di arte visive La Cambre e gettò le basi per il Werkbund e il Bauhaus. La mostra ne ripercorre la carriera, con bozzetti, opere e materiale d’archivio in confronto con William Morris, Richard Riemerschmid, Marianne Brandt, Otti Berger e si sviluppa fra il Museo e Villa Esche, la cui collezione di 130 lavori rappresenta una parte cospicua dell’opera di van de Velde. 
Dal 27 aprile sarà la volta di European Realities. Realism movements of the 20 and 30s in Europe, la prima retrospettiva in assoluto sulle varie declinazioni del Realismo Europeo; con circa 300 opere provenienti da 20 paesi, dal Nuovo Realismo al Realismo Mágico, passando per la Pittura Metafisica. Un percorso lungo il primo Novecento, che l’Europa attraversò tra povertà e ricchezza, sviluppo economico e progresso civile, guerre e sofferenze. 
Il cartellone prosegue in modo filologico il 10 agosto, con Anguish, che riflette sul concetto di angoscia a partire da opere di Edvard Munch fino ai giorni nostri; le tele del maestro norvegese dialogheranno con Marina Abramović, Monica Bonvicini, Michael Morgner, Osmar Osten, Neo Rauch e altri artisti, analizzando i modi in cui la società affronta i periodi di crisi. 

Villa Esche, il salone della musica. Courtesy Kunstsammlungen Chemnitz-PUNCTUM-Hans-Christian Schink
Villa Esche, il salone della musica. Courtesy Kunstsammlungen Chemnitz-PUNCTUM-Hans-Christian Schink

Villa Esche a Chemnitz 

Villa Esche, gioiello d’architettura Art Nouveau, fu progettata nel 1902 dall’architetto e designer belga Henry van de Velde per l’imprenditore tessile Herbert Esche come residenza familiare. Fu il primo progetto architettonico realizzato da van de Velde in Germania e rappresenta un’opera d’arte totale dell’Art Nouveau; uno dei capolavori architettonici di Chemnitz che include una rimessa per l’automobile di famiglia, una serra vetrata e un appartamento per il giardiniere. La preferenza di Van de Velde per le linee curve alternate alle forme geometriche si nota in molti dettagli della casa. L’architetto adottò uno stile volto a superare l’aspetto puramente decorativo e ornamentale e a sostituire le forme tradizionali dello storicismo. 
La Villa fu sede del comando militare sovietico nel 1945; edificio residenziale dal 1947; sede della STASI dal 1952 al 1964; istituto scolastico fino al 1989. Restaurata tra il 1998 e il 2001, ospita oggi il Museo Henry van de Velde, come sede distaccata del Kunstammlungen Chemnitz. L’area museale comprende la sala da pranzo e il salone della musica, con i mobili originali della famiglia Esche al piano terra, e l’esposizione permanente al piano superiore con dipinti della collezione cittadina e di collezioni private. 

Il nuovo volto di Chemnitz 

La città di Chemnitz sta cambiando e anche l’anno come Capitale Europea della Cultura è parte di un progetto di sviluppo urbano più ampio. Ben trenta siti cittadini sono in fase di trasformazione: dalla tradizionale Hartmannfabrik (attuale ufficio turistico e centro informazioni), a un’ex area ferroviaria, lungo il fiume Pleißenbach, destinata a diventare un parco in cui si svolgeranno mercatini di Natale e feste pubbliche. Il termine “aree di intervento” copre progetti infrastrutturali collegati al programma Chemnitz 2025. Non solo spazi per eventi ma luoghi la cui trasformazione potrà avere un impatto di vasta portata sulla comunità cittadina; in cui artisti e creativi potranno scoprire e sviluppare le proprie capacità, incontrando i colleghi e la comunità, in un dialogo che contribuirà con nuove idee alla crescita civile della città. 

Niccolò Lucarelli 

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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