Nuovi scenari per i musei di Vienna. Intervista al nuovo direttore del Kunsthistorisches Museum

Un museo più aperto e accessibile, tra arte contemporanea e antichi maestri. Di questa visione per il futuro abbiamo parlato con Jonathan Fine, nuovo direttore del museo del più importante di Vienna

Jonathan Fine, storico dell’arte ed avvocato statunitense, con un curriculum accademico nelle più prestigiose università americane, già direttore del Welt Museum di Vienna ha presentato il suo programma come nuovo direttore del Kunsthistorisches Museum di Viennanella maestosa sala del Theater Museum. Una scelta strategica per sottolineare la volontà di rafforzare la rete dei musei federali dell’associazione KHM-Museumsverband con il motto: “ReMastering KHM: aperto, accessibile, eccellente”.

Intervista al nuovo direttore del Kunsthistorisches Museum di Vienna

Quando era direttore del Welt Museum ha promosso molte mostre d’arte contemporanea. Anche il Kunsthistorisches Museum negli ultimi anni ha creato un dialogo tra antichi maestri e artisti contemporanei attraverso mostre come quella di Edmund de Waal, ceramista e autore del celebre romanzo Un’eredità di avorio e ambra, e la più recente mostra su Georg Baselitz. Avete intenzione di continuare in questa direzione?
L’arte contemporanea giocherà un ruolo importante come ponte verso i maestri antichi e le nostre splendide collezioni. Il Theseustempel – un tempio neoclassico di fronte al Parlamento austriaco – è un luogo di spicco per la presentazione ogni anno di una nuova opera d’arte contemporanea a Vienna. Desidero che continui a essere uno spazio pubblico importante per opere contemporanee e liberamente accessibile. A maggio, per esempio, ospiterà un’opera di Shannon Alonzo, un’artista interdisciplinare il cui lavoro attinge a piene mani dalle foto d’archivio dei Caraibi. Il Welt Museum continuerà a esporre opere d’arte contemporanea di spicco, sia nella mostra Who’s Wearing the Pants?, che in quella allestita nello spazio interdisciplinare e liberamente accessibile zam.

Lei immagina il museo come uno “spazio di collegamento”. Come intende innovare la fruizione delle collezioni?I nostri musei devono essere accoglienti e accessibili a tutti i visitatori austriaci e internazionali. Questa idea animerà i nostri programmi museali.  Concepisco i musei come spazi che contribuiscono a far incontrare le persone al di là dei confini sociali e culturali. Voglio anche accrescere la collaborazione tra i musei del KHM-Museumsverband – il Weltmuseum Wien, il Theatermuseum e il Kunsthistorisches Museum – per allestire mostre interessanti e stimolanti.

Jonathan Fine
Jonathan Fine

È in programma anche l’esposizione delle collezioni in altre province austriache in collaborazione con i musei locali. Può parlarci di questo interessante progetto?I capolavori del Kunsthistorisches Museum, Weltmuseum Wien e del Theatermuseum costituiscono un tesoro mondiale situato a Vienna. Quindi, penso che sia necessario renderlo fruibile anche a coloro che risiedono in altri luoghi dell’Austria. Per questo motivo vogliamo esporre le collezioni nelle provincie, non solo al Castello di Ambras di Innsbruck, ma anche collaborando con gli altri musei su progetti creativi.

La ricerca diventerà sempre più importante anche nella gestione dei musei. Come pensa di migliorare lo status del KHM-Museumsverband come luogo di ricerca a livello internazionale?Voglio confermare, ancora una volta, il KHM-Museumsverband come un’importante istituzione all’avanguardia nella ricerca museale e promuovere l’eccellenza dei nostri progetti di ricerca. I musei sono i mezzi di comunicazione di massa per lo studio e la ricerca. Possono raggiungere un numero maggiore di persone rispetto alle università, perché hanno gli strumenti per trasmettere idee complesse a un pubblico più vasto. Abbiamo in programma di creare nuove posizioni per curatori junior e istituire borse di studio per i curatori emergenti.

Più in generale, come vede il futuro culturale di Vienna?Nel loro insieme, le collezioni viennesi sono eccezionali rispetto a quelle conservate in altre parti del mondo. È un dato di fatto. In futuro, credo che la nostra forza consisterà nella promozione delle stesse e in progetti di collaborazione con altri musei della città.

Giorgia Losio

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Giorgia Losio

Giorgia Losio

Giorgia Losio, nata a Milano, è storica dell’arte e appassionata di design. Ha studiato storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano e si è specializzata in storia e critica dell’arte contemporanea all’Université Sorbonne Paris-IV e in museologia e museografia…

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