Tutte le mostre da vedere a Madrid durante la settimana della fiera Arco 2025 

E come ogni anno, il periodo della fiera si rivela perfetto per una visita a Madrid che si accende con eventi artistici di ogni genere. Ecco una panoramica delle mostre da non perdere…

La settimana di ArcoMadrid – fiera internazionale dell’arte contemporanea, in programma dal 5 al 9 marzo – è come sempre un’ottima occasione per visitare mostre ed eventi culturali in città. Tra musei e istituzioni pubbliche o private, l’offerta è davvero ampia, ricorrono i nomi di artisti presenti in fiera e non manca qualche significativa proposta italiana. Molti gli spazi a ingresso libero, ad eccezione dei grandi musei.  

Federica Lonati 

OTROS SURREALISMOS Marcel Jean, Armario Surrealista, 1941, Musée des Arts Decoratifs, Parigi. Fundación Mapfre
OTROS SURREALISMOS Marcel Jean, Armario Surrealista, 1941, Musée des Arts Decoratifs, Parigi. Fundación Mapfre

“Altri Surrealismi” alla Fondazione Mapfre 

La Fondazione Mapfre celebra con un evento eccezionale i cento anni dalla pubblicazione del primo Manifesto Surrealista di André Breton. È una nota accademica spagnola, Estrella De Diego, la curatrice della mostra Otros Surrealismos, che fa tappa a Madrid dopo essere stata già al Beaux Arts di Bruxelles e al Pompidou di Parigi (per approdare prossimamente a Amburgo e a Filadelfia).  Con oltre duecento opere, tra cui molti prestiti internazionali, la mostra racconta in maniera approfondita gli aspetti chiave, e non solo, di questa corrente artistica nata nei primi anni del Novecento. De Diego propone una visione “alternativa” al Surrealismo canonico, lontana dai dettami di Breton e geograficamente distante da Parigi. Attraverso la guida di una serie di figure femminili – Gala, Remedios Varo, Toyen, Leonora Carrington e Maruja Mallo – esplora la varietà di risposte creative ai margini del movimento: in Belgio, Spagna, America Latina (soprattutto Argentina e Messico), senza tuttavia tralasciare i grandi nomi come Magritte, Max Ernst, Dalí, Delvaux e Tanguy.  
(Fino all’11 maggio) 

Fundación Mapfre, Paso de Recoletos 23.  
www.fundacionmapfre.org  

SECUNDINO HERNÁNDEZ EN OBRAS (c) Jonás Bel- Sala Alcalá 31
SECUNDINO HERNÁNDEZ EN OBRAS (c) Jonás Bel- Sala Alcalá 31

Secundino Hernández nella Sala Alcalá 31 

Secundino Hernández (Madrid, 1975) è uno degli artisti spagnoli della generazione di mezzo con maggiore traiettoria internazionale, che negli ultimi anni ha triplicato le sue quotazioni grazie all’interesse suscitato nei grandi collezionisti di area latino-americana. La prima retrospettiva nella sua città è anche l’occasione per conoscere da vicino il percorso di un artista formatosi in ambito tedesco che risente, oltre che dell’estetica dell’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg, dell’influenza di figure come Albert Ohlen e Martin Kippenberg. Secundino Hernández. En obrasallestita nella Sala Alcalá 31, sede culturale della Comunità di Madrid, in un edificio art déco che di per sé vale la visita – è un viaggio nell’universo multicolore di un artista che predilige le grandi dimensioni della tela, ma riesce ad esprimersi anche su micro-tavolette; che utilizza un linguaggio pittorico astratto, ma dalla materialità concreta, quasi tattile; in grado di creare corpi, forme e immagini solo attraverso giochi di contrasto fra la tela bianca, il colore o la carta. Oltre 70 le opere in mostra, molte provenienti da collezioni private. Intensi anche i ritratti di piccolo e medio formato, che richiamano la tradizione classica riletta in chiave psicologica.  
(Fino al 20 aprile) 

Sala Alcalá 31, calle Alcalá 31. Ingresso libero 
www.comunidaddemadrid.org   

Pol Taburet, Fundacion Sandretto
Pol Taburet, Fundacion Sandretto

Pol Taburet alla Fundación Sandretto Re Rebaudengo

La prima mostra spagnola del ventisettenne artista francese Pol Taburet è nell’avamposto madrileno della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Intitolata Oh, si os pudiera escuchar / Oh, If Only I Could Listen e curata da Hans Ulrich Obrist, la mostra prende corpo a partire da dieci dipinti dell’artista, affiancati da una selezione di suoi disegni. Le figure dipinte da Taburet sono creature mutanti e decisamente disturbanti, fantasmi risultanti dallo studio meticoloso delle Pitture Nere di Goya conservate al Museo del Prado.
(Fino al 20 aprile)

Pabellón de los Hexágonos de la Casa de Campo de Madrid, Moncloa-Aravaca
https://lacasadecampo.es/2021/02/19/pabellon-de-los-exagonos/

Bernardì Roig, MAN
Bernardì Roig, MAN

Bernardì Roig al Museo Archeologico 

Il Museo Archeologico Nazionale (MAN) presenta un inedito dialogo spazio/tempo. Si intitola Caps y Bous. El tercer cuerno l’intervento di Bernardì Roig (Palma di Maiorca, 1965) tra i reperti archeologici della penisola iberica. Il noto artista spagnolo, già presente alla Biennale di Venezia del 2011, con la sua acuta carica concettuale ha creato sei opere ex professo per gettare uno sguardo nuovo, critico e forse anche un po’ estraniante, sullo spazio contemporaneo del museo e il suo ricco contenuto di antichità storiche e protostoriche. Nel patio iberico la presenza di Roig vuol essere una riflessione su una vicenda propria di Maiorca, la sua isola natale. Il titolo allude, infatti, ai tori di Costitx, località maiorchina dove sono stati rinvenuti tre pezzi in bronzo della cultura Talayotica (sec. V-III a.C.), dotati di imponenti corna. Nel patio romano, invece, le teste di Roig e i suoi disegni dialogano con i busti d’epoca imperiale. Il Man – che tra l’altro ospita la famosa Dama de Elche, uno dei reperti più importanti della civiltà iberica – è stato rinnovato da pochi anni e offre una museografia moderna, visivamente molto stimolante.  
(Fino al 25 maggio) 

Man, Museo archeologico nazionale, calle Serrano 13 
www.man.es 

Museo Thyssen, TBA21, Tarek Atoui At Tariq
Museo Thyssen, TBA21, Tarek Atoui At Tariq

Guardi, Proust e l’arte sonora di Tarek Atou al Thyssen 

Il Museo Thyssen Bornemisza alterna proposte espositive classiche a novità del contemporaneo. Tra le sale al primo piano sono esposti 18 meravigliosi dipinti di Francesco Guardi provenienti dalla Fondazione Gulbenkian di Lisbona, che dialogano con Canaletto e Bellotto della collezione permanente. L’ultimo dei grandi vedutisti veneziani ritrae la città lagunare su tele di medio e piccolo formato, con uno stile diafano, meno classicista, ottenendo effetti atmosferici sorprendenti grazie a una pennellata svelta, libera, quasi già impressionista.
(Fino all’11 maggio)

Di altri paesaggi, quelli sonori, tratta invece la mostra AT-Tariq, allestita nella sala sotterranea. L’artista franco libanese Tarek Atoui (Beirut, 1980) espone per la prima volta a Madrid su invito della Fondazione TBA21 di Francesca Thyssen. Il progetto, realizzato in tre anni di studi e di incontri, esplora le tradizioni musicali e artigianali del mondo arabo e del Nord Africa. Il risultato è un’installazione che va oltre l’esperienza sonora tradizionale e crea un paesaggio visivo e uditivo ricco di suggestioni.  
(Fino al 18 maggio) 

Museo Thyssen Bornemisza, Paseo del Prado 8 
www.museothyssen.org  

Laia Estruch, Centro de Arte Museo Reina Sofía
Laia Estruch, Centro de Arte Museo Reina Sofía

Hughette Calard e Laia Estruch al Reina Sofia 

Doppia presenza femminile nelle sale espositive del Centro d’Arte Reina Sofia. La retrospettiva Huguette Calard – Una vita in poche linee è la prima dedicata all’artista libanese in Europa, a pochi anni dalla sua morte (Beirut, 1931-2019). Organizzata con il Deichtorhallen di Amburgo, presenta circa 300 opere, molte inedite, provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo. Per ragioni di instabilità geopolitica, mancano però 33 prestiti di istituzioni e collezioni libanesi, che avrebbero completato il racconto di una delle artiste più vitali e anticonformiste della sua epoca. Enigmatica e trasgressiva, Huguette si dedica alla pittura e al disegno, al collage, alla scultura e alle opere tessili esplorando molteplici linguaggi, in costante dialogo fra astrazione e figurativismo
(Fino al 25 agosto) 

Hello everyone è il titolo della prima personale in un museo pubblico di Laia Estruch (Barcellona, 1981), fra i nomi più interessanti della scena artistica catalana. Curata dal collettivo Latitudes (Max Andrews e Mariana Cánepa Luna), è un percorso attraverso installazioni colorate di grande formato, fatte di metallo, pneumatici e materiale tessile, che nascono come scenari per le sue performance. La mostra riunisce 27 opere realizzate dal 2011 a oggi, integrate da video grafica e partiture musicali. Una mostra da vivere in prima persona, sperimentano l’interazione fra elementi industriali, sonori e spaziali
(Fino al primo settembre) 

Museo nazionale Centro d’arte Reina Sofia, calle de Santa Isabel 52,
www.museoreinasofia.es  

LUCA BERTOLO, Atardecer en un bosque de abedules, 2022 IIC Madrid
LUCA BERTOLO, Atardecer en un bosque de abedules, 2022 IIC Madrid

Luca Bertolo e Giulio Paolini all’Istituto di Cultura 

Dietro l’opera è il titolo della mostra che si apre l’8 marzo all’Istituto Italiano di Cultura, curata da Elena Volpato, e organizzata in collaborazione con la Gam e la Fondazione Torino Musei. Protagonista è l’inedita coppia formata dal maestro dell’avanguardia Giulio Paolini (Genova, 1940) e da Luca Bertolo (Milano, 1968), uno dei pittori italiani più acuti e interessanti. Pur appartenendo a generazioni diverse, propongono un dialogo aperto e stimolante intorno a tre aspetti ricorrenti nella loro produzione: la relazione fra recto e verso sulla tela; l’ambiguo statuto dell’immagine della bandiera; e, infine, la rappresentazione dell’assenza. Le sale del Palacio de Abrantes, antica dimora nel centro storico sede dell’IIC di Madrid, ospitano installazioni, dipinti e opere concettuali realizzate da entrambi gli artisti e datate tra il 1963 e il 2024.  
(Fino al 10 maggio) 

Istituto Italiano di Cultura, calle Mayor 86, ingresso libero 
www.iicmadrid.esteri.it  

Rafael Canogar. CentroCentro, amapolacreativa
Rafael Canogar. CentroCentro, amapolacreativa

“Rafael Canogar” e altre mostre a CentroCentro 

CentroCentro, spazio espositivo del Comune di Madrid, ospita una serie di mostre suddivise nei piani del Palacio de Cibeles, ex sede centrale delle poste spagnole disegnato dall’architetto Antonio Palacios nel 1919. Fra le tante proposte, la più significativa è l’antologica dedicata a Rafael Canogar (Toledo, 1935), esponente di spicco dell’avanguardia spagnola e fra i protagonisti del gruppo El Paso (1957), insieme ad Antonio Saura e Manolo Millares. Realidades (Obras 1949-2024) è una raccolta di pezzi che provengono perlopiù dalla collezione personale dell’artista, una sessantina in tutto fra dipinti, collage e rilievi scultorici che raccontano l’evoluzione di questo maestro dell’informale, tuttora in attivo.
(Fino al 18 maggio) 

Negli altri piani dello stesso edificio sono allestite diverse proposte artistiche: un’installazione site specific di Mar Solís (4 piano); un intervento sensoriale di Almudena Lobera (2 piano); BufetLibre, rassegna dedicata a Fueradcarta, progetto editoriale madrileno di libri d’artista (3 piano); Trópico sin tópicos, mostra fotografica dedicata all’Amazzonia; e, infine, Pasajeras, selezione di ritratti di donne della cultura spagnola, opera di Antonia García de La Vega.  

CentroCentro, Plaza Cibeles, ingresso libero  
www.centrocentro.org  

Ca2m Mostoles. Jorge Satorre, Museo CA2M. Foto SuePonce
Ca2m Mostoles. Jorge Satorre, Museo CA2M. Foto SuePonce

El Messicano Jorge Satorre e altre proposte al Ca2m di Mostoles 

Merita sempre una visita il Centro de arte Dos de Mayo di Móstoles, cittadina della cintura periferica di Madrid. Il museo custodisce la collezione d’arte contemporanea della Comunità di Madrid ed è un’ottima incubatrice per giovani artisti e curatori. Gli ampi spazi del Ca2m sono in grado di ospitare in contemporanea tre o più mostre, con opere anche di grande formato. Come la prima monografica in Spagna di Jorge Satorre (Città del Messico, 1979), che si intitola Ría ed è curata dal collettivo Latitudes (lo stesso di Laia Estruch, al Reina Sofía). Si tratta di un’ampia panoramica sulla pratica concettuale dell’artista messicano, che dopo l’apprendistato come illustratore editoriale, si occupa della storia “minore”, del patrimonio immateriale dei costumi e della trasmissione orale delle storie sociali.
(Fino al 31 agosto) 

È una collettiva con opere proprie e altrui Flor di Hispania, ideata dall’artista David Bestué (Barcellona, 1980) che esplora Madrid, con i suoi simboli e i suoi topici, attraverso oggetti e installazioni di artisti madrileni, della collezione della Comunità del Ca2m. A Mostoles è allestita, infine, Humores y Espesores, titolo della personale di Rodríguez-Méndes, artista gallego (Pontevedra, 1968) che dalla scultura classica è giunto a un creare installazioni anche monumentali, difficili da classificare.  
(Fino al 12 ottobre) 

Ca2m. A Móstoles, avenida de la Constitución 23, ingresso libero  
www.ca2m.org  

La Suite Vollard de Picasso y el grabado en la Colección del Museo ICO. Photo Julio César González
La Suite Vollard de Picasso y el grabado en la Colección del Museo ICO. Photo Julio César González

La Suite Vollard al Museo Ico 

La Fondazione Ico è un’emanazione diretta dell’Istituto Ufficiale di Credito dello stato spagnolo che, negli anni Ottanta e Novanta, ha acquisito una vasta collezione di opere d’arte. Fra la raccolta di grafiche c’è la Suite Vollard di Pablo Picasso, serie di incisioni che Picasso realizzò tra il 1930 e il 1937 come merce di scambio con il mercante d’arte Ambroise Vollard. Il Museo Ico (situato a pochi passi dal Thyssen) espone ora questo capolavoro, che riunisce i temi chiave dell’opera di Picasso, insieme a stampe, disegni e dipinti di artisti spagnoli della seconda metà del Novecento. Tra questi, Rafael Canogar, Juan Genovés, Manolo Valdés, Miguel Angel Campano, Arroyo e Dario Villalba, ossia il meglio della produzione artistica spagnola della postguerra civile, con opere mai esposte prima in pubblico.  
(Fino al 20 luglio) 

Museo Ico, calle Zorrilla 3, ingresso libero,
www.fundacionico.es  

Fondación Juan March. Josef Albers
Fondación Juan March. Josef Albers

Il Colore nell’astrattismo alla Fondazione Juan March 

La Fondazione Juan March – istituzione culturale dipendente dall’omonima banca privata – è solita presentare mostre di notevole interesse storico e artistico. Hay que verlo. L’autonomia del colore nell’arte astratta è un percorso approfondito nella creatività del XX e XXI secolo, dove il colore è un elemento essenziale e strutturale. Da Malevic a Olafur Eliasson, da Rosa Brun a Teresa Lanceta, Ives Klein e Fontana, sono molti gli artisti che usano il colore come mezzo espressivo privilegiato, impiegando tecniche plastiche diverse: pittura, disegno, scultura, ma anche ceramica e tessuto, fotografia, video e persino il cinema.  Tra le installazioni site specific, anche Coloramas, un primo esperimento immersivo sui fondamenti fisici del colore.
(Fino all’8 giugno)

Fundación Juan March, calle Castellò 77, ingresso libero
www.march.es  

Sigmar Polke al Museo del Prado
Sigmar Polke al Museo del Prado

Sigmar Polke al Prado 

È raro imbattersi in arte contemporanea al Prado. Per statuto, infatti, il grande museo spagnolo espone solo opere di artisti nati entro e non oltre il 1881 (anno della nascita di Picasso). Negli ultimi tempi, però, la direzione ha deciso di ospitare alcuni artisti del nostro tempo che si sono ispirati o confrontati direttamente con le collezioni storiche del museo. È il caso di Sigmar Polke. Affinità svelate, un dialogo affascinante, ma complesso fra la tradizione pittorica spagnola e l’universo di segni grafici del pittore tedesco. In particolare, Polke (1941-2020), che era solito frequentare il Prado, ha subíto l’influenza di Goya. Ecco perché la mostra si apre con la straordinaria tela Le vecchie e il tempo (1810-12), prestito del Museo di Lille e per la prima volta esposta a Madrid. È questo, infatti, il capolavoro di Goya che più di ogni altro ha influito sull’arte di Polke, che lo ha studiato a lungo, anche ai raggi X, alla ricerca del senso profondo della sua pittura. Una quarantina di opere dell’artista tedesco svelano la forza visionaria e l’espressività dirompente della sua pittura, che sembra emergere dall’eredità del passato.
(Fino al 16 marzo)

Museo del Prado, calle del Prado s/n.
www.museodelprado.es  

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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