Il TIME dedica una cover d’artista al Russiagate. Intrecci visionari tra Cremlino e Casa Bianca

L’ultima copertina del Time ha fatto scalpore tra i social. Immagine eloquente che intreccia una storica architettura russa e la dimora del presidente Trump. Ombre tra i palazzi…

Copertina d’artista per il TIME, piombata in Rete col fragore di una bomba. Provocatoria, calata nell’attualità più scottante, con la sapienza creativa e visionaria del noto studio di grafica, animazione e illustrazione Brobel Design. La mente e la mano, in particolare, sono del talentuoso Ed Gabel. Lo scandalo è quello relativo ai rapporti sommersi tra Putin e Trump, e alle presunte interferenze del governo russo nell’esito delle elezioni americane, su cui l’Fbi ha aperto un fascicolo. A complicare le cose, ultimamente, il licenziamento improvviso dell’ormai ex capo dell’Fbi James Comey, nominato da Barack Obama nel 2013. Notizia appresa dall’interessato su un notiziario tv: una doccia gelata. E il pensiero è subito andato alla richiesta di maggiori fondi per le indagini sul Russiagate, avanzata da Comey. Pare addirittura che Trump gli avesse intimato di fare un passo indietro e di porre fine all’inchiesta: illazioni ovviamente respinte al mittente. E parla su Twitter, Trump, della “più grande caccia alle streghe contro un politico nella storia americana“. Intanto il Dipartimento di Giustizia ha affidato l’inchiesta a un procuratore speciale, l’ex capo dell’Fbi Robert Mueller. Quanto alla defenestrazione di Comey, l’inquilino della Casa Bianca tira fuori altre motivazioni, ovvero la presunta gestione fallimentare delle indagini sull’emailgate di Hillary Clinton. Ma il rumore delle unghie sui vetri si sente da lontano. Davvero la faccenda del Cremlino non c’entra nulla?

Trump e Putin, foto geopolitica.info

Trump e Putin, foto geopolitica.info

LA CASA BIANCA COME UNA CATTEDRALE RUSSA

La copertina del TIME pare metterla proprio in tutt’altro modo. Nell’efficace illustrazione digitale di Ed Gabel la Casa Bianca viene assalita e contaminata dai minareti della Cattedrale di S. Basilio, gioiello edificato sulla Piazza Rossa di Mosca, con le torri di mattoni rossi e le cupole variopinte a inghiottire l’edificio presidenziale dalla forgia palladiana. La White House incapsulata, via via, da un’architettura sovietica. Tra campagne di disinformazione e fakenews, la strategia della Russia per influenzare il voto e distorcere i meccanismi della democrazia americana è ancora tutta da provare. Certo è che questo tipo di incidenza darebbe a Putin un potere straordinario. Con l’Europa, nel mezzo della sua peggiore crisi politica ed economica, a subirne il colpo e il peso. E lo spettro della terza Guerra Mondiale ad aleggia, mentre tornano le parole di Trump pronunciate durante il suo giuramento: “questa carneficina deve finire”, aveva detto, riferendosi con enfasi ‘pulp’ ai problemi che affliggono la società americana. Finire ad ogni costo. A costo di muri, isolazionismi, protezionismi, razzismi. E aggiungendo: “Cercheremo l’amicizia con le nazioni del mondo, ma con la consapevolezza che è diritto di ogni nazione mettere i propri interessi davanti a tutto. Rinforzeremo le vecchie alleanze e ne formeremo di nuove per unire il mondo civilizzato contro il terrorismo degli estremisti islamici, che cancelleremo dalla faccia della Terra”. L’asse USA-Russia, rinvigorito dal patto anti-ISIS dopo l’attentato a San Pietroburgo dello scorso 3 aprile, è già una realtà.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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