La pubblicazione di un nuovo libro sulla storia artistica di una città irrequieta e generosa come Napoli, “cervello d’Italia” a detta di Gillo Dorfles, è un ulteriore traguardo di storicizzazione e catalogazione dell’arte odierna che lascia sperare, che avanza ipotesi su un futuro luminoso.
Nato da uno studio approfondito e stabile che il Dipartimento di ricerca del Madre, coordinato da Vincenzo Trione e formato da un team di valorosi studiosi (Olga Scotto di Vettimo, Alessandra Troncone, Loredana Troise), ha avviato, sin dal 2013, anno in cui è stato nominato direttore generale del museo Andrea Viliani, l’Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-2016 (edito da Electa) disegna brillantemente i punti cardinali di un’atmosfera preziosa, di un territorio artisticamente e teoricamente munifico.
Predecessori illustri di questo articolato volume che mira a rubricare dati e date, Napoli ad Arte 1985-2000 (1999) e Napoli. Un racconto d’arte 1954/2000 (2002) di Angelo Trimarco sono, assieme a Napoli presente. Posizioni e prospettive dell’arte contemporanea, catalogo della mostra organizzata (dal 26 novembre 2005 al 26 febbraio 2006) dall’allora direttore Lóránd Hegyi al PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, triumvirato imprescindibile per chi ha voglia di comprendere le gioie e i dolori di un territorio unico.
Tuttavia l’Atlante, che va a creare oggi un quadrato riflessivo con questi tre volumi – quasi introvabili, se non in qualche sparuta libreria di provincia –, annovera al suo interno una mappatura prodigiosa di nomi, di luoghi, di occasioni, di immagini e di riviste che da Napoli si schiudono verso il dibattito internazionale.
“Certo però che su questo raffinato Atlante, da conservare e da consultare all’occorrenza, un po’ di polemiche non sono mancate”.
Accanto alle sezioni più strettamente critiche e filologiche che tracciano un percorso puntuale sugli Artisti, sulle Gallerie, associazioni e spazi indipendenti, sulle Istituzioni pubbliche e fondazioni, sulle Mostre (sfilano, ad esempio, Annali delle Arti, Le costanti nell’arte, Resistenze, Sistema Binario), la parte conclusiva, Album: immagini di una storia, “propone una narrazione visiva di alcuni tra i principali eventi espositivi che hanno scandito le vicende dell’arte a Napoli e in Campania tra il 1966 e il 2016”. In questo capitolo rilassante e piacevole, tra le foto, di tanto in tanto, alcuni testi di importanti scrittori del calibro di Dostoevskij, Manganelli o Sanguineti si presentano allo sguardo del lettore – come intervalli radiosi – per offrirgli una pausa riflessiva. Tra questi ce n’è uno di Curzio Malaparte, tratto dal suo dolorosissimo libro del 1959, La pelle, dove Napoli è definita “un mondo”: “Napoli è la più misteriosa città d’Europa, è la sola città del mondo antico che non sia perita […]. Napoli è una Pompei che non è mai sepolta. Non è una città: è un mondo. Il mondo antico, precristiano, rimasto intatto alla superficie del mondo antico. Non potete capire Napoli, non capirete mai Napoli”.
QUALCHE POLEMICA
Certo, su questo raffinato Atlante, da conservare e da consultare all’occorrenza, un po’ di polemiche non sono mancate: in particolare naturalmente da parte di alcuni artisti che sono andati alla ricerca del proprio nome senza trovarlo. In molti non hanno mostrato attenzione, però, a una primissima parte del volume dove, accanto a Cantiere Napoli, saggio di Trione che fa da viatico all’intero disegno, e a una pagina Sul metodo, è presente, a pagina 43, un paragrafo importante (Sui criteri), che non solo spiega l’ossatura del progetto, ma avvisa anche che si tratta del punto di partenza – ecco una positura degna di nota, nonché sintomo di serietà – di un costante aggiornamento: “l’Atlante”, e questo (ribadiamolo) è davvero un grande punto a suo favore, “esce anche in versione ebook, periodicamente aggiornato” da un “Dipartimento di ricerca” che lavora.
‒ Antonello Tolve
Vincenzo Trione (a cura di) ‒ Atlante dell’Arte Contemporanea a Napoli e in Campania 1966-2016
Electa, Milano 2017
Pagg. 1088, € 120
ISBN 978889181084
www.electa.it
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