Educazione e arte. Il libro di Maria Rosa Sossai
Una conversazione tra Maria Rosa Sossai, autrice del libro di recente pubblicazione “Vivere insieme. L’arte come azione educativa”, edito da Torri del Vento, e l’artista Paola Gaggiotti, il cui campo di ricerca riguarda le pratiche artistiche ed educative.
Un aspetto interessante del tuo libro è la sua doppia natura: di manuale nella prima parte, con una struttura storico cronologica, in cui le sperimentazioni radicali nel campo della pedagogia incontrano l’arte a partire dal Novecento sino a oggi, e di strumento di lavoro nella seconda parte, con una serie di esercizi-istruzioni di artisti che hanno a cuore questi temi.
Sin dall’inizio avevo pensato che fosse importante sviluppare entrambi gli aspetti, in modo tale da rendere il libro utile.
Quale cambiamento auspichi avvenga in chi leggerà Vivere insieme? Te lo chiedo perché a me ha dato la sensazione che volesse stimolare un cambiamento non solo di tipo educativo, ma anche relazionale.
I due cambiamenti non sono mai disgiunti. Apprendere vuol dire cambiare la propria visione del mondo, anche se di poco e questo cambiamento cambia anche il modo in cui ci relazioniamo agli altri. Mi sono spesso chiesta come nasce lo stimolo al cambiamento e all’apprendimento. Negli artisti lo stimolo viene esercitato nel momento della creazione delle opere. E nelle altre persone? L’ipotesi di partenza quindi era l’idea che tutti noi possiamo avere un apprendimento creativo. Ed è l’arte relazionale che, più di altre forme artistiche, è adatta a questo tipo di processo formativo.
Credi quindi che l’arte possa cambiare lo stato dell’educazione e del sociale?
Sì, nel momento in cui esercita la sua forza liberatoria. Mi sono accorta che ogniqualvolta ci troviamo in un processo creativo, singolo o collettivo, diventiamo consapevoli della nostra forza.
Qual è l’esercizio che ti ha segnato di più?
Sono legata sentimentalmente alla genesi di un esercizio del collettivo ALAgroup, Ognuno ha il festival che si merita. Eravamo in procinto di partire per Maranola, un paesino vicino Formia dove si svolge il festival Seminaria. Quando ci siamo resi conto che sarebbe stato un viaggio troppo lungo, per reagire al sentimento di forte delusione che provavamo, abbiamo deciso lì per lì di organizzare il nostro festival al tavolino di un bar a pochi chilometri da Roma. Abbiamo invitato Foucault, Barthes, Saint-Exupéry, altri e sono tutti venuti. È stato un successo e un grande insegnamento. Abbiamo letto i loro testi e abbiamo disegnato e scritto sulle tovagliette di carta.
A chi è rivolto il libro e come può essere usato nelle scuole?
Chiunque abbia in mano il libro può fare gli esercizi che sono stati adottati da una classe del liceo artistico Caravaggio di Milano e da una classe dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. A Milano abbiamo già eseguito alcuni esercizi in diversi luoghi della città e giovedì 19 e venerdì 20 aprile continueremo l’esperienza con altri artisti al Quartiere Intelligente e al museo Madre di Napoli.
Alcuni giorni fa mi è capitato di fare, nell’ospedale dove lavoro, uno dei miei esercizi con una bambina in cura all’ambulatorio e il giorno dopo una ragazza, che ci aveva osservate, mi ha raccontato di averlo ripetuto con il suo nipotino. Come definiresti questa trasmissione dell’esperienza? Una forma di apprendimento?
Direi di sì. In ospedale c’è un elemento ulteriore che è la malattia. Qual è il ruolo dell’arte in un luogo di cura? L’arte è in grado di aiutare i bambini ad affrontare la paura e la sofferenza? Ed esiste un punto d’intersezione tra l’arte e la malattia? Può accadere il miracolo nell’incontro? La creazione forse può servire ad affrontare delle condizioni di vita che non avevamo prima conosciuto.
‒ Paola Gaggiotti
Maria Rosa Sossai ‒ Vivere insieme. L’arte come azione educativa
Torri del Vento Edizioni, Palermo 2017
Pagg. 380, € 22
ISBN 9788899896225
www.torridelventoedizioni.it
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