L’idea funziona. Intelligente, inconsueta, divertente, educativa, misurata sui più piccoli, tra apprendimento e gioco. Ed è curioso che in tempi di scarsissima attenzione alla storia dell’arte, da parte di programmi ministeriali che l’hanno qui e là sfoltita o comunque mai potenziata, un bel segnale arrivi da chi si occupa di editoria e scuola. Parliamo di figurine, un settore del collezionismo straordinario, già nella storia del costume italiano. Con una penetrazione sorprendente, a dir la verità, anche nel pubblico adulto.
FIGURINE MEMORIA CONDIVISA
E la liturgia della figurina, sedimento culturale ed affettivo nella memoria dei più agé, passava da quei blitz in edicola, in attesa dell’ultima uscita; dall’odore di Coccoina, la vecchia colla pastosa nel barattolino in alluminio, sostituita negli Anni ’70 dalla carta biadesiva che rivoluzionò il settore; e poi dallo scambio tra piccoli collezionisti, con quel “ce l’ho, ce l’ho, mi manca” che è diventato tormentone. Un tempo la corsa per accaparrarsi immaginette di calciatori, supereroi, personaggi dei fumetti e piccole icone da custodire, aveva un senso che oggi appare sfumato, fra tenerezza e nostalgia. L’overdose visiva incontrollata, la facilità nel recuperare qualunque immagine sul web, la virtualità e la smaterializzazione di ogni segno iconografico, rendono quel rito obsoleto, quasi superfluo. Eppure la figurina, fragile feticcio di carta su cui – ad esempio – i geniali fratelli Panini edificarono un impero, mantiene il suo charme.
IL PROGETTO SULLA STORIA DELL’ARTE
L’ultima iniziativa, lanciata grazie a un progetto socio-culturale, riguarda dunque l’arte, settore strategico per molte realtà editoriali che lavorano col mondo dell’infanzia: albi d’autore, firmati da artisti e illustratori per incantare i più piccoli con favole e racconti, giochi pedagogici, collane didattiche dedicate al mondo delle arti, ai grandi autori, alle opere e alle tecniche. E adesso, sul modello di progetti lanciati anche all’estero, arriva l’album per bambini dai 7 agli 11 anni, utile a stimolare la curiosità e la fascinazione nei confronti dei capolavori dell’arte di tutti i tempi. Si chiama Artonauti. Le figurine dell’arte ed è atteso in edicola a partire dal prossimo 15 marzo, al costo di 3 euro (con l’album subito 3 pacchetti di figurine in omaggio). Storie, aneddoti, informazioni, indovinelli e curiosità accompagnano le 64 pagine del book, in cui troveranno posto via via le immagini collezionate. Un lungo viaggio che parte dalla preistoria, con i graffiti nelle grotte di Lascaux, per proseguire con l’incanto dell’Egitto, il trionfo della statuaria greca, l’Impero Romano, poi il Medioevo, procedendo tra Rinascimento, Barocco, Neoclassicismo, Impressionismo, Espressionismo e le Avanguardie del Novecento. Da Giotto a Michelangelo, da Leonardo a Caravaggio, da Botticelli a van Gogh, una galleria sintetica tutta da spulciare e completare. Con tanto di storiella a fumetti: il cammino attraverso opere, musei e autori sarà condotto da due ragazzini, Ale e Morgana, col loro cagnolino Argo.
Unica pecca: la grafica, che lascia molto a desiderare. Tanto banale, quanto vecchia. Un po’ effetto sussidiario di scuola elementare Anni ’80. Lontana dal gusto contemporaneo e buttata un po’ lì, senza troppo impegnarsi.
UN PROGETTO CULTURALE CHE RIPARTE DALLA SCUOLA
Il progetto è firmato da WizartS.r.l.s., un’impresa sociale fondata da Daniela Re, insegnante specializzata in riabilitazione e potenziamento cognitivo, e Marco Tatarella, editore alla guida di 22Publishing: a selezionarlo e finanziarlo la Fondazione Cariplo per la quarta edizione del progetto iC – Innovazione Culturale. Un bell’esempio di interazione tra Terzo Settore e imprenditoria culturale. E citano, i due ideatori, riferimenti pedagogici importanti: da Maria Montessori a Bruno Munari, fino a Loris Malaguzzi, pionieri nel campo dell’apprendimento creativo. Ribadendo che la questione dell’arte non riguarda solo il senso del bello e dell’armonia: sono anche le capacità logiche, linguistiche ed espressive, insieme alla sensibilità e all’empatia, a venire stimolate.
Sul sito di Artonauti c’è poi una sezione dedicata ai docenti: un apposito modulo da compilare e inoltrare assicurerà un album gratuito per ogni alunno, con un pacchetto di figurine, una lettera per i genitori, un poster per la classe e delle proposte di laboratorio.
“Credo che la forza di Artonauti”, spiega Daniela Re, “risieda proprio nella storia personale di un’insegnante che ha imparato il mestiere sul campo. Ho conosciuto da vicino i colleghi insegnanti, gli alunni e i genitori e ho coinvolto tutti gli attori che vivono quotidianamente il mondo della scuola nella progettazione di questo strumento educativo. Artonauti vuole scardinare il pregiudizio che l’arte sia un argomento troppo difficile per i bambini, proponendo un gioco educativo, intelligente e divertente: è un progetto ambizioso, che punta in alto. Ma l’ambizione di Artonauti ha solide radici perché è un progetto nato sul campo, dal basso, a partire dall’esperienza di chi ha conosciuto e conosce in prima persona il mondo della scuola”.
Il Ministro dell’Istruzione Bussetti si metta in ascolto e faccia, magari, qualche riflessione. Se l’obiettivo principale è ancora una volta nelle parole di Munari – “Ci dobbiamo occupare dei bambini e dare loro la possibilità di formarsi una mentalità più elastica, più libera, meno bloccata, capace di decisioni” – l’arte resta ginnastica intellettuale preziosa. Elitaria e superflua solo nell’ingenua strategia degli adulti.
– Helga Marsala
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