Antoine Duris era un professore all’Accademia di Belle Arti di Lione. Era. Adesso fa invece il guardiasala al Musée d’Orsay di Parigi, dove, “fra i Manet e i Monet, ci si può lasciar andare a immaginare i treni che arrivano in mezzo ai quadri”.
Non è stato facile ottenere il lavoro: avete presente quando vi dicono che siete troppo qualificati? Sta di fatto che Antoine riesce nell’impresa e, “nel suo abito color discrezione”, viene assegnato a una sala della mostra temporanea dedicata ad Amedeo Modigliani, “proprio di fronte a un ritratto di Jeanne Hébuterne”. Che è poi quello riprodotto sulla bandella del libro edito da Gallimard.
L’INTRECCIO
A metà del libro, però, ci si accorge che in realtà i protagonisti sono due: c’è anche Camille, la giovane Camille, introversa e sbocciata grazie alla pittura – rapita dapprima dalla Monomane dell’invidia di Théodore Géricault, poi dal dipingere lei stessa. Qual è l’intreccio fra i due? Perché l’intreccio ci dev’essere, in fondo si tratta di un romanzo, di un romanzo di (piuttosto) largo consumo, di quelli che piacciono a noi, in cui si parla d’arte e d’artisti. Insomma, non è difficile immaginarlo: il professore all’Accademia, la giovane appassionata… Però non correte troppo con l’immaginazione, potreste figurarvi uno sviluppo troppo scontato.
Curiosità: quando l’autore del libro, David Foenkinos, racconta la visita del protagonista al vernissage della mostra di un “artista [che] aveva ripreso celebri tele, ma private dei loro modelli”, stava pensando a José Manuel Ballester, noto per fare esattamente questo, oppure la pratica di Ballester è talmente banale che può venire in mente a chiunque?
‒ Marco Enrico Giacomelli
David Foenkinos – Vers la beauté
Gallimard, Parigi 2018
Pagg. 224, € 19
www.gallimard.fr
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #46
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati