NELLA LARSEN ‒ QUICKSAND ‒ 1928
Nata da madre danese e padre antillano, Helga Crane (alter ego dell’autrice) viaggia per gli Stati Uniti – da Chicago a Harlem al Deep South – e in Danimarca in cerca delle proprie radici. Una sequela di cocenti delusioni si susseguono per questa “tragic mulatta”, respinta sia dagli ambienti bianchi che da quelli neri, per non parlare di quelli religiosi e maschili.
RICHARD WRIGHT ‒ NATIVE SON ‒ 1940
Siamo a Chicago, nel ghetto di South Side; sono gli Anni Trenta. Bigger Thomas è un giovane e miserrimo nero che precipita fatalmente nell’illegalità, fra violenze e stupri. Un protagonista stereotipato all’ennesima potenza: se l’autore fosse stato un bianco, sarebbe l’apoteosi del razzismo; scritto da un nero, è una denuncia devastante dell’ineluttabilità di un destino.
CHESTER HIMES ‒ IF HE HOLLERS LET HIM GO ‒ 1945
Dall’Ohio il protagonista Robert “Bob” Jones si trasferisce a Los Angeles, dove diventa capocantiere in un’industria navale. Lo sforzo bellico è all’apice, i lavoratori neri si sentono finalmente parte integrante e integrata di una nazione che, unita, combatte la dittatura. Ma la discriminazione razziale è soltanto sopita. Primo romanzo di Chester Himes, celeberrimo per la serie Harlem Detective, che vede protagonisti gli investigatori newyorchesi Coffin Ed Johnson e Gravedigger Jones.
TONI MORRISON ‒ SONG OF SOLOMON ‒ 1977
Insignita del Nobel per la Letteratura nel 1993, qui Toni Morrison narra le vicende di una famiglia afroamericana originaria del Michigan, dagli Anni Trenta agli Anni Sessanta. E in particolare della rocambolesca vita di Macon “Milkman” Dead, appartenente alla terza generazione dei Milkmen, stretto fra zie stregonesche, amici vendicatori e tesori nascosti.
COLSON WHITEHEAD ‒ THE UNDERGROUND RAILROAD ‒ 2016
Georgia, XIX secolo: Cora e Caesar sono schiavi in una piantagione di cotone. Poi la fuga, seguendo una misteriosa ferrovia sotterranea, che li porterà a vivere una serie di avventure salvifiche e raccapriccianti. Un romanzo nella miglior tradizione del romanzo ucronico di denuncia, grazie al quale il talentuoso Whitehead ha vinto il Pulitzer per la narrativa.
FRANTZ FANON ‒ PEAU NOIRE, MASQUES BLANCS ‒ 1952
Pietra miliare di quelli che diventeranno i Post-colonial Studies, l’opera di Fanon prende le mosse dagli scritti di Aimé Césaire ed Édouard Glissant per studiare, da un punto di vista innanzitutto linguistico e psicologico, la forma mentis che conduce al complesso di inferiorità dei neri. Un saggio colto, diretto, breve e incisivo.
JAMES BALDWIN & STEVE SCHAPIRO ‒ THE FIRE NEXT TIME ‒ 1963
Da un lato la prosa di Baldwin, che racconta la propria esperienza nel quadro di quel che veniva chiamato “Negro problem”; dall’altro le fotografie di Schapiro, con i ritratti di icone come Martin Luther King Jr. e Rosa Parks e i reportage da eventi cardine come la Marcia su Washington. Due campioni della denuncia del razzismo, che per Life esplorarono i lati più oscuri e quelli più luminosi degli States degli Anni Sessanta, in un volume appena ristampato da Taschen.
MALCOLM X ‒ THE AUTOBIOGRAPHY OF MALCOLM X ‒ 1964
Tutta la storia di Malcolm Little, poi Malcolm X, poi El-Hajj Malik El-Shabazz, raccontata dal protagonista ad Alex Haley, il quale firma le ultime pagine, dopo che l’autore venne ucciso, nel 1965, durante un discorso pubblico a Manhattan. Dal libro è stata tratta una sceneggiatura di James Baldwin e Arnold Perl, utilizzata da Spike Lee per il film del 1992. Una “lettura obbligatoria”, ha scritto il Time.
MIKE DAVIS ‒ CITY OF QUARTZ. EXCAVATING THE FUTURE IN LOS ANGELES ‒ 1990
Secondo Mike Davis non può esserci integrazione senza rivoluzione, ovvero il razzismo è una conseguenza del capitalismo. Una tesi radicale, che lo distingue dai più noti attivisti per i diritti civili. Davis è però anche un fine urbanista, e le due anime convergono in questa lucida analisi di Los Angeles, che prefigura le sommosse del 1992, scoppiate in seguito al pestaggio di Rodney King da parte della polizia.
PAUL GILROY ‒ THE BLACK ATLANTIC. MODERNITY AND DOUBLE CONSCIOUSNESS ‒ 1993
Il libro fondamentale per chiunque voglia affrontare il tema della diaspora, letta a partire dallo spazio naturalmente liquido dell’Atlantico, lungo le rotte dello schiavismo ma poi diffusa in ogni continente e diluita, per così dire, fino a indebolire i concetti stessi di razza ed etnia, di nazione e di identità. Il contributo probabilmente più importante ai Black Studies in area britannica.
PAOLO BERTELLA FARNETTI ‒ PANTERE NERE. STORIA E MITO DEL BLACK PANTHER PARTY ‒ 1995
Il racconto preciso e documentato della parabola delle Black Panther, l’ala più radicale e politicizzata del movimento, dalla nascita nel 1966 alla dissoluzione nel 1982. Se i nomi di Bobby Seale, Huey P. Newton, George Jackson e Angela Davis non vi dicono nulla, ricorderete almeno i pugni chiusi di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei 200 metri alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968. Anche loro sostenevano il Black Power.
SAIDIYA HARTMAN ‒ SCENES OF SUBJECTION: TERROR, SLAVERY, AND SELF-MAKING IN NINETEENTH CENTURY AMERICA ‒ 1997
Docente di storia e letteratura africana-americana alla Columbia, Saidiya Hartman adotta una metodologia particolarmente interessante. Affianca infatti la ricerca storica e d’archivio (con particolare interesse per le vicende ghanesi) con la critical theory e soprattutto la narrativa, al fine di ridare letteralmente voce a chi non l’ha mai avuta.
WESLEY LOWERY ‒ “THEY CAN’T KILL US ALL”. THE STORY OF BLACK LIVES MATTER ‒ 2017
Il 9 agosto 2014, a Ferguson, un agente bianco spara almeno sei volte al 18enne Michael Brown, uccidendolo. Non è la prima volta che accade un fatto simile e non sarà l’ultima. Però in questa occasione la protesta monta rapidamente e il neonato movimento Black Lives Matter si diffonde a macchia d’olio. La sua storia è raccontata magistralmente da un reporter del Washington Post.
DENISE MURRELL ‒ POSING MODERNITY. THE BLACK MODEL FROM MANET AND MATISSE TO TODAY ‒ 2018
Una mostra partita dalla Wallach Art Gallery di New York e allestita fino al 14 luglio scorso al Musée d’Orsay di Parigi. Accompagnata da un libro edito da Yale University Press. Il tutto per studiare il ruolo dei modelli neri nella pittura occidentale: da Laure, la donna ai piedi dell’Olympia di Manet, alla Harlem Renaissance, fino alle opere di Romare Bearden e Mickalene Thomas.
VANESSA RIGHETTONI ‒ BIANCO SU NERO. ICONOGRAFIA DELLA RAZZA E GUERRA D’ETIOPIA ‒ 2018
Dedicato a chiunque fosse ancora irretito dalla propaganda che recita: “Italiani brava gente”. Il magistrale studio di Vanessa Righettoni ricostruisce con rigore e chiarezza invidiabili le strategie – spesso contraddittorie – attraverso le quali il fascismo tentò di gestire la questione etiope. E come sia stato possibile utilizzare l’anti-schiavismo in chiave razzista.
‒ Marco Enrico Giacomelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #49
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