Arte e artisti italiani in 6 libri
Mezza dozzina di libri per approfondire artisti, correnti, influenze dell'arte italiana. Dagli scritti di Fabio Mauri e Luca Bertolo alla pittura italiana dei Seventies, dalle discendenze del de Chirico neometafisico alle monografie su Mario Merz e Iginio De Luca.
FABIO MAURI PARLA D’ALTRO
“Nonostante ogni gioia, la vita è stimata l’unico meritato inferno”. A causa (positiva? Negativa?) di frasi come queste, gli scritti di Fabio Mauri, almeno in certe fasi e passaggi, ricordano le raccolte d’aforismi di Karl Kraus. Nell’aletta di questo libro, ristampato per il decennale della morte, Mauri è qualificato come “artista, filosofo, editore”: bandendo le presunte dimenticanze – Mauri fu anche questo e quest’altro – e le reazioni epidermiche alle definizioni – che pur servono, è indubbio (e se fosse stato semplicemente “intellettuale”?) –, si potrebbe forse contestarne l’ordine. Mauri fu infatti, forse, prevalentemente un filosofo dotato di straordinaria capacità immaginativa e visiva; niente a che vedere con un Joseph Kosuth o con altri ancor più stitici “artisti concettuali”. E questa caratteristica, questo dono, si riflette anche nella scrittura, appunto, che è puntuta, sagace, serrata; e naturalmente queste qualità si catalizzano nella raccolta dei suoi Scritti in mostra. L’avanguardia come zona 1958-2008, tanto che verrebbe da appropriarsi per esso di quel che lo stesso Mauri scrive di un libro di T.J. Clark (che recensore era Mauri!): “[Scritti in mostra] non va letto da inesperti. Nemmeno da competenti. Parla d’altro”. L’altro è tutto. (Questo libro è un altro, l’ennesimo, motivo per rendere grazie a Francesca Alfano Miglietti, che l’ha curato – e mai verbo fu più adeguato.)
Fabio Mauri – Scritti in mostra
il Saggiatore, Milano 20192
Pagg. 402, € 35
ISBN 9788842826132
www.ilsaggiatore.com
‒ Marco Enrico Giacomelli
MARIO MERZ IL METODICO
Di libri che riguardano l’arte se ne stampano in gran quantità, dai cataloghi delle mostre alle più varie forme di illustrati. Curiosamente, tuttavia, sono piuttosto rare le monografie critiche riguardanti gli artisti moderni e contemporanei – più rare dei saggi critici tout court. Ci auguriamo perciò che la collana le Chiavi dell’arte, curata da Laura Cherubini per l’editore Marinotti, abbia lunga vita. La prima uscita, risalente ad alcuni mesi fa, è una approfondita analisi di Mario Merz a firma di Giorgio Verzotti. Eloquente il sottotitolo: L’artista e l’opera, materiali per un ritratto. Si tratta, in altre parole, non tanto di una biografia critica, bensì di una critica che si basa – anche – sulle vicende biografiche e per così dire sistemiche che hanno formato Mario Merz. Si comincia da un albero di castagno che insegna la dote dell’osservazione a un giovanissimo Merz e si arriva agli Igloo, di cui si narrano e discutono origine e sviluppo, poi il 1968, e Fibonacci con la quella serie che resterà impressa indelebilmente, e i Tavoli, il 1978, gli Animali, fino alla Spirale di Cesare che nel 2003 conclude un percorso straordinario. Ma non il libro: quest’ultimo squaderna ancora parecchie pagine di grande interesse, in particolare le Note sul metodo. Che non è il metodo adottato dall’autore (in genere è così nelle pubblicazioni scientifiche) bensì quello che anima l’opera di Merz.
Giorgio Verzotti – Mario Merz
Christian Marinotti, Milano 2018
Pagg. 168, € 18,50
ISBN 9788882731700
www.marinotti.com
I BLITZ DI IGINIO DE LUCA
Ci sono nomi che sono un destino: nel caso di Iginio De Luca, un nome proprio non così diffuso, dunque a gran rischio di storpiatura, e un patronimico che pone il dubbio continuo se quel “De” sia maiuscolo o minuscolo. Se poi si imbocca, più o meno volontariamente, la strada dell’outsiding, allora la faccenda si complica. E ci vuole, a un certo punto, un libro – qualcosa di fisico e tangibile – per dare letteralmente corpo a un’attività decennale ed effimera, pur con un editore che, anche in questo caso, genera dubbi e interrogativi: Mincione, con sede in un paese belga con doppio nome, fiammingo e francese. Tornando a De Luca: i suoi sono sempre (o quasi) stati dei Blitz, e non poteva che intitolarsi così il volume che lo/li racconta. Blitz fermati qui su carta, in disegni, fotografie a colori e in bianconero che inevitabilmente falliscono nel compito di restituire la sorpresa situazionistica degli interventi dell’artista di Formia. Come quando, nel 2010, misteriose proiezioni al laser comparvero sui monumenti e sui palazzi istituzionali della Capitale. Un artista imprendibile, dunque, per molti versi simile – nei comportamenti, nelle pratiche, nella storia – a Pino Boresta; un artista che non poteva che essere raccontato da figure molto diverse le une dalle altre, dai critici Claudio Libero Pisano e Franco Speroni all’atipica gallerista Cristina Dinello Cobianchi, dalla storica delle arti applicate Clara Tosi Pamphili alla curatrice Anna Cestelli Guidi, dal musicista Nando Citarella al giornalista Carlo Alberto Bucci, dallo studioso di cinema Bruno Di Marino all’astronomo Stefano Giovanardi.
Iginio De Luca – Blitz
Mincione, Woluwe-Saint-Pierre 2019
Pagg. 280, € 22
ISBN 9782931022009
mincionedizioni.com
L’EREDITÀ MULTIPLA DI DE CHIRICO
Sono tendenzialmente infinite le ragioni per le quali una mostra ha successo o meno, ammesso e non concesso che il successo si misuri in numero di visitatori. Ebbene, non bisogna aver paura di dire che la mostra Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro. Neometafisica e arte contemporanea non è stata un blockbuster, anche se non è questa la sede per analizzarne le motivazioni. Fatto sta che si trattava (è terminata a fine agosto, dopo circa quattro mesi di allestimento alla GAM di Torino) di una rassegna estremamente interessante. E ciò perché – senza nulla togliere a Riccardo Passoni, co-curatore nonché direttore del museo – Lorenzo Canova è quella rara figura di studioso, docente ed esperto che sa al contempo essere curioso, informato e – perché no? – divertente. Figure di questo genere sono purtroppo rare nel mondo dell’arte e dunque non bisogna perdere l’occasione di fruirne i prodotti, per così dire. Dunque, non avete visto la mostra? Almeno procuratevi il catalogo, leggetene i testi, osservate le opere che erano esposte, il rigore con il quale sono stati scelti i pezzi di de Chirico e altresì quelli dei tanti artisti – a partire da Giulio Paolini passando per Mario Ceroli, e poi Luigi Ontani, Andy Warhol, Francesco Vezzoli, Lucio del Pezzo, Philip Guston, Salvo, Luca Maria Patella e tanti altri – che con il pictor optimus si sono confrontati in maniera più o meno esplicita. E la prossima volta fate più attenzione a quali mostre scegliete di visitare!
Lorenzo Canova & Riccardo Passoni (a cura di) ‒ Giorgio de Chirico. Ritorno al Futuro. Neometafisica e arte contemporanea
Gangemi, Roma 2019
Pagg. 192, € 35
ISBN 9788849237351
www.gangemieditore.com
ANNI ’70: O PITTURA O PIOMBO
Docente di Storia dell’Arte a Brera da oltre trent’anni, Claudio Cerritelli è una vita che studia e scrive di pittura, in particolare astratta, non-figurativa, aniconica, analitica o comunque la si voglia definire ed etichettare. In questo libro, il piccolo ma propositivo editore varesino offre al lettore una scelta oculata di saggi che lo stesso Cerritelli ha pubblicato dal 1980 al 2018 – scelta che permette da un lato di seguire la coerenza e la passione con la quale l’autore ha studiato il tema, e dall’altro di calarsi sempre più a fondo nella scena della pittura italiana degli Anni Settanta e delle sue alterne fortune man mano che i decenni trascorrevano. Chiude il volume, prima di una ampia sezione iconografica, un questionario che Cerritelli propose nel 1978-79 a dieci “nuovi pittori” nostrani, insieme naturalmente alle risposte. Un documento importante, grazie al quale si ascoltano le voci di Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Verna…
Claudio Cerritelli – Soglie analitiche. Scritti sulla pittura italiana degli anni Settanta
Nomos, Busto Arsizio 2019
Pagg. 208+XXX, € 19,90
ISBN 9788894811407
www.nomosedizioni.it
LUCA BERTOLO IN VERSIONE CRITICA
Da Artribune a Flash Art, da doppiozero a Le parole e le cose: sono tante le riviste sulle quali scrive Luca Bertolo, il quale è la prova vivente che l’espressione “stupido come un pittore” ha il valore di una frase fatta – ovvero pochissimo. Ma non è soltanto l’acume con cui legge le opere e i fatti a suscitare interesse; in un Paese (l’Italia) e in un ambiente (quello dell’arte contemporanea) dove l’obiettivo primo è lasciare le acque il più possibile tranquille, gli scritti di Bertolo smuovono coltamente gli impaludamenti più retrivi alla discussione. E lo fanno in maniera produttiva e costruttiva: si veda la discussione con Flavio Favelli o quella con Tiziano Scarpa. Insomma, meglio i pittori critici che i critici pittori.
Luca Bertolo – I baffi del bambino. Scritti sull’arte e sugli artisti
Quodlibet, Macerata 2019
Pagg. 231, € 22
ISBN 9788822902993
http://www.quodlibet.it/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati