Non pago di essere abbastanza diffusamente considerato come il direttore di giornale più innovativo e coraggioso, peraltro quotidianamente schierato contro superstizioni, fake news e dannosi populismi tricolori, Claudio Cerasa rilancia e punta sull’arte. Dalla data di oggi (31 gennaio 2020) debutta in allegato al Foglio, di cui Cerasa è appunto direttore, l’inserto il Foglio Arte, diretto dal curatore romano Francesco Stocchi. Si tratta, come è costume per il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara, di un prodotto asciutto, formato da un unico foglio con quattro facciate.
IL FOGLIO ARTE: I CONTENUTI
Nasce una nuova rivista d’arte allegata al quotidiano Il Foglio
Cosa si trova dentro al primissimo numero del Foglio Arte? L’articolo principale di apertura, a firma Francesco Stocchi, riflette sul tema mai troppo dissodato della restituzione del maltolto quando si parla di opere d’arte. I marmi del Partenone ospitati al British Museum devono tornare ad Atene? E il Louvre deve o non deve restituire – come sta facendo – le opere rubate agli ebrei? Di spalla recensione di Luca Fiore della super mostra di Cerith Wyn Evans ancora in corso all’Hangar Bicocca di Milano. Il paginone centrale è dominato da due vasti contenuti. Il ritratto di Yona Friedman per la penna di Manuel Orazi e l’approfondimento sui lavori architettonici di Elizabeth Diller (dello studio Diller Scofidio+Renfro, quelli della High Line di New York) scritto da Lisa Corva.
Nella quarta e ultima pagina niente meno che Riccardo Venturi racconta la storia di un’opera focalizzando su un episodio della vita di Robert Smithson.
IL FOGLIO ARTE: LE RUBRICHE
Nasce una nuova rivista d’arte allegata al quotidiano Il Foglio
Non mancano, al di là dei pezzi, anche le rubriche. Le miniguide cittadine (questa volta Bruxelles), le cartoline degli artisti (questa volta Piero Golia), l’immancabile rubrica libri e quella architettonico-urbanistica e ancora quella con i consigli per gli acquisti destinati ai collezionisti. A questo giro Mariolina Bassetti segnala Alessandro Piangiamore, Namsal Siedlecki e Tony Lewis. E nell’ultima pagina, attenzione attenzione, il “pizzino” del mitologico Massimo Minini.
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