Vogue Italia per l’ambiente: per la prima volta nella storia un numero senza fotografie
Può la creatività salvare il mondo? Vogue Italia fa un tentativo col nuovo numero di gennaio 2020, sostituendo i servizi fotografici con illustrazioni di artisti contemporanei affermati ed emergenti: Vanessa Beecroft, Milo Manara e altri chiamati a raccolta. A beneficiarne l’ambiente e la Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Occorre applicare i buoni propositi per l’anno nuovo fin da subito, senza perdere tempo: è la lezione che cerca di impartire Vogue Italia: la rivista, all’alba del 2020, rivela quali saranno le cause che sosterrà nel nuovo anno e pure alcune idee da mettere in pratica. Con il numero di gennaio, la perla della casa editrice Condé Nast ha realizzato qualcosa che pochi avevano osato, ovvero eliminare la fotografia dalle proprie pagine, sostituendo gli scatti con illustrazioni di artisti italiani e internazionali a reinterpretare collezioni e outfit tramite l’illustrazione. Tutto questo per sperimentare una via più green, abbattendo l’impatto ambientale. Ma che relazione c’è tra fotografia e inquinamento?
VOGUE ITALIA A SOSTEGNO DELL’AMBIENTE
“Centocinquanta persone coinvolte. Una ventina di voli, una decina di treni. Quaranta macchine a disposizione. Sessanta spedizioni internazionali. Almeno dieci ore di luci accese ininterrottamente, alimentate in parte da generatori a benzina. Scarti alimentari dei catering. Plastica per avvolgere gli abiti. Corrente per ricaricare telefoni, macchine fotografiche…”: questi gli ingredienti necessari per realizzare un servizio fotografico, snocciolati dal direttore Emanuele Farneti nell’editoriale che apre il giornale. Ognuna di queste operazioni è capace di smuovere una complessa macchina che include spedizioni, spostamenti, materiali e numerosi fattori inquinanti. Un impatto notevole che non migliora la posizione dell’industria della moda: secondo fattore mondiale d’inquinamento. Un bel danno di immagine, inoltre. A patto di non promuovere cambiamenti radicali: a partire da questo mese, ad esempio, tutte le riviste Condé Nast saranno avvolte unicamente in una plastica compostabile: “un costo aggiuntivo, rilevante ma necessario”, ci ricorda Farneti.
GLI ARTISTI PER VOGUE ITALIA
La prima rivista dell’anno, già in edicola dal 7 gennaio, è disponibile infine con otto diverse copertine. Tutte raffiguranti capi Gucci, ma ognuna con uno stile a sé. Una frase le accomuna: “Non è stata richiesta la produzione di servizi fotografici per la realizzazione di questo numero“. Diversi sono i nomi italiani di artisti coinvolti in questa impresa ecosostenibile: Vanessa Beecroft, che nella moda ci ha sempre navigato, facendone l’elemento centrale della propria ricerca artistica, porta sulla cover Vogue lunghe e grottesche figure femminili; Milo Manara, al quale non si poteva che affidare la rappresentazione del settore lingerie, ritrae la modella danese Olivia Vinten che brandisce un frustino; Paolo Ventura raffigura Felice Nova Noordhoff con un gusto vintage; c’è poi l’illustrazione che ammicca al mondo dei fumetti manga (Lindsey Wixson con grandi occhi spalancati) di Yoshitaka Amano; infine, le suggestioni black di Delphine Desane e Cassi Namoda, la pittura di David Salle. L’abbattimento, oltre che dell’impatto ambientale, è stato ovviamente anche dei costi: la significativa somma risparmiata sarà devoluta alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, la cui collezione libraria è stata vittima della passata alluvione di cui vi avevamo raccontato.
-Giulia Ronchi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati