Senz’altro il punto di vista da cui scriviamo influenza la lettura dei fatti, ma è piuttosto condivisa la valutazione: con l’arrivo di Gabriele Finaldi alla direzione, la storia gloriosa della National Gallery di Londra ha ricevuto un ulteriore impulso. D’altra parte parliamo di uno studioso che già aveva fatto cose mirabili al Prado di Madrid. Dal 2015 è tornato a casa, per certi versi: nella capitale britannica si è infatti svolta buona parte della sua formazione accademica e proprio alla National Gallery aveva già lavorato dal 1992 al 2002. Giusto un anno fa ha messo a segno un “colpaccio”, facendo acquisire l’Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria di Artemisia Gentileschi, e ce lo aveva raccontato con un editoriale sulle colonne di Grandi Mostre, sottolineando la portata politica di un gesto del genere: “L’ultimo quadro di una pittrice antica prima di questo a entrare nella nostra collezione fu una composizione di fiori di Rachel Ruysch nel lontanissimo 1974. L’intervallo è stato troppo lungo, ma ora si è chiuso. Artemisia regna a Trafalgar Square”.
I DIPINTI DELLA NATIONAL GALLERY
Adesso torniamo a Finaldi per un motivo altrettanto importante: la pubblicazione di un importante volume edito dalla National Gallery e distribuito dalla Yale University Press. Si tratta della presentazione di 275 dipinti conservati nel museo, coprendo un arco storico e sociale che va “dal tempo in cui i dipinti in legno, oro e lapislazzuli adornavano gli altari delle chiese italiane medievali o erano appesi nelle camere da letto dei mercanti olandesi, fino al volgere del XX secolo, quando gli artisti si dibatterono in potenti forme espressive in lavori che ruppero con la tradizione del passato” (notare la scrittura colta e al tempo stesso chiara di Finaldi).
OPERE E ARTISTI
In un libro confezionato a dovere, si parte da Margarito d’Arezzo, Cimabue, Duccio, Giotto e Masaccio per poi spostarsi nelle Fiandre con Jan van Eyck (per dire: sono qui i Coniugi Arnolfini) e Rogier van der Weyden, si torna in Italia con la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello (sì, pure lei è a Londra) insieme al Mantegna e Giovanni Bellini e Piero della Francesca, poi un piccolo soprassalto fiammingo con Dirk Bouts e si fa ritorno nella Penisola con Antonello da Messina e il Perugino, ancora un occhio alle Fiandre con Hans Memling e poi Botticelli e Carlo Crivelli, chiudendo con Dürer accostato a Leonardo (la Vergine delle Rocce, ci siamo intesi?). E questa è una selezione piuttosto stringata del primo capitolo, che va dal 1250 alle soglie del Cinquecento.
Se dovessimo dare un consiglio: lo acquistate prima di partire, lo studiate, poi andate a Londra per visitare il museo e infine tornate a riguardare il libro nel vostro salotto. Naturalmente è un consiglio ricorsivo.
‒ Marco Enrico Giacomelli
Gabriele Finaldi – The National Gallery. Masterpieces of Painting
National Gallery Company, Londra 2019
Distribuito da Yale University Press
Pagg. 392, £ 50
ISBN 9781857096484
https://www.nationalgallery.org.uk/
https://yalebooks.co.uk/
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