Era attesa da tempo l’uscita di un manuale di storia del design che potesse aggiornare i passaggi storici e teorici che hanno portato alla costruzione di quella magmatica galassia che è il design contemporaneo con tutte le sue attuali diramazioni. Vanni Pasca e Domitilla Dardi definiscono un volume agile dal punto di vista informativo e didattico. Si tratta di un’opera utile e ricca soprattutto per le nuove generazioni di studenti che, attraverso uno sguardo interdisciplinare, restituisce le nozioni fondamentali per comprendere le variazioni del gusto, delle sensibilità e soprattutto degli allargamenti del campo del design. Le implicazioni con la moda, l’architettura, la scienza, la comunicazione e l’economia accompagnano il dipanarsi di un discorso storico attorno al design in un alternarsi di motivi che producono costantemente un riverbero sul presente confermando come la storia di questa disciplina rappresenti un materiale vivo ed efficace per la lettura, anche, del nostro tempo. È la rivoluzione industriale di metà Ottocento in Gran Bretagna ad avviare la possibilità di definire organicamente la nascita del design come disciplina e la figura del designer come colui che è capace di “trasmettere con i disegni le informazioni necessarie per eseguire un artefatto con precisione”.
DA ARTS & CRAFTS IN POI
Nasce così il design industriale, ovvero quel processo di definizione e proposta tecnica ed estetica del quotidiano. Le nuove merci richiedono una componente di ottimizzazione e bellezza per solleticare quel sex appeal dell’inorganico che inizia a dare forma alla civiltà dei consumi. Ne colgono criticamente i limiti i protagonisti dell’Arts & Crafts, prevedendo e segnalando come la produzione industriale avrebbe condotto nel medio e lungo periodo alla disumanizzazione del lavoro e alla cultura dell’usa e getta proponendo la bellezza artigianale come antidoto. Il ricco apparato iconografico del manuale aiuta anche visivamente a cogliere le oscillazioni del gusto che attraversano la prima modernità fino ai nostri giorni e così accanto alla bellezza senza tempo de La Ghirlandata di Dante Gabriele Rossetti (1874) vediamo l’influenza della natura sugli arredi disegnati da William Morris, il collage di Richard Hamilton dialoga con il Monumento Continuo del Superstudio. Sono rimbalzi visivi che aiutano l’inquadramento di un discorso che gli autori declinano in paragrafi e opportuni approfondimenti sui motivi e gli autori salienti come quello dedicato alla Olivetti, a Enzo Mari e altri. Verso la produzione di massa, arte e tecnica, il design ai tempi della crisi, l’Italia del dopoguerra, reazione e rivoluzione, tra locale e globale, mappature contemporanee sono gli snodi individuati per definire l’evoluzione di una disciplina dinamica e contaminata con altri linguaggi. La contemporaneità si apre con l’inquadramento del prodotto/merce come forma di vita dove il design partecipa a quei processi di esteticità diffusa in cui tutto è design e la società si fa spettacolo, come aveva previsto Guy Debord. La vita, così come la progettazione del quotidiano, partecipa feticisticamente alla costruzione di immagini, liberate da ogni realtà referenziale concreta. Il consumo è un grande spettacolo con gli spettatori/consumatori che cercano negli oggetti non più un semplice prodotto industriale ma un messaggio, un segno.
TUTTO IL MONDO È DESIGN
Tutto il mondo, gli ambienti in cui viviamo sembrano appartenere al design soprattutto con l’avvento delle società globali e connesse. Ne sono testimonianza i progetti dei Fratelli Campana e in particolare è la poltroncina Favela, a restituire un desiderio di appartenenza “contro l’atopia della globalizzazione”. In uno scenario globale segnato da continue rivoluzioni tecnologiche e culturali, uno dei ruoli dei designer contemporanei è quello di rendere accessibili e riconoscibili queste profonde trasformazioni in ogni ambito della nostra quotidianità. Allontanandosi speditamente dalla forma e dalla bellezza degli oggetti, i designer del nostro tempo hanno avviato un’interessante strategia di re/interpretazione degli scenari della nostra vita di ogni giorno. Di fronte alla complessità del reale, i designer procedono per tentativi e piccole rivoluzioni. Merito del manuale di Dardi e Pasca è proprio quello di restituirci un insieme di fili da seguire per leggere le dinamiche di una disciplina in movimento. Un’opera che suona quasi come un invito alle nuove generazioni a cercare modi di produrre senso e forse anche cose.
‒ Marco Petroni
Domitilla Dardi & Vanni Pasca – Manuale di storia del design
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2019
Pagg. 280, € 30
ISBN 9788836641109
www.silvanaeditoriale.it
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